12 Maggio 2005

Donne in campo: i lavori della Giornata su imprese femminili e Camere di Commercio

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La Giornata di lavoro svoltasi il 5 maggio scorso su iniziativa dell'Associazione Donne in Campo aveva l'obiettivo di mettere in relazione tra loro le rappresentanti Cia nei comitati per l'imprenditoria femminile istituiti presso le camere di Commercio negli ultimi 6/7 anni, di fare un'analisi delle esperienze e di proporre un loro rilancio su alcune idee forza uniformi ed in stretta connessione con gli altri rappresentanti Cia negli organismi del sistema camerale.
Il confronto è stato utile per approfondire e arricchire i dati di analisi, gli spunti problematici e le proposte politiche ed organizzative suggerite dall'introduzione di Rosanna Contri (vedi <a href="http://www.donneincampo.it/">www.donneincampo.it</a> ed in Intranet).
Tra i temi più ricorrenti nel dibattito, la necessità di una rete di informazione e di circolazione delle informazioni e delle esperienze; la formazione per accrescere ed omogeneizzare le competenze e la capacità di relazione delle nostre rappresentanti con il contesto economico complessivo delle Camere di Commercio; l'attivazione di strumenti creditizi per le imprese agricole e quelle femminili in particolare, partendo dalla legge 215/'92 ma andando anche oltre; la concertazione di filoni di proposta per uniformare il nostro modo d'essere nelle varie realtà del Paese, spaziando in ambiti nuovi e più rispondenti alla realtà della moderna agricoltura; il fare squadra come sistema Cia.
Il Presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi ha richiamato l'impegno dell'organizzazione nella definizione del nuovo patto dell'agricoltura con la società, come avvio anche di una nuova stagione dei diritti dell'agricoltura.
All'interno della proposta che complessivamente l'organizzazione si propone di portare avanti, ha collocato le aperture al femminile che la Cia sta esprimendo e che sempre più deve rendere possibili, "non come l'abbaglio di un giorno", ha detto Politi, ma "per essere in linea con gli interessi che si rappresentano".
Sulle Camere di Commercio, il presidente ha fortemente insistito sulla comunicazione da attivare tra tutti i rappresentanti Cia, per affermare un'immagine efficace di squadra e sull'Assemblea di Donne in Campo, prevista dalla Direzione per il 4 dicembre prossimo, ha ribadito l'interesse per una ottima riuscita, da rendere possibile con attenzione, preparazione, e supporti adeguati.
Alessandro Salvadori, della Presidenza nazionale Cia e componente della Giunta Camerale di Latina, ha ricordato la L. 580 del 1993 (la riforma delle Camere di Commercio) come una grande opportunità non ancora pienamente colta dalla Cia; la possibilità di incidere nella fase di definizione dei bilanci di previsione delle Camere di Commercio, anche per rilanciare con risorse i Comitati per l'imprenditoria femminile; la necessità di promuovere le nostre rappresentanti nei Comitati per l'imprenditoria femminile, dalle posizioni di forza ricoperte come Cia nelle Giunte camerali e nel contempo di sostenerle con nuclei di lavoro per le donne nella Cia, in modo che esse non rimangano "voci nel deserto".
Clelia Piccirilli, presidente dell'Associazione nazionale coltivatori a contratto, ha proposto, con grande professionalità, che nella concessione di terre degli enti pubblici vi sia un punteggio per le donne imprenditrici, in modo da monitorare l'argomento ed inoltre che siano date alle imprenditrici le informazioni più complete per scegliere l'assetto imprenditoriale più congruo e dignitoso per l'iscrizione alle Camere di Commercio.
Carla Donnini, responsabile dell'Area Territorio e Sviluppo Locale della Cia nazionale, ha concordato sull'esigenza generalizzata di fare squadra tra i 34 membri Cia delle Giunte camerali, i componenti delle aziende speciali e dei Consigli e le 50 donne dei Comitati per l'imprenditoria femminile. Ed ha richiamato la prossima sottoscrizione di un Protocollo d'intesa tra Cia ed Unioncamere per stabilire le cose da fare in comune su scala nazionale.
