Cia Venezia: un piano agricolo nazionale per salvare il settore
La presidente Senno: “Siamo mobilitati da ottobre, adesso è il momento delle risposte”
“Da tempo chiediamo alle autorità competenti un piano strategico e di prospettiva che metta al centro l’impresa agricola e il reddito”. Così Cia Venezia, ricordando che è dallo scorso 26 ottobre, giorno della grande manifestazione a Roma, che Cia ha proclamato lo stato di mobilitazione generale al fine di far emergere le molteplici criticità del mondo dell’agricoltura.
“Siamo scesi in piazza per far valere le nostre ragioni -osserva la presidente di Cia Venezia, Federica Senno-. Ora proseguiremo nel tenere il punto: rivendichiamo con forza quel piano agricolo nazionale annunciato a più riprese negli anni scorsi dai vari Governi, ma mai realizzato”.
“Abbiamo presentato -aggiunge Senno- un pacchetto di proposte immediatamente praticabili. Chiaro che serve la volontà politica per procedere in tal senso”.
In primo luogo, è necessario redistribuire il valore lungo la filiera, prevedendo prezzi adeguati a favore degli agricoltori (oggi spesso costretti a lavorare senza ottenere dei margini congrui, ovvero sottocosto); vanno valorizzate le aree interne, comprese le Terre Alte, per mantenere un presidio economico-sociale nei territori, che altrimenti rischiano lo spopolamento.
Il governo delle acque, inoltre, “deve vedere gli imprenditori agricoli protagonisti e non succubi di decisioni prese unilateralmente, dall’alto”.
Per quanto riguarda la fauna selvatica, urge la modifica della legge 157 del 1992, passando dal principio di protezione a quello di gestione: “In Veneto i danni degli ungulati, ma pure dei lupi e delle nutrie, oltre che degli altri selvatici, sono ormai incalcolabili”.
Necessaria, poi, maggiore flessibilità relativamente al reperimento della manodopera (la parola chiave è semplificazione), mentre va contrastata la disinformazione (“Gli agricoltori inquinano” sembra essere diventato un assioma condiviso dall’opinione pubblica), portando dati veritieri e inconfutabili. Infine, la concorrenza estera: “Devono valere le regole della reciprocità commerciale”.
“Queste sono le battaglie che portiamo avanti da tempi non sospetti, con coerenza, competenza e dedizione, col solo scopo di salvaguardare gli agricoltori, l’ambiente e il tessuto economico-sociale -conclude la presidente di Cia Venezia-. Quando chiude un’azienda agricola, muore una parte del territorio. E questo non deve accadere”.