28 Febbraio 2025

Cia Padova: con dazi Usa e Mercosur l'Europa è ad un bivio

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Il presidente Trivellato: "Sugli scambi commerciali, la parola chiave è reciprocità"

Nell’ultimo biennio l’export agroalimentare veneto (9,58 miliardi di euro il dato complessivo nel 2024) verso gli Usa è cresciuto del 17%. A trainare il sistema il comparto vitivinicolo (su tutti il Prosecco, ma anche i vini dei Colli Euganei), che da solo vale 3 miliardi di euro all’anno. Numeri record: il Veneto si conferma la Regione leader nell’export di vino a livello nazionale (quota il 37% delle esportazioni totali italiane). Subito dietro gli Stati Uniti troviamo il Giappone (+14%) e la Spagna (+9%). Cresce l’export veneto del settore primario pure verso la Germania e il Regno Unito (+6%) e la Francia (+4%). L’altra faccia della medaglia, però, è che la nostra Regione è al secondo posto per importazioni, con una quota del 15,5%, dietro alla sola Lombardia (14,8 miliardi di euro, pari al 23,6% del totale nazionale). In pratica, il Veneto presenta un saldo commerciale negativo di 183 milioni di euro. I dati, rilevati da Veneto Agricoltura, sono stati illustrati in occasione della tavola rotonda “Agricoltura italiana tra accordi globali e pratiche sleali. Difesa del prodotto italiano e sfide future”, (a cura di Cia Padova) che si è tenuta stamane all’Hotel Crowne Plaza. Durante la stessa è stato evidenziato che nel 2024 gli Stati Uniti hanno acquistato prodotti agroalimentari italiani per 7,8 miliardi di euro.

“Le ultime dichiarazioni del presidente Donald Trump, ovvero che sarebbe imminente l’introduzione di non meglio precisati dazi, preoccupano gli imprenditori agricoli -osserva la stessa Cia Padova-. Siamo chiamati a tenere la barra dritta in un contesto tanto complicato”.

“Fra il 2023 e il 2024 la provincia di Padova ha perso il 2% delle imprese agricole -ha esordito il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato-. Queste sono le cifre che maggiormente ci preoccupano. Chiediamo un’adeguata risposta da parte delle Istituzioni regionali, nazionali ed europee. Sugli scambi commerciali, la parola chiave è reciprocità”. L’europarlamentare Stefano Bonaccini ha sottolineato che la “la risposta a Trump va data in maniera compatta, non tramite accordi bilaterali. I dazi, di fatto una guerra commerciale, rappresentano un danno per tutti.

Dobbiamo diversificare i mercati, guardando pure all’India: stando alle ultime previsioni, nel 2035 quest’ultima supererà la Cina in termini di Pil”. Secondo lo stesso Bonaccini, da qui ai prossimi due anni, inoltre, “bisognerà togliere il diritto di veto ai singoli Stati membri. Non funziona una democrazia dove uno dei 27 può bloccare tutti”. “Occorre, poi, applicare il rapporto Draghi: Bruxelles deve mettere a bilancio 700miliardi all’anno per la crescita e gli investimenti”. Il senatore Luca De Carlo ha evidenziato che “l’agricoltura rimane un comparto strategico. Sicuramente il presidente Usa sta portando avanti gli interessi del suo Paese, ha avuto un mandato in tal senso; giusto, allora, che l’Europa replichi in maniera unita. Come Italia, non tratteremo da soli la questione”. Accorato l’appello del presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini: “Oggi siamo ad una svolta storica: il Vecchio Continente può, anzi è tenuto, a rilanciarsi. Al centro vanno l’agricoltura e l’agricoltore, e non è un mero slogan. Relativamente al Mercosur, l’accordo di libero scambio fra l’UE e il Brasile, l’Argentina, l’Uruguay e il Paraguay, serve un’uniformità di approccio fra gli Stati aderenti. Pure l’India, infine, sarà una grande opportunità. Sì ai protocolli commerciali -ha concluso-, ma siglati con prudenza e in una logica di snellimento della burocrazia”.