12 Dicembre 2022 | dal Territorio

Cia Padova: un litro di latte verso i 3 euro, ma chiude 1 allevamento su 10

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Nel report, a cura dell'organizzazione, le gravi difficoltà del settore

Entro alcune settimane, nei supermercati padovani un litro di latte potrebbe toccare il record di 3 euro, mentre da mesi ormai gli allevatori stanno lavorando in perdita. Il report, a cura di Cia-Agricoltori Italiani Padova, individua nei rincari dei mangimi e dell’energia le ragioni degli esorbitanti aumenti dei prezzi al consumo, oltre che a operazioni speculative. Paradossalmente, però, ai produttori viene riconosciuto un “guadagno” fino a 57 centesimi al litro, quando la mera spesa di produzione è di 58 centesimi al litro. La legge del mercato al contrario, analizza Cia Padova, per gli oltre 2.500 allevamenti presenti in provincia (soprattutto nella zona dell’Alta), per un fatturato annuo complessivo di 80 milioni di euro. L’Italia, peraltro, è autosufficiente per quasi il 90% del fabbisogno di latte.

“Negli ultimi tre anni ha chiuso i battenti un allevamento padovano su dieci -puntualizza il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Si tratta di numeri verificati dalla Camera di Commercio, che descrivono un settore fortemente in crisi”. Le spese per i mangimi - mais, soia, orzo e paglia – e per la corrente elettrica sono incrementati del 120%. Nel contempo, ai produttori viene riconosciuto sempre meno. Non solo. Nella filiera che va dalla stalla al supermercato le speculazioni risultano difficili da intercettare.

“Il nostro è un prodotto di qualità -aggiunge il presidente- costantemente controllato dalle autorità preposte. In questo quadro già di per sé molto complicato, la nuova Pac, Politica agricola comune, 2023-2027 non dà quelle risposte che sarebbero necessarie per un reale rilancio del settore”. Quest’ultimo è strategico pure in una logica di tutela del paesaggio e di difesa del territorio. “Alle aziende vengono imposti sempre maggiori obblighi, a fronte di sostegni economici non adeguati”. Motivo per cui Cia chiede in primo luogo un intervento da parte del Governo finalizzato ad un taglio dei costi dell’energia nelle stalle. E, inoltre, specifiche azioni politiche il cui fine ultimo dev’essere la valorizzazione del latte italiano, assieme al riconoscimento di un equo prezzo. Infine, va ricordato che l’80% del latte prodotto viene utilizzato nell’ambito della trasformazione (burro, formaggi e altri prodotti lattiero-caseari), mentre il restante 20% rientra nell’uso alimentare. Da notare che negli ultimi mesi il consumo di quest’ultimo è aumentato dell’1,9% (dati Istat), segno, conclude Trivellato, che “la filiera tira. A maggio ragione, le Istituzioni sono chiamate a fornire il loro aiuto alle imprese zootecniche; nonostante tutte le difficoltà, la domanda interna resta elevata”.