Claudio D'Ascanio, vicepresidente della Cia provinciale e componente della Giunta camerale di Padova, ha parlato dell'esigenza di un pò più di trasparenza da parte delle Camere di Commercio, in quanto Enti di diritto pubblico; della consistenza percentuale delle imprese femminili nel contesto economico locale e della conseguente opportunità di pensare a progetti di filiera femminile ed anche ad un progetto nazionale da proporre ad Unioncamere ed, infine, ha sollecitato il mettere in comune le esperienze perché "non solo insieme si può, insieme si deve".
I temi del credito, dei finanziamenti all'agricoltura non più come settore a sé stante, dei fondi di garanzia per accompagnare le imprese femminili e ridurne il tasso di mortalità hanno caratterizzato gli interventi di Elisabetta Poloni presidente della Cia di Mantova, di Erminia Vitiello, della Cia di Frosinone e coordinatrice di Donne in Campo del Lazio, di Mirella Brusa,della Cia di Ravenna.
La necessità di una nuova rete di informazione per mettere le realtà territoriali in condizione di ricavare il massimo dalla realtà preziosa delle Camere di Commercio e dalla grande rete di relazioni economiche ivi consentite è emersa negli interventi di Laura Brida, della Cia di Latina, Paola Santeramo, presidente della Cia di Milano, Cinzia Pagni di Livorno, Lidia Gasdia, presidente del Comitato dell'imprenditoria femminile di Campobasso, Maria Bortolotti, imprenditrice vitivinicola di Bologna, Maria Pia Bonifati, imprenditrice di Castrovillari (Cs).
L'importanza dei progetti di valorizzazione delle imprenditorialità locali, anche attraverso l'istituzione di premi, la promozione delle produzioni con mercati di imprese femminili da riproporre anche per il futuro, è stata richiamata dagli interventi di Daniela Sarnari, della Cia regionale Umbria, di Giovanna Gazzetta di Donne in Campo di Padova, di Anna Maria Stopponi, della Cia di Siena.
Gran parte del dibattito, compreso l'intervento di Angela Sciortino, della Cia regionale Sicilia, ha concordato con la necessità di salvaguardare la legge 215 sulle azioni positive per l'imprenditorialità femminile, che andrebbe rifinanziata anche nel 2005, impegnandosi nel contempo per ottenere legislazioni di sostegno alle piccole imprese, con forme di preferenzialità per le imprese femminili.
Manuela Botteghi, della Presidenza nazionale Cia e presidente del Comitato per l'imprenditoria femminile di Gorizia oltre che della Cia regionale del Friuli, nell'intervento conclusivo ha sostenuto l'opportunità di porre il dovuto sostegno alle imprese femminili nell'iniziativa che la Cia terrà a luglio con gli assessori regionali all'Agricoltura.
Ha proposto, inoltre, il graduale superamento degli strumenti specifici, lavorando molto sui Psr ed ha ripreso con convinzione, tra le idee forza proposte per il rilancio dell'azione dei Comitati per l'imprenditoria femminile, l'iniziativa sui servizi di sostituzione e di conciliazione, anche per "uscire dal recinto di stretta specificità dell'agricoltura, collegarsi alle altre rappresentanze del lavoro e dell'impresa e smantellare la mistificazione che l'impresa non abbia sesso".
Paola Ortensi, presidente nazionale di Donne in Campo, ha presieduto e coordinato i lavori della Giornata facendo risaltare la ricchezza delle esperienze, che pur con tutti i limiti economici e politici, si è riusciti ad avviare nel Paese grazie alla vivacità, alla serietà e alla forza del vivaio delle funzionarie e delle imprenditrici della Cia e di Donne in Campo e rivendicando l'originalità della proposta di costituzione dei Comitati per l'imprenditoria femminile alla quale ha contribuito in primo luogo Donne in Campo. Con il suo "si chiude il numero zero e lavoriamo per il numero uno" sui Comitati per l'imprenditoria femminile si è conclusa la giornata di lavoro.



a) Costruire un intervento formativo per le dirigenti nominate nelle Camere di Commercio, a carattere interregionale e con forme di autoapprendimento assistito, per far crescere conoscenza e consapevolezza sul mondo camerale, le possibilità di relazione, di interlocuzione e di contrattazione con i vertici camerali e le altre organizzazioni economiche.
b) Potenziare le forme di comunicazione delle informazioni e delle esperienze tra le rappresentanti nei Comitati IF: l'elenco di tutte le rappresentanti con gli indirizzi di posta elettronica distribuito è un primo passo; si aprirà un Forum, nel sito di Donne in Campo, per l'attività nell'ambito dei Comitati IF.
