Cia Padova: bene riduzione fitofarmaci del 30%
E' la giusta direzione. Ora si favoriscano i biodistretti
Rispetto dell’ambiente, del territorio, e soprattutto rispetto della salute dei cittadini: è in questa direzione che deve guardare l’agricoltura, in un’ottica di crescita sostenibile, che veda al centro i cittadini e la qualità dei prodotti che arrivano sulle loro tavole. Dal 2010 ad oggi, l’utilizzo di fitofarmaci nel settore primario è diminuito del 30% e si può ancora migliorare. A dirlo è Cia Padova che considera positivo il dato emerso, così come un passo avanti verso la sostenibilità è rappresentato anche dal Decreto regionale dedicato ad un corretto impiego delle sostanze fitosanitarie, che prevede un coinvolgimento attivo delle amministrazioni comunali.
In pratica, i Comuni del territorio potranno adottare il regolamento per adempiere alle indicazioni previste dal Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, nelle aree agricole ed extra agricole individuate come ‘Siti Altamente Sensibili’, frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, come asili, scuole, ospedali, centri parrocchiali e centri rieducativi. I Comuni procederanno in collaborazione con le Ulss competenti, per definire quali siano le zone da tutelare.
Ma non solo: con il provvedimento è stata introdotta anche la tutela delle abitazioni i cui residenti siano soggetti alla possibile deriva di prodotto fitosanitario, che può originarsi durante la distribuzione nelle aree adiacenti. In questo senso viene definita una serie di azioni gestionali che l’operatore deve assicurare per evitare lo sviluppo di deriva nei pressi di aree frequentate dalla popolazione.
“Si tratta di un intervento molto importante e significativo -commenta il presidente di Cia Padova, Roberto Betto-. La cittadinanza ha bisogno di sicurezza, anche sul fronte sanitario, e l’agricoltura, in questo contesto, ha un ruolo decisivo. Ad essa va il compito di garantire il rispetto dell’ambiente, favorendo uno sviluppo sostenibile del settore. In particolare, agevolando la nascita dei biodistretti in quelle zone dove sia presente la vocazione allo sviluppo del biologico. E’ un provvedimento molto positivo, che vede collaborare il settore agricolo con quello sanitario”.