Dalla Festa interregionale Anp-Cia Nord l'appello per salvare la sanità pubblica
Il tema al centro del convegno con Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Veneto
“Siamo lieti di ritrovarci alla Festa Interregionale delle Anp-Cia dell’area nord del Paese e di parlare di sanità pubblica partendo dai principi che l’hanno ispirata: assistenza universale, uguale per tutti, sanità come bene pubblico basato sul ruolo fondamentale delle Regioni”. Questo l’appello dei presidenti delle Associazioni di Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Veneto nell’apertura dell’incontro che si è tenuto oggi a Morimondo in occasione della Festa Interregionale di Anp-Cia.
L’evento è stato introdotto da Paola Santeramo, direttore di Cia Lombardia, che ha voluto ribadire, sottolineando la storicità dell’agricoltura locale, quanto ancora oggi sia importante l’apporto degli agricoltori negli ambiti economici, sociali e culturali del Paese.
Dopo i saluti dei presidenti delle Associazioni, ha preso parola Alessandro Del Carlo, presidente nazionale di Anp, che ha ricordato i tanti sforzi che l’Associazione compie ed ha compiuti dei tavoli sindacali e ministeriali per garantire uguaglianza di trattamento nelle strutture pubbliche sanitarie, rimarcando l’importanza di investimenti mirati e funzionali alle reali esigenze dei pazienti.
Il nodo delle risorse riguarda l’organizzazione del servizio e il tema del personale, la necessità di nuovi inserimenti nella sanità pubblica, a partire dai pronto soccorso e dagli altri reparti di emergenza-urgenza, fino ai medici di medicina generale, punto di riferimento dei cittadini e figure fondamentali del sistema. Situazioni critiche per la carenza di medici e infermieri si registrano nelle grandi regioni del Nord, con una previsione di ulteriore diminuzione al 2026, anno in cui dovrebbe essere avviata la riforma dell'assistenza territoriale prevista dal Pnrr.
Mentre invita la politica ad una maggiore attenzione ai temi socio-sanitari, l’Anp-Cia avvia una più forte interlocuzione con la società organizzata, le associazioni, le istituzioni regionali e locali, per condividere programmi, investimenti e azioni e verificare l’efficacia dei servizi, segnalare nuovi problemi e bisogni sociali, attraverso un confronto positivo finalizzato al miglioramento del sistema.
"Il Sistema sanitario nazionale, è una delle più importanti conquiste della democrazia e del sistema dei diritti nel nostro Paese -ha concluso Del Carlo-, e non si può mettere in discussione ma anzi va potenziato e rafforzato a garanzia di maggior coesione sociale".
È stato poi il momento di Nerina Dirindin, docente della scuola di Management ed Economia Università di Torino, che, riportando l’appello degli scienziati per salvare il Servizio Sanitario Nazionale, ha spiegato come, a 45 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, le disuguaglianze tra i cittadini in tema di salute e benessere, obiettivo principale della legge del 1978, non sono ancora superate. Il contesto di progressivo definanziamento che, sia prima sia dopo la pandemia, ha contraddistinto le scelte governative in materia di sanità, si caratterizza per l’impegno sempre più basso di risorse pubbliche rispetto all’inflazione e al PIL in media 6,8% del PIL contro il 10,9% di Germania e l’10,3% della Francia con una previsione di scendere al 6,1% nel 2026.
Successivamente è intervenuto Antonio Cerchiaro, presidente dell'Ordine Tsrm e Pstrp Genova Imperia Savona, che ha parlato della telemedicina nella riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Sottolineando la differenza tra l’ “essere curati” e il “sentirsi curati”, Cerchiaro ha evidenziato la necessità di approcci più legati al bene della persona che alla semplice cura del “malato”. Attraverso iniziative itineranti, in Liguria sono state svolte delle attività di screening e di radiologia che hanno permesso un miglioramento delle condizioni di molte persone. Gli investimenti sono perciò il punto cardine dell’attività sanitaria, per tali ragioni è necessario un piano organico e straordinario di finanziamenti per rimuovere gli squilibri territoriali innovando i modelli organizzativi, gli strumenti, le strutture sanitarie e con l’ausilio delle infrastrutture telematiche. Proprio le strutture telematiche risultano essere uno strumento di grandissimo valore aggiunto.
Con l’obiettivo di curare meglio e di più ma soprattutto di migliorare la prevenzione, non solo per le diagnosi precoci, ma anche incentivando screening e sani stili di vita, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione, tema rispetto al quale Cia e Anp sono direttamente impegnate. Facendo leva su questi elementi è possibile traguardare risultati soddisfacenti come i casi liguri dimostrano.
Infine è intervenuto Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, l'Unione Nazionale Comuni, Comunità Enti Montani, con un intervento legato alla rigenerazione territoriale e nuovi servizi: sanità e assistenza nelle zone rurali. Secondo Bussone, la sfida delle sfide resta quella connessa all’accesso ai servizi, in particolare socio sanitari, nelle aree interne e rurali dove risiedono circa 13,5 milioni di persone (il 22% della popolazione italiana) e la quota di anziani è più elevata rispetto al resto del Paese.
La permanenza della popolazione nelle aree interne richiede, con urgenza, la riorganizzazione dei servizi alla persona. L’abbandono di queste aree rappresenta un costo sempre più alto per le attività agricole e per la collettività, sia per quanto riguarda l’aumento del rischio di dissesto idrogeologico, sia per traguardare una “sostenibilità umana” di maggior benessere e vivibilità alleggerendo la pressione sui centri urbani ad alta densità abitativa, come la recente pandemia ha costretto a ricercare. Le stesse strutture finanziate recentemente dal Pnrr – ospedali e case di comunità, sono perlopiù collocate in zone fortemente urbanizzate.
Solo una alleanza duratura tra città ed aree rurali, proposta rintracciabile da tempo nei documenti della Cia, può restituire attrattività a queste aree per i giovani, gli adulti, gli anziani: lavoro, servizi efficienti quali trasporti, istruzione, sanità, innovazione, cultura, digitalizzazione sono la base per il rilancio delle zone interne, rurali e svantaggiate.
Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini nel concludere il Convegno ha richiamato il Governo alle proprie responsabilità in tema di sanità. “Chi viene eletto non può non prendersi carico dei debiti e dei problemi di chi lo ha preceduto -ha spiegato Fini- Il problema del servizio sanitario c’è e va risolto, è una priorità assieme ai temi della scuola, dell’acqua, dell’ambiente, che ha al suo centro l’agricoltura”.
Ricordando poi l’idea dell’inserimento nella Costituzione del valore minimo di spesa nazionale del 6,5% per la sanità (oggi siamo al 6,2%), il presidente Fini ha con forza invocato un miglioramento dei trattamenti verso alcune categorie di malati, rimarcando che non esistono cittadini di serie A e di serie B.
Presenti, inoltre, all'evento Gabriele Carenini presidente Cia Piemonte, Ivano Moscamora, direttore Cia Liguria, Carlo Emilio Zucchella e Paola Fugagnoli, ripsettivamente presidente e direttore di Cia Pavia, Donato Campolieti, direttore Cia Alta Lombardia e Alessandro Tacconi, direttore Cia Est Lombardia.