Coronavirus: Cia, in agriturismo al sicuro. Regole siano ad hoc
Oltre 23 mila strutture pronte per vacanze all’aperto e lontane da rischio assembramenti
In agriturismo è garantito più agevolmente, il rispetto del distanziamento sociale, previsto per contenere la diffusione del Coronavirus, servono, quindi, regole ad hoc per la riapertura di questo comparto. A sottolinearlo è Cia-Agricoltori Italiani che ricorda, insieme alla sua associazione per la promozione agrituristica, Turismo Verde, come gli agriturismi privilegino per natura, l’esperienza del tempo libero all’aria aperta e lontano dal turismo di massa. Offro, inoltre, per la conduzione spesso familiare e informale delle strutture, accoglienza e ristorazione già in linea con le disposizioni per la “fase 2”.
In attesa della riapertura del 18 maggio e di indicazioni più precise per il ripresa delle attività agrituristiche, Cia e Turismo Verde chiedono, quindi, che quest’ultime vengano considerate alla luce della loro specificità, per definire modalità di accoglienza che non siano eccessivamente e inutilmente rigide come risulterebbe, stando al documento tecnico dell’Inail e dell’Istituto Superiore della Sanità sulle misure previste per la ristorazione.
In particolare -aggiungono Cia e Turismo Verde- il problema del distanziamento dei 4 mq da assicurare a ciascun cliente, può essere ampiamente superato dagli agriturismi che, appunto, possono usufruire di ampi spazi anche in piena campagna, per allestire tavoli e picnic. Per questo Cia e Turismo Verde sono contrarie alle barriere in plexiglass, se non in prossimità della cassa, tenuto anche conto del fatto che solitamente gli agriturismi hanno, per esempio, menù su lavagna o monouso, lavorano su prenotazione e con pagamenti elettronici. La logica del distanziamento, poi, dovrebbe prevedere un'eccezione nel caso di tavoli per nuclei familiari.
Per Cia e Turismo Verde serve, quindi, un protocollo mirato per il comparto agrituristico, fermo restando l’impegno all’igenizzazione degli spazi compresi quelli di gioco dedicati ai bambini, all’uso di guanti e mascherina.
“Sin dall’inizio del lockdown -precisa Giulio Sparascio, presidente nazionale di Turismo Verde- abbiamo supportato i nostri associati, sollecitando l’attenzione del governo sul comparto agrituristico, tra i più colpiti dall’emergenza. Ribadiamo l’esigenza di liquidità, immediata, alla aziende come indennizzo a fondo perduto per le pesanti perdite subite”.
“Per ripartire con il piede giusto -aggiunge Sparascio- il protocollo di sicurezza per gli agriturismi deve essere però coerente e valido regionalmente. Governo e Regioni dovranno sostenerci. Importante, a tal proposito -conclude Sparascio- anche non trascurare l’importanza di una completa, chiara e uniforme campagna d’informazione per gli operatori e i futuri ospiti. Utile sarebbe la disponibilità di un'informativa online come cartellonistica in azienda per poter contare anche sulla responsabilità e buon senso degli stessi clienti".