Cia Potenza-Matera: Pera Signora della Val Sinni Presidio Slow Food in crescita
L'impegno di Concetta La Rocca, presidente dell'associazione Donne in Campo dell'organizzazione e Agricoltore Custode dell'Anno
Il progetto "Presidio Slow Food della Pera Signora della Valle del Sinni" con protagonisti un gruppo di agricoltori dell'area del basso Sinni fa un nuovo passo avanti. Concetta La Rocca, presidente Donne in Campo-Cia e Agricoltore Custode dell’Anno, riconoscimento ottenuto dall’Alsia, lavora ad un laboratorio aziendale per fare in casa confetture, canditi, puree e succhi di frutta. Ma anche i biscotti e il panettone.
“Il modo migliore -dice- per chiudere il cerchio di una filiera che ha ancora molto da dire”. La Rocca è dal 1990 impegnata a mettere a coltura alberi di frutta e ortaggi in aree che erano state abbandonate e diventate incolte. E’ proprietaria e custode di un pero di un'antica varietà locale detta "Signora" dichiarato Monumentale. Molte sono le antiche varietà di frutta e ortaggi che coltiva e che cerca di valorizzare per farle arrivare sulle tavole dei consumatori. E' impegnata in associazioni locali che si occupano proprio di tutela del paesaggio rurale, di salvaguardia e valorizzazione della cultura rurale del territorio. Racconta l’imprenditrice agricola: “Nei nostri terreni abbiamo trovato tante piante di cui non si sa nemmeno bene il nome, ma una in particolare è quella su cui abbiamo deciso di concentrarci”.
Si tratta della Pera Signora, una tipologia un tempo diffusa nella zona della Val Sinni dal profumo molto spiccato. La Signora è diventata un presidio Slow Food dal 2014, è stata iscritta nei registri dell’agrobiodiversità locale e oggi, sulla scorta dell’esempio di La Rocca, è stata recuperata da una decina di altri agricoltori. Protagonista in azienda non è tuttavia soltanto l’antica pera, ma anche un miscuglio evolutivo di fagioli individuato con un docente genetista per le sue capacità di adattamento, così come vari tipi di peperoni, sedano e origano autoctoni. Perchè è convinta che bisogna conoscere le tradizioni di un territorio - con l’abbondanza di piante da frutto spontanee - per poter trasmettere alle nuove generazioni la cultura del luogo e l'identità culturale.