Cia Venezia: il perché del nostro no all’impianto fotovoltaico di Ca’ Solaro
“Siamo assolutamente contrari al progetto di creazione di un parco fotovoltaico di 18 ettari in località Ca’ Solaro, a Favaro Veneto”. Federica Senno, presidente di Cia Venezia, anticipa il giudizio negativo sull’opera, la cui fattibilità è in discussione in Regione.
“L'installazione di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli -spiega- deve essere limitata al massimo e le decisioni in merito dovrebbero essere prese con una visione d'insieme, tenendo conto delle peculiarità locali ed in particolare dell'esigenza dell'agricoltura. Da sempre chiediamo agli enti competenti che gli impianti fotovoltaici siano preferibilmente e primariamente collocati sui tetti degli edifici, sui capannoni o sulle aree marginali o dismesse. In questo modo si riduce in maniera significativa l'impatto sulla superficie agricola attiva. Il principio cardine è che non può e non deve essere tolto nemmeno un metro quadrato di suolo del comparto primario, ovvero tutto il suolo agricolo della provincia va considerato di pregio”.
Cia Venezia ricorda che finora la Città Metropolitana non ha ancora concluso il percorso di definizione delle aree di pregio e questo crea un vuoto legislativo per la tutela del territorio. Motivo per cui è urgente adottare delle politiche di pianificazione territoriale che salvaguardino il patrimonio agricolo e ambientale esistente. Il rischio è che senza l’individuazione delle aree di pregio, ci sia una corsa alla realizzazione di molti impianti del genere.
“In assenza di questa mappatura, dovrebbe prevalere almeno il buonsenso: tra nuova bretella ferroviaria, parcheggi, stadi e palazzetto, in quella zona sono stati già sottratti decine di ettari alle produzioni agricole. Vogliamo ricordare che siamo in pieno bacino scolante in laguna e che la Regione privilegia queste zone vulnerabili nei bandi per le misure agroambientali. Infine questo intervento cozza con gli obiettivi di difesa e valorizzazione ambientale perseguiti dal Consorzio Risorgive. Tutti motivi che ci spingono -conclude Senno- ad opporci a questo impianto”.