Dairy Summit: Cia, serve una Pac più attenta al comparto lattiero-caseario
Il presidente Fini all’annuale evento di settore. Rivedere criteri e processi, spingere su innovazione
“È un momento molto importante per rilanciare il comparto lattiero-caseario nazionale che, con 24 mila allevamenti specializzati e 540 imprese di trasformazione, si conferma altamente strategico per l’agroalimentare Made in Italy, contribuendo per il 10% al valore complessivo dell’agricoltura italiana. Attenzione, quindi, a preservarne le peculiarità, assicurando agli allevatori interventi strutturali, soprattutto attraverso la Pac”. A ribadirlo è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini intervenendo, a Piacenza, alla 6° edizione del Dairy Summit, l’appuntamento dedicato alla filiera del latte e dei prodotti lattiero-caseari.
Il primo anno del Piano Strategico della PAC 2023-2027 -ricorda Cia- ha evidenziato diverse criticità rispetto al premio per gli allevatori, dovute a cambiamenti normativi, tecnici e amministrativi. L’attuale sistema ha subìto un significativo ridimensionamento, modifiche nei criteri di assegnazione, dalla graduale riduzione dei titoli storici al "capping" dei pagamenti per le aziende di maggiori dimensioni.
E ancora -continua Cia- la condizionalità rafforzata ha introdotto nuove regole legate alla sfera ambientale, così come lo strumento ClassyFarm ha richiesto competenze tecnologiche spesso non adeguatamente supportate. Gli Eco-schemi, poi, inseriti nel I Pilastro come strumento di premialità, compensano gli agricoltori per impegni volontari aggiuntivi per la sostenibilità climatica e ambientale, ma i criteri di accesso non sono sempre stati chiari o applicabili a tutti. Senza contare i ritardi nei processi amministrativi e le difficoltà regionali nell’implementazione dei nuovi strumenti.
“Bisogna introdurre soluzioni che intervengano sui costi alti di produzione -ha precisato Fini- e rendere gli allevamento più sostenibili, anche dal punto di vista ambientale”.
Per Cia, servono processi amministrativi più celeri nell’erogazione dei pagamenti, criteri più flessibili negli Eco-schemi e una distribuzione dei fondi più equa. Va favorita l’innovazione tecnologica, la capacità organizzativa delle filiere con azioni settoriali, programmi operativi, come l’Ocm latte, e puntare sulla creazione di un sistema di Op solido per incidere sul riconoscimento del giusto prezzo agli allevatori.
“Rafforziamo anche il supporto tecnico e la formazione degli allevatori -ha concluso Fini- e cerchiamo di fare la differenza per una più corretta informazione e per la promozione e il rilancio dei consumi del nostro latte e dei nostri formaggi, fondamentali in una dieta sana ed equilibrata”.