12 Dicembre 2025

Cia Puglia: olivicoltori palestinesi ridotti alla fame. No a questo scempio

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L’appello della Confederazione per fermare il disastro e le violenze dei coloni che affamano un popolo

Quello che sta succedendo in Palestina e in Cisgiordania, con le aggressioni dei coloni che continuano indisturbate e la distruzione sistematica dell'economia olivicola e agricola dei palestinesi, è orribile e disumano. Gli oliveti palestinesi, primaria e fondamentale risorsa di sostentamento, sono stati per larga parte distrutti e volutamente estirpati durante la guerra. Le piante superstiti, tuttavia, sono riuscite miracolosamente ad arrivare a produzione, ma agli olivicoltori palestinesi viene impedito di poter vendere liberamente le proprie olive, come è stato messo in evidenza lucidamente e drammaticamente nella recente audizione dell’imprenditore Ziad Anabtawi, davanti alla Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica Italiana. 

“Gli olivicoltori italiani -dichiara Gennaro Sicolo presidente di Cia Puglia, nonché presidente nazionale di Italia Olivicola- sono vicini a quelli palestinesi. Ai nostri colleghi di Palestina e Cisgiordania esprimiamo piena e sincera solidarietà. Chiediamo al Governo italiano, all'Unione Europea e al consesso delle libere nazioni democratiche di tutto il mondo di porre fine a questa immane ingiustizia che affama un popolo intero e continua a perpetrare fame, miseria e morte distruggendo anche quel poco di speranza e di economia che deriva dall'agricoltura. Sono personalmente vicino all’amico Fayyadd Abdul Kareem Fayyadd, presidente degli olivicoltori palestinesi e componente del Comitato Consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale”.