15 Settembre 2023 | dal Territorio

Cinghiali: Cia Padova, produzione a -50% per uve nere e -30% per bianche

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Nei Colli Euganei decine di filari presi d'assalto dagli ungulati

Sui Colli fino ad un -50% di produzione di uve nere e un -30% di bianche, in particolare nell’area compresa fra Fontanafredda, Cinto Euganeo e Arquà Petrarca (ma provengono delle segnalazioni anche da Turri), a causa dei cinghiali.

“Questi sono i giorni clou della vendemmia -sottolinea Cia Padova-. Le previsioni erano ottime, tanto in termini di quantità che di qualità. Salvo scoprire che decine di filari sono stati attaccati dagli ungulati, alla costante ricerca di acqua e cibo”. Presi d’assalto, soprattutto, i vigneti che non sono stati adeguatamente recintati. “Dove scorrazzano, fanno fuori tutto. Non abbiamo ancora una stima dei danni, ma l’ordine di grandezza è sicuramente quello delle centinaia di migliaia di euro”.

Delimitare un appezzamento agricolo di un ettaro attraverso un’apposita recinzione, a prova di fauna selvatica, costa (in media) tra i 5mila e gli 8mila euro. “Si tratta di un’ulteriore spesa per gli imprenditori agricoli -precisa il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Tra rincari generalizzati e eventi atmosferici avversi, questa è una nuova batosta; non esiste più la certezza del reddito al termine dell’annata agraria”. Peraltro, capita che nottetempo i cinghiali riescano comunque a sfondare le recinzioni: si arrampicano sui vigneti e mangiano interi grappoli di uva.

“E sembrano pure scegliersi con cura gli acini -aggiunge lo stesso Trivellato-. Vanno a colpo sicuro. Si tratta di un’emergenza, divenuta cronica, che va affrontata una volta per tutte dalle autorità competenti”. Se fino a cinque anni fa la presenza degli ungulati nel Parco Colli veniva stimata in circa 10mila esemplari, oggi sarebbero aumentati fino a 15mila capi. “Continuano a riprodursi in maniera incontrollata -osserva Trivellato-. Per ogni esemplare che viene contenuto da parte dei selecontrollori autorizzati, ne nascono altri due”. Una delle soluzioni immediatamente praticabili, precisa, “è dare continuità a queste operazioni, pure mediante l’utilizzo di gabbie e chiusini. Altrimenti, si va verso una proliferazione crescente: a rischio, di conseguenza, l’intero comparto agricolo degli Euganei”.

E non solo, dato che negli ultimi tempi mandrie di cinghiali sono state avvistate anche in pianura, a Montegrotto e a Ospedaletto Euganeo, sempre alla ricerca di cibo e acqua. Questi animali, inoltre, rappresentano il principale vettore della peste suina africana. “Si è già manifestata in modo significativo in Piemonte, Liguria e Lombardia”, ricorda Cia Padova. Non è trasmissibile all’uomo, ma per i suini domestici e selvatici risulta altamente contagiosa. Motivo per cui, conclude Cia Padova, “in Veneto è emersa la necessità di adottare misure di biosicurezza maggiormente stringenti al fine di raggiungere l’obiettivo di una totale eradicazione del virus dagli ungulati”.