Donne Rurali: Energia Vitale per un territorio in salute
Assemblea Nazionale Donne in Campo 2025
Le donne, nel ruolo di titolari d’impresa e coadiuvanti, costituiscono il motore della famiglia agricola,
portatrici di una visione innovatrice, aperta alla dimensione di responsabilità sociale, ad una maggiore
attenzione alla sostenibilità. In quest’ottica, le imprenditrici promuovono scelte aziendali orientate alla
multifunzionalità, spesso indispensabili per la tenuta dell’impresa, anche nei territori dove il mercato non
può costituire una possibile risposta.
Le imprenditrici agricole sono impegnate ogni giorno, nella loro attività produttiva e nelle relazioni di
comunità, per la tutela e divulgazione dell’agrobiodiversità, con l’urgenza di coniugare esigenza di reddito
e sostenibilità, tradizione e innovazione, nel rispetto della vita e della fertilità del suolo agricolo. Inoltre,
l’indipendenza economica generata dal fare impresa rappresenta un insostituibile strumento di emancipa-
zione e di tutela da qualsiasi forma di violenza, economica, psicologica, fisica.
Tuttavia, per un'imprenditrice agricola e per le coadiuvanti, la gestione dell’azienda, in gran parte a carat-
tere familiare, si intreccia con le responsabilità della maternità e dell’assistenza di familiari anziani o con
esigenze speciali che richiedono dedizione e presenza costante, in un contesto di assenza o carenza di servi-
zi socio-sanitari, aggravato dall’isolamento geografico e sociale.
Il supporto all’attività produttiva, il potenziamento dei servizi socio sanitari per la salute fisica e mentale e
la possibile conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare costituiscono condizioni di base per la capacità
di fare impresa al femminile, generare reddito per la famiglia, sostenere il tessuto sociale e produttivo della
propria Comunità rurale, al fine di colmare il persistente divario di genere nell’attività imprenditoriale.
Con la collaborazione con Cittadinanzattiva, le testimonianze dirette delle imprenditrici e l’intervento di
ospiti istituzionali e del mondo accademico, Donne in Campo-Cia intende intervenire con proposte
concrete per migliorare le condizioni di vita e la salute fisica e mentale delle donne, liberarne le potenzialità
imprenditoriali, favorire la loro permanenza nelle aree interne del Paese.
COMUNICATO STAMPA
Donne in Campo-Cia: un piano d’azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali
Dal co-manager aziendale ai consultori familiari fino a una legge quadro, l’associazione lancia dall’Assemblea le sue proposte per sostenere le donne protagoniste delle aree interne
Dalla ripresa degli incentivi dedicati all’introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”, oggi a Roma in Auditorium Giuseppe Avolio. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.
“Vogliamo costruire un piano d’azione che parte dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole -ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- pilastri di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo”.
In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355 mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470 mila persone. In totale, oltre 800 mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. Eppure, ha sottolineato Terenzi, “questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi – dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori – limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale”.
Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi “fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori -ha ribadito Terenzi- e per trasformare l’impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese”.
Tra le proposte, l’introduzione del co-manager dell’imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell’attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori. Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l’imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.
Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l’Università di Cassino e SIDEA sull’impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.
“In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione -ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini-. La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l’efficienza dell’intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell’energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali”.
Intervista a Pina Terenzi, Presidente Donne in Campo Nazionale (Video su Instagram) clicca qui
Intervista a Emanuela Ceruti (presidente Donne in Campo Piemonte - Video su INSTAGRAM) Clicca Qui