03 Giugno 2004
Cia Padova: un non vedente ottiene il riconoscimento giuridico di coltivatore diretto
E' il primo imprenditore agricolo italiano cieco riconosciuto dalla legge come tale. Davide Cervellin, noto imprenditore padovano, è riuscito ad abbattere un'altra barriera: quella che vedeva finora esclusi dalla attività primaria le persone con handicap. Questo grazie all'impegno e all'azione della Cia di Padova che si è battuta con tenacia affinché si sgombrasse definitivamente il campo da un ostacolo assurdo che impediva il riconoscimento giuridico di coltivatore diretto per i disabili e portatori di handicap.
L'iniziativa svolta dalla Cia provinciale è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta lo scorso primo giugno a Padova. Vi hanno partecipato, oltre al diretto interessato Davide Cervellin, il presidente della Cia padovana Daniele Toniolo, il vicesegretario della locale Camera di Commercio Maurizia Dosso, il coordinatore della Rete delle Fattorie Sociali promossa dalla Cia Alfonso Pascale.
Nel corso della conferenza stampa, che ha avuto come tema "Per i disabili un nuovo ruolo in agricoltura", è stato rilevato che esiste una legge, del 1957, che impedisce ai disabili il riconoscimento ufficiale di coltivatore diretto, in quanto si presume che una persona con disabilità non sia adatta a questo tipo di lavoro. Ma Davide Cervellin, cieco dall'età di 16 anni e da sempre in prima linea come imprenditore, ha una sua azienda che produce apparecchiature tecnologiche per ipovedenti ed è presidente del Centro Efesto (Centro di recupero e di formazione dell'autonomia delle persone disabili), voleva impegnarsi anche in un'attività agricola e ci è riuscito. Ha vinto un ricorso contro la legge del 1957 rifacendosi ad un'altra legge, la 68 sul collocamento mirato del disabile. In questa azione e' stato sostenuto con forza dalla Cia di Padova Ora e' titolare di un'azienda che si chiama ''Toccare il Cielo'', dove cercherà di realizzare un suo sogno: la ''fattoria dei sensi''.
Le persone disabili, proprio a causa del deficit di uno dei sensi, in questo caso la vista, ne sviluppano maggiormente altri ed hanno, quindi, una speciale sensibilità in alcuni campi, come l'agricoltura, dove anche l'olfatto e il gusto hanno un ruolo fondamentale. Nella fattoria dei sensi si potrà ''assaggiare la terra, annusare l'acqua, toccare l'anima, sentire il silenzio e vedere il buio'', ha spiegato Davide Cervellin.
Qui si potranno assaggiare prodotti sani ed insieme imparare a conoscere il valore e l'importanza dei sensi.
"La vicenda di Davide Cervellin -ha affermato Alfonso Pascale, coordinatore della Rete delle Fattorie Sociali promossa dalla Cia- merita di essere raccontata, perché mostra il ritardo della pubblica amministrazione nel comprendere i nuovi termini del rapporto tra agricolturae disabilità. Da molti anni, infatti, persone prive della vista o dell'udito o portatori di handicap motorio svolgono funzioni da protagonista nelle aziende agricole e conducono direttamente le attività. Lo fanno utilizzando gli ausili tecnici e gli strumenti informatici compensativi che hanno ridotto notevolmente le condizioni di disabilità e offerto alle persone coinvolteopportunità piene di partecipazione e inclusione sociale. Pertanto, anche nelle famiglie degli agricoltori la disabilità non è più considerata, comeavveniva fino ad alcuni decenni fa, una disgrazia, perché nel frattempo si è scoperto che soprattutto nel settore primario si può trasformare un limite in un'opportunità".
"Purtroppo, non era così per l'Inps, che continuava a negare la qualifica di coltivatore diretto alle persone disabili, facendo valere –ha aggiunto Pascale- non già la realtà dei fatti, ma antichi e perduranti pregiudizi.Non a caso,la sede di Padova dell'Istituto di previdenza aveva nei mesi scorsi respintola domanda di Davide Cervellin, un non vedente che, dopo aver accumulato esperienze imprenditoriali in altri settori,aveva avviato un'impresa agricola e produce vino ed olio di gran pregio in un'aziendadenominata significativamente "Toccare il cielo", a suggello della conquista di un nuovo traguardopersonale".
"Ma Davide Cervellin, com'è nel suo carattere combattivo, non si è dato per vinto e, insieme alla Confederazione italiana agricoltori, ha presentato ricorso alla sede centrale dell'Inps ottenendo finalmente l'agognata qualifica che ora lorende agricoltore a tutti gli effetti. E' un risultato importante -ha evidenziato Pascale- perché anche la pubblica amministrazione si è allineata a quanto già avviene nella realtà. Ed ora, anche a livello giuridico, è considerato normale che un disabile possa realizzare il proprio progetto di vita cogliendo le enormi opportunità offerte dall'agricoltura.Tale risultato si inserisce nell'azione più generale della Cia volta a favorire la crescita imprenditoriale delle persone con varie forme di disagio impegnate in agricoltura ed a promuovere nuovi servizi sociali, integrando la cura delle risorse ambientali, l'uso di attrezzature aziendali e la valorizzazione di tradizioni e mestieri rurali".
"Con queste finalità, infatti, la Cia ha recentementepromosso la Rete delle Fattorie Sociali per giungere quanto prima ad una vera e propria associazione. Si vuole valorizzare così -ha concluso Pascale- una componente fondamentale della ruralità, la sua sostenibilità sociale, che, se permane, qualifica senza banalizzazioni l'immagine del territorio rurale, ancorandola a valori preesistenticome la solidarietà e il mutuo aiuto,e rende tali aree anche economicamente competitive."