Con la Cia si metterà a punto un metodo di concertazione periodica per realizzare la comunicazione biunivoca necessaria e la conoscenza reciproca con i rappresentanti nelle Giunte e nelle Aziende Speciali.
c) Dare cadenza annuale all'appuntamento di Donne in Campo sui Comitati IF presso le Camere di Commercio, per monitorare il processo di avanzamento degli obiettivi e di qualificazione delle nostre forze e delle nostre proposte.
d) Approfondire e portare avanti nelle varie realtà del Paese 4 Idee forza, come un marchio di fabbrica delle rappresentanti Cia, nella massima sinergia con tutti i nostri rappresentanti e con la scommessa di un rilancio dei Comitati IF.
- Azioni sistematiche di sensibilizzazione sulla rilevanza economica, produttiva e occupazionale delle imprese femminili per la prospettiva dello sviluppo locale: tenere alta l'attenzione su questi dati consente di far derivare possibili legislazioni di sostegno e programmi di investimento. Ad esempio, dopo la presentazione del 1° Rapporto nazionale IF, sarebbe opportuno proporre dei Report provinciali; approfondimenti qualitativi dei dati delle imprese femminili in confronto alle imprese non femminili; qualche tema monografico (ad esempio progetti di politiche di conciliazione, cioè la diffusione delle possibilità offerte dall'articolo 9 della legge 53/2000 sui congedi parentali); la creazione di Osservatori Camerali provinciali sull'imprenditoria femminile come si è fatto in Unioncamere.
- Insistere per riaprire, con la partecipazione di tutte le forze presenti ai Tavoli, un ragionamento approfondito sulle strategie di sostegno per lo sviluppo delle imprese femminili, oggi auspicabili e concretamente perseguibili. Con quali politiche si può pensare di concretizzare la strategia di Lisbona?
Quali sono i sistemi di incentivo e di agevolazione che oggi riteniamo più adatti? Come porre l'esigenza dell'attenzione speciale alla micro e piccola impresa, che è la maggior parte del sistema produttivo italiano e al suo interno di quella femminile? Un approfondimento sulle tematiche del credito, in particolare in rapporto alla definizione di un progetto credito in corso da parte della Cia, potrebbe essere particolarmente utile ed urgente.
- Proporre le tematiche dell'agricoltura polifunzionale, in termini di risposte alle esigenze di sviluppo locale dei territori (ad esempio le opportunità derivanti dalla Legge di Orientamento) e della sussidiarietà (come realizzazione di attività in convenzione tra organizzazioni ed Enti pubblici o tra imprese ed Enti pubblici).
L'interesse è quello di promuovere studi di fattibilità, iniziative di formazione, canali di finanziamento e di avviamento di imprese femminili innovative (ad esempio nel campo delle Fattorie sociali, dei servizi all'infanzia e dell'assistenza, che possono dare risposta alle esigenze delle donne di tutti i settori produttivi).
- Sollecitare la centralità del tema dell'aiuto alle donne in quanto lavoratrici ed imprenditrici, attraverso servizi di conciliazione/sostituzione e interventi territoriali che migliorino la qualità della vita delle popolazioni.
Tutte le indagini, infatti, segnalano che la mancanza di politiche di Welfare e di sostegno alla conciliazione tra famiglia e lavoro, rimane l'ostacolo di fondo all'affermazione femminile e alla creazione di imprese femminili.
Occorre saper utilizzare le opportunità e le risorse previste dalle strategie europee di sviluppo rurale, che come sappiamo si rivolgono ai territori nel loro complesso, nei quali l'agricoltura è un aspetto fondamentale, ma non il solo.
In particolare l'asse I e l'asse III del nuovo Regolamento sullo sviluppo rurale contengono misure di grande interesse per le donne e le loro organizzazioni di rappresentanza e di servizio.
Intrecciare nel mondo camerale queste strategie progettuali più vaste ed al loro centro porre le imprese femminili e le loro proposte, potrebbe aprire interessanti prospettive per il futuro.