Coronavirus: vino oltre il boom e-commerce. Nuovi trend e strategie
Secondo l'enologo Sequino, l'impennata della domanda non è sufficiente. Serve adeguare al web, l'intera filiera
L'effetto Covid-19 sostiene il canale e-commerce. L'emergenza sanitaria ha incoraggiato lo shopping online, ma occorre consolidare la tendenza. Se da un lato le vendite via web potrebbero, infatti, rappresentare un'interessante alternativa di mercato, dall'altro potrebbero non riuscire a compensare le perdite economiche del settore, dovute per lo più allo stop del canale Horeca. Resta, ad ogni modo -sostiene l'enologo Stefano Sequino su Vigne, Vini & Qualità di giugno- che potranno contribuire a tenere, probabilmente anche nel periodo post Covid-19, alcuni importanti spazi di mercato.
Le analisi Ismea, spiega anche Sequino, sono molto significative rispetto alle nuove dinamiche di consumo e hanno confermato, anche per i vini, la crescita del canale e-commerce durante l'emergenza. Tuttavia l’impennata della domanda è condizione necessaria, ma non sufficiente per cogliere le opportunità del canale online. Occorre riflettere sulla capacità di adeguare l’offerta anche in termini di logistica e distribuzione, fattore imprescindibile per poter cogliere il cambiamento delle modalità di acquisto da parte dei consumatori. Senza contare che la rete non è solo scaffale virtuale, ma anche e sempre più, spazio di confronto e di comunicazione dei vini aziendali, del territorio viticolo, dei processi tecnologici e dei vitigni. Permette di coinvolgere e informare, oltre a consentire, tra l’altro, di creare visibilità e interattività in comunità virtuali nelle quali navigano e si incontrano produttori e potenziali consumatori, tutti con la stessa possibilità di pubblicare e condividere contenuti, informazioni e commenti.
Serve, dunque, una strategia che tenga conto di una scelta mirata dello spazio web, come della gestione dei contatti con la potenziale clientela, della logistica e delle spedizioni che completano il processo di vendita online. C'è poi, una differenza sostanziale tra e-shop aziendale e marketplace specializzati. Nel primo caso, sono previsti costi di avvio, ma consente di personalizzare e delineare una forte identità dello scaffale online. Nel secondo, invece, è in grado di assicurare, senza costi iniziali, l'accesso diretto a una larga base di clientela e la gestione del processo collaudato di acquisto e consegna vino. Trend in crescita quello del social commerce. Permette la vendita attraverso le piattaforme social, interattività maggiore e l'opportunità di scambio consiglie ed esperienze.
La strategia scrive Sequino, citando Adam Rogers, North America Research Director IWSR, è presupposto fondamentale che deve garantire, al di là di prezzi tendenzialmente più interessanti rispetto alla vendita diretta, i servizi distintivi del canale e-commerce, dalla flessibilità e rapidità delle operazioni di vendita, alla puntualità e tracciabilità delle spedizione con il supporto post-vendita.
La sfida, conclude Sequino, è nella proposta di un sistema multichannel con enoteche virtuali e cantine e-shop che conducano oltre i target tradizionali.