12 Luglio 2004
Cia Toscana: serve una "cabina di regia" per i servizi di sviluppo agricolo e rurale
La Toscana è la regione italiana più impegnata nei servizi di sviluppo agricolo. Ma la necessità di sostenere le imprese agricole, per aumentarne la capacità di adeguamento e competizione, si fa sempre più forte in vista dei cambiamenti delle politiche comunitarie e dei nuovi scenari del mercato. In questo contesto è indispensabile individuare i bisogni di supporto e di assistenza delle aziende nel prossimo futuro e capire in che modo il sistema dei servizi potrà e dovrà rispondere alle esigenze delle imprese. A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale che regola il settore (la n.34 del 2001), è altrettanto necessario riflettere e discutere sulle problematiche che sono emerse con il nuovo sistema normativo nonostante i positivi cambiamenti introdotti.
Per confrontarsi sui punti critici individuati dal monitoraggio dei servizi di sviluppo agricolo e rurale, la Cia Toscana ha promosso una tavola rotonda, intitolata "Servizi di sviluppo agricolo e rurale Rafforzare il sistema per supportare le imprese agricole nel cambiamento". All'incontro, che si è tenuto oggi presso l'Hotel Astoria, a Firenze, hanno partecipato: Alessandra Alberti, presidente della Cipa.at, Associazione dello sviluppo rurale Toscana, l'assessore regionale all'agricoltura, Tito Barbini, Maria Grazia Mammuccini, amministratore delegato Arsia, Enzo Pierangioli, presidente di Cia Toscana, Francesco Postorino, direttore Confagricoltura Toscana, Antonio Sangiorgi, direttore Coldiretti Toscana, e rappresentati delle Province. Moderatore Giordano Pascucci, vicepresidente Cia Toscana.
La legge 34/2001 ha determinato l'allargamento del sistema a tutti i soggetti tecnicamente interessati, spostando le competenze programmatiche e procedurali dalla Regione alle Amministrazioni provinciali. E il decentramento ha dato risposte positive in termini di funzionalità amministrativa e di avvicinamento alle esigenze specifiche territoriali e delle imprese. Ma a questo si è accompagnata la perdita della capacità da parte del mondo dei servizi di "fare sistema", integrarsi e condividere i saperi, con una diminuzione di ruolo dell'Arsia che ha significato, fra l' altro, la riduzione della formazione regionale per i tecnici. Inoltre la durata annuale dei piani provinciali fissati dalla legge 34 /01 condiziona la programmazione degli interventi di assistenza i quali richiedono, talvolta, un arco di tempo pluriennale per essere efficaci. In assenza di adeguati strumenti di verifica e coordinamento si prospetta poi il rischio di una dissonanza tra la programmazione provinciale annuale la programmazione regionale per lo sviluppo dei servizi che, dal 2006, sarà quinquennale.
In risposta a queste criticità la Cia Toscana propone l'istituzione di una "cabina di regia" - una sorta di organismo di coordinamento regionale presso l'Arsia costituita da Regione, Arsia, Amministrazioni provinciali e organizzazioni professionali, in rappresentanza del mondo agricolo, con il compito di mantenere l'unità del sistema, orientare la programmazione e verificare l'efficacia dei servizi. "Nell'imminenza della riforma della Pac -dichiara Alessandra Alberti- l'agricoltura toscana non può permettersi di avere un'assistenza tecnica insufficiente dobbiamo rilanciare la formazione e dare impulso alle attività di divulgazione e di animazione dello sviluppo rurale".