27 Giugno 2022

Cia Sicilia al Festival del pesce azzurro di Marzamemi

#pesca
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Al centro dell’intervento del presidente Scardino le attività di PescAgri

Il presidente di Cia Sicilia, Graziano Scardino, ha preso parte a un importante convegno sull’agroalimentare nell’ambito del Festival del pesce azzurro di Marzamemi, in provincia di Siracusa.

Scardino ha raccontato e spiegato la nascita, l’impegno e gli obiettivi di PescAgri, l’Associazione Pescatori Italiani promossa da Cia per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione di pesca e acquacoltura in ogni sua accezione professionale e territoriale.

“E’ stata creata PescAgri -ha detto Scardino- per tutelare e valorizzare a livello locale e nazionale la pesca commerciale, quella sportiva e l’acquacoltura. Il nostro principale obiettivo, in questo momento, è fare aggregazione e supportare le imprese in un’ottica di crescita sostenibile. In Sicilia abbiamo più di 100 milioni di euro del fondo FEAMP da potere spendere provenienti dal Fondo europeo per la pesca, ma molto spesso parte di questi soldi non viene spesa e finisce nelle tasche di altre regioni o, peggio ancora, torna a Bruxelles”.

Questo “non ce lo possiamo più permettere. Così come avviene in agricoltura, le nostre piccole e medie imprese sono l’ossatura portante, la schiena di questi sistemi produttivi e, se non riusciamo a fare investimenti, queste aziende, che spesso sono familiari ma che danno lavoro, reddito e assicurano sostenibilità, rischiano di sparire -ha continuato il presidente di Cia Sicilia-. Non riuscire a sostenere e ad agevolare queste imprese ad approfittare di questi fondi europei, è una sconfitta per tutto il sistema, anche e soprattutto quello politico”.

E “quando parliamo di tutela, parliamo anche di difesa vera e propria del comparto dagli attacchi dell’Unione europea che, come per il latte e il vino, ci impone delle quote che ci penalizzano regolarmente. Parliamo anche di difesa dalle marinerie straniere alle quali viene concesso ciò che a noi viene negato. La politica deve impegnarsi a cambiare alcune norme a cominciare dal reddito di cittadinanza: non è una battaglia contro qualcuno, ma questo strumento doveva servire ad avviare al lavoro e invece fa stare a casa le persone. E anche questo -ha concluso Scardino- oggi, come sistema produttivo agroalimentare, non ce lo possiamo più permettere”.