Donne in Campo Basilicata elegge presidente Lucrezia Digilio
“Femminile” e “creativo” sono due termini molto legati tra loro soprattutto in agricoltura dove, secondo una tendenza che si va consolidando in Basilicata, è in corso da diversi anni un percorso di crescita delle donne al timone di aziende, agriturismi, fattorie sociali, attività di trasformazione dei prodotti alimentari, strutture di ricerca. Aumenta la capacità delle donne di fare impresa agricola e, insieme, sale la necessità di una partecipazione attiva e diretta alla rappresentanza dei loro bisogni. L'incidenza delle donne nelle aziende agricole lucane è al di sopra della media nazionale (30%). Sono queste le premesse dell’Assemblea congressuale di Donne in Campo-Cia Basilicata, che ha eletto presidente Lucrezia Digilio.
Lucrezia, che subentra a Matilde Iungano, è laureata in Agraria e Tecnologia delle Produzioni animali, lavora nell’azienda di famiglia di Ferrandina e viene dal direttivo regionale Agia e per l’Associazione al Ceja-Consiglio europeo giovani agricoltori ricopre l'incarico di esperto Ue presso il Gruppo di Dialogo Civile Prodotti da Latte a Bruxelles.
Guiderà una squadra composta da Maria Bontempi, Angela Guarini, Nicolina Caggiano, Elena Pucci, Maria Chiara Pisano, Ida Curcio, Chiara Gerardi.
“Riprendersi la capacità di immaginare il futuro” è l'ultimo slogan su cui Donne in Campo vuole impegnarsi. L'Associazione crea reti di donne sul territorio rurale, tesse relazioni tra le aziende e costruisce comunità e gruppi locali. “Il connubio straordinario tra donne e agricoltura -sottolinea la neo presidente- passa attraverso l’amore per la terra, l’attenzione alla salubrità dei prodotti e ai processi produttivi, l’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni e l'innovazione, caratteristica dell'imprenditoria femminile. Un impegno -aggiunge- che permette alle agricoltrici di ricucire lo strappo tra tradizione e innovazione ricongiungendo passato, presente e futuro in un continuum che ridisegna un sentiero comune per tutta la collettività”.
In questi anni di crisi economica, aggiunge il direttore regionale della Cia Donato Distefano, “le aziende agricole al femminile hanno retto e reagito meglio alle difficoltà, rispetto al resto dell’agricoltura, perché più multifunzionali e innovative. Il confronto degli ultimi censimenti evidenzia che le aziende rosa hanno tenuto meglio la crisi calando dell’1% mentre quelle maschili subivano un calo del 9%. Le donne in Italia possiedono il 21% della superficie agricola utilizzata, la dimensione delle loro imprese è inferiore rispetto alla media totale (circa 8 ettari): circa il 78% di esse è al di sotto dei 5 ettari (contro il 9,1 delle aziende maschili), mentre il 20% si colloca al di sopra dei 100 ettari. Il volume di produzione delle imprese femminili, inoltre, è mediamente di 16mila euro contro i circa 30mila euro di quelle maschili”.
Secondo Donne in Campo Basilicata, per lo sviluppo delle filiere corte un ruolo rilevante ha “La Spesa in Campagna”, per la quale la Digilio ha coordinato numerose iniziative, con aziende spesso a conduzione femminile che implementano valore aggiunto con attività di trasformazione dei prodotti, organizzate sul territorio, integrate con le reti agrituristiche, capaci di entrare in relazione diretta con i consumatori, anche promuovendo sistemi di acquisto innovativi.