Cia Sicilia Orientale: subito stato di calamità per alluvione nel Catanese
Danni ingenti a produzione e strutture agricole e alle infrastrutture viarie. Servono misure straordinarie
Proclamare lo stato di calamità, procedendo subito alla conta dei danni strutturali e infrastrutturali ed emanando misure straordinarie per il riassetto e il ripristino delle strade principali e secondarie. Queste le principali richieste di Cia Sicilia Orientale, contenute in una lettera inviata al presidente della Regione Nello Musumeci, agli assessori coinvolti e alla Protezione Civile, dopo la drammatica alluvione che ha colpito il territorio il 24 e 25 ottobre.
“Con la presente, nell’interesse dei nostri associati -scrive il presidente Giuseppe Di Silvestro- vi comunichiamo gli ingenti danni alla produzione, alle strutture e alle infrastrutture, che sono stati causati da più di un evento calamitoso di natura eccezionale verificatosi nella provincia di Catania e anche Siracusa”. Sono state colpite “tutte le attività agricole della Piana di Catania”, si legge, in particolare “danneggiate, oltre che le produzioni, anche le strutture e le infrastrutture dei territori comunali dei comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Paternò, Randazzo etc. nonché Francofonte e Lentini, a causa delle piogge alluvionali che hanno causato parecchi smottamenti di natura idrogeologica, interruzione di strade e linee ferrate, esondazioni di torrenti. Inoltre vi sono stati allagamenti di interi appezzamenti di terreno, deposito di detriti vegetali e pietrosi, dissesto di strade provinciali, interpoderali e poderali”.
Per questo Cia Sicilia Orientale chiede “con immediatezza” la proclamazione dello stato di calamità, insieme alla costituzione di “una cabina di regia istituzionale, da convocare con estrema urgenza presso il comune di Scordia, tra Genio Civile, Protezione Civile, Assessorato all’Agricoltura, Assessorato alle Infrastrutture, Organizzazioni Professionali Agricole e Sindaci dei Comuni colpiti, al fine di monitorare i danni e concertare le misure future per la regimentazione delle acque”.