Cia Padova: per la barbabietola da zucchero un'annata con tante ombre e poche luci
Un’annata con tante ombre e poche luci per la barbabietola da zucchero. Un dato su tutti: allo zuccherificio di Pontelongo la campagna è terminata a mezzanotte dello scorso 10 settembre. “In netto anticipo rispetto alla media della stagione -sottolinea Cia Padova-. Nel 2025, nel padovano, la superficie coltivata a barbabietola non ha raggiunto i 1.000 ettari complessivi: meno terreni dedicati, di conseguenza meno rese”.
Fra le diverse criticità registrate, una primavera eccessivamente piovosa che, appunto, ha compromesso le semine. Oltre al lisso, un coleottero parassita, che ha attaccato la pianta e delle varietà di malerbe infestanti; anch’esse hanno impedito, almeno in parte, un corretto sviluppo vegetativo della stessa. Altalenante il grado zuccherino: ha tenuto nell’area del Montagnanese, mentre si è ridotto fino ad un 10-11% nelle zone limitrofe a Pontelongo.
“Nonostante queste problematiche -precisa il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini- siamo chiamati a scommettere sul comparto, che rimane un’eccellenza del territorio”. Serve, però, un forte intervento delle Istituzioni. Anche perché, chiarisce il direttore, “in un mercato europeo già in difficoltà, l’accordo commerciale tra Bruxelles e i Paesi del Mercosur, Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, rischia di provocare seri danni all’unica filiera saccarifera attiva in Italia”. “In Sud America sono tuttora autorizzati dei principi attivi da anni vietati all’interno dell’area Ue. Ciò determina un ingiusto vantaggio a scapito dei nostri agricoltori, i quali coltivano la barbabietola rispettando norme molto più stringenti”. Occorre, dunque, attuare il principio della reciprocità, pure applicando la clausola di salvaguardia: “Chiediamo un’adeguata e veloce risposta da parte delle autorità competenti regionali, nazionali ed europee”. In tutto questo, “la barbabietola da zucchero va considerata anzitutto un’opportunità per le aziende agricole, sia in termini agronomici che economici”. Di fatto, si tratta di una radice che va a spaccare in profondità gli appezzamenti agricoli, smuovendo la terra in maniera del tutto naturale. Ed è proprio per questo, osserva Antonini, che “viene utilizzata per una corretta rotazione dei terreni”. Non solo. Viene definita una coltura “altruista” poiché rilascia delle sostanze nutritive utili per le coltivazioni successive quali, ad esempio, il grano e il mais. Per quanto riguarda il trend, nell’ultimo triennio la richiesta di zucchero italiano 100% è aumentata del 10%.
"Agli imprenditori agricoli che continuano ad investire nella barbabietola dev’essere garantito un equo reddito -conclude-. Necessario, poi, attivare tutti quegli incentivi finalizzati ad aumentarne la produzione; come ampiamente dimostrato, è una coltivazione che ha delle ricadute più che positive sull’intero sistema economico locale”.