Cia Ravenna: dopo i danni della siccità arrivano quelli del maltempo
L'evento temporalesco di mercoledì 28 giugno ha colpito in maniera molto violenta diverse zone della provincia di Ravenna, dalla collina al mare. Grandinate e raffiche di vento fortissime hanno causato effetti pesanti anche sull'agricoltura. La pioggia, in certe zone caduta con una potenza estrema, in altre per niente o quasi, non è stata propriamente quella attesa dagli agricoltori già, e ancora, alle prese con la siccità. Questo genere di pioggia, infatti, non ha modificato la situazione: la terra non ne ha tratto giovamento. I sopralluoghi dopo la tempesta nei campi sono ancora in corso: a danni si aggiungono danni.
"Da una parte -afferma il presidente della Cia provinciale di Ravenna Danilo Misirocchi- si deve fronteggiare il problema della siccità e dall'altra si ha a che fare con eventi piovosi sempre più drammatici e violenti. Per le calamità temporalesche si fa ricorso alla difesa attiva con le reti antigrandine e a quella passiva, anche se in Italia il sistema assicurativo, contrariamente ad altri Paesi concorrenti quali la Spagna, non funziona a causa della burocrazia. Per quanto riguarda la siccità dobbiamo attrezzarci sempre di più con invasi collinari. Può sembrare paradossale, ma il problema della siccità rimane nonostante quanto accaduto il 28 giugno. Il clima cambia e in un territorio torrentizio come il nostro -continua Misirocchi- non tenere l'acqua quando c'è è un crimine".
"Siamo convinti dell'importanza di investire nella realizzazione di altri invasi -sostiene il presidente della Cia provinciale di Ravenna- Consentono di raccogliere l'acqua piovana invernale, sono riserve di acqua di superficie da utilizzare nel momento in cui i corsi d'acqua non possono soddisfare il fabbisogno idrico. I sistemi irrigui dal punto di vista tecnico sono all'avanguardia in frutticoltura, vitivinicoltura e orticoltura. In ogni caso, perché poi i sistemi irrigui facciano il loro lavoro, serve l'acqua. Senza invasi, così come se fossimo senza diga di Ridracoli, forse saremmo già qui a patire tutti la sete. Gli agricoltori non sprecano l'acqua, la usano. Gli invasi rappresentano un beneficio e una garanzia per tutti: per la comunità e l'uso domestico, per il sistema produttivo e non solo di quello legato all'agricoltura e per l'ambiente".