Cia Reggio: bene finanziamento Diga sull'Enza. Ora accelerare su costruzione
Il presidente Catellani: "Snellire iter e burocrazia"
“Diga sull’Enza, bene il finanziamento che aspettavamo da molto tempo. Ma non bisogna esultare troppo, si è già in ritardo e non si deve perdere ulteriore tempo: ora bisogna correre per la sua realizzazione, fondamentale per salvare l’agricoltura reggiana dalla grave siccità ormai strutturale”. Parole di Lorenzo Catellani, presidente Cia-Agricoltori Italiani Reggio Emilia, che commenta così l’atteso finanziamento di 3,2 milioni di euro del ‘Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti’ e 300mila euro dalla Regione.
La costruzione della diga è una necessità imprescindibile per il territorio, “dove la disponibilità d’acqua si è drasticamente ridotta a causa dei cambiamenti climatici. Gli effetti sono davanti agli occhi di tutti e l’agricoltura è il settore che più li sta pagando. Ma l’infrastruttura deve essere delle dimensioni adatte per usi plurimi: deve esserci la disponibilità di acqua necessaria a soddisfare tutti i bisogni del vasto territorio che andrebbe a servire. Servono passi concreti e urgenti”.
Il presidente di Cia Reggio riflette poi sull’attuale situazione: “Ci aspetta una primavera-estate davvero durissima. La siccità quest’anno è ancora più grave perché si somma alla sofferenza ereditata dal 2022. Abbiamo avuto un inverno con un 45% in meno di neve sulle Alpi, precipitazioni minime su tutto il bacino padano, e i grandi laghi sono già adesso in grossa difficoltà. Basti pensare che sul territorio reggiano le falde sono a -80% (fonte Anbi) rispetto alla media del periodo. E il Grande Fiume è ridotto ai minimi storici. Le previsioni a medio termine indicato ancora e solo sole: ma le piogge primaverili sono fondamentali per i cereali e i foraggi per il Parmigiano Reggiano. Viviamo una costante emergenza che già quest’anno rischia di compromettere almeno il 30% della produzione agricola. Una percentuale che aumenta esponenzialmente con il passare delle settimane senza precipitazioni”.
Tanti imprenditori agricoli reggiani stanno facendo fronte all’emergenza “investendo in impianti finalizzati al risparmio idrico e in colture più resistenti a caldo e siccità. Alcuni si affidano addirittura alle mappe satellitari per innaffiare i campi solo dove è strettamente necessario. Ma da soli non possono vincere la guerra dell’acqua”.
“Ѐ opportuno ragionare insieme, filiera e istituzioni, per non far saltare gli equilibri economici, spesso a carico delle aziende del settore -conclude Cia-Agricoltori italiani-. Subito al lavoro per un’agricoltura più resistente ai cambiamenti climatici e per un’infrastruttura irrigua che non ci renda fanalino di coda in Europa e nel mondo, dove il nostro Made in Italy deve continuare a vincere”.