28 Dicembre 2011

Cia Reggio Emilia: unificazione Consorzio agrario reggiano con Cap di Bologna e Modena sia scelta economica e non politica

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La Cia di Reggio Emilia esprime -attraverso le parole del presidente Ivan Bertolini- la propria preoccupazione per le notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi, su una possibile e repentina unificazione tra il Consorzio agrario di Reggio Emilia e quello di Bologna e Modena e ritiene che decisioni di grande portata per il futuro dell'agricoltura non possano essere prese senza la dovuta chiarezza e trasparenza del progetto industriale e senza informare con dovizia di dati amministratori e soci.
La Cia, pur non facendo parte dei gruppi dirigenti del Cap per scelte che si possono definire 'storiche', ritiene di dover esprimere un proprio punto di vista, perché il Consorzio agrario rappresenta un'importante struttura di servizio per gli agricoltori, e i suoi destini perciò non sono cosa che può lasciare indifferente nessuna associazione di agricoltori.
"Tra gli associati alla Cia reggiana -afferma Bertolini- vi è un certo numero di soci e clienti del Cap di Reggio che intendiamo tutelare in questa possibile unificazione, un'operazione che potrebbe diventare un'opportunità strategica per tutta l'agricoltura reggiana e perché no, di tutta l'agricoltura della Via Emilia: da Bologna a Piacenza".
"L'unità del mondo agricolo -aggiunge il presidente Cia- deve passare anche attraverso le strutture di supporto dell'agricoltura, le decisioni vanno quindi assunte con grande trasparenza e non con conclusioni perentorie prese sulla testa degli agricoltori, scelte che sanno di antico, quindi scelte politiche e non scelte economiche, che in passato hanno dato molti dispiaceri ai produttori".
Il Cap di Reggio ha vissuto parecchi anni travagliati ed un lungo commissariamento, a causa di una situazione estremamente difficile, dal quale è poi uscito 'in bonis', riuscendo a proseguire con le proprie gambe, a differenza di altre realtà che hanno dovuto integrarsi per riprendere a fornire il proprio servizio agli agricoltori".
"In ogni caso -conclude Bertolini- non è pensabile che gli organi deliberanti del Cap non siano informati in modo completo e chiaro su tutti gli aspetti che sottostanno alla possibile unificazione; riteniamo che essi devono essere messi in condizione di intraprendere un percorso chiaro e trasparente di decisione, realmente nell'interesse degli agricoltori soci".