Cia Rovigo: serve un commissario unico per la gestione del Po
La proposta del presidente Erri Faccini
“Il Polesine risente delle decisioni prese a monte a riguardo della gestione del fiume Po: patiamo o le conseguenze della siccità, con il Piemonte, la Lombardia e l’Emilia Romagna che all’occorrenza si accaparrano quanta più acqua possibile ad uso irriguo, o l’eccessiva portata del fiume stesso allorché si verificano delle alluvioni”. In entrambi i casi, osserva Cia-Agricoltori Italiani Rovigo, “la nostra terra è quella più sacrificata lungo l’asta del Po. L’ultima, in ogni senso”. Motivo per cui, ed è la proposta del presidente provinciale della Confederazione Erri Faccini, “serve un commissario unico per la gestione del fiume, da individuare all’interno dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po”.
Il punto cardine, che rientra pure nelle Linee guida della gestione idrografica dell’Ue, è l’istituzione di una cabina di regia che regolamenti, appunto, la gestione dell’acqua. “Ovvero un commissario -precisa Faccini- che abbia titolo per decidere quando è ora di aprire o di chiudere i rubinetti”.
Tre anni fa, nell’estate del 2022, il Polesine ha registrato una siccità che ha quasi dimezzato i raccolti, col cuneo salino che è risalito di oltre 40 km dalla costa. “Fu un evento drammatico. Bisogna andare oltre la logica del chi prima arriva, meglio alloggia; ovvero, i comprensori a monte del Po non devono venir favoriti, proprio per la loro particolare posizione geografica, rispetto al Polesine stesso. Tutti abbiamo i medesimi diritti di usare l’acqua del fiume a scopo agricolo”. Ecco perché, sottolinea ancora il presidente di Cia Rovigo, “occorre un atteggiamento dialogante e costruttivo fra le parti in causa. Con un soggetto, nello specifico un commissario, che sappia mediare al fine di trovare la quadra”. Quantità, ma anche qualità: “Sarà compito del commissario unico garantire elevati standard, dal Monviso al Delta. Sempre nell’ambito di un equilibrio sostenibile fra uomo e natura”.