31 Agosto 2015

Cia La Spezia: al lavoro sui terreni della villa confiscata di Ghigliolo

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Istituzioni, associazioni e cittadini -tra cui tantissimi giovani- si sono dati appuntamento il 26 agosto di fronte alla villa di Via Ghigliolo Alto a Sarzana, un bene confiscato alla criminalità organizzata nel 2010 e oggi assegnato in comodato d'uso all'associazione Papa Giovanni XXIII e al Consorzio di cooperative sociali Cometa. Tutti armati di forbici, rastrelli e attrezzi da lavoro per ripulire i terreni circostanti alla villa, ad un anno di distanza dalla prima edizione della giornata "Porte aperte a Ghigliolo".



Promotori dell'iniziativa sono il coordinamento di Libera La Spezia e la Confederazione Italiana Agricoltori della Spezia, che con questa giornata hanno voluto lanciare un segnale forte di attaccamento al territorio.



"Siamo qui, ma torneremo solo se il progetto di riutilizzo di questo bene riuscirà effettivamente a partire", ha ribadito Marco Lorenzo Baruzzo, responsabile del settore beni confiscati di Libera La Spezia. Ammirazione e sostegno sono stati espressi sia dal vice-prefetto della Spezia La Fauci, sia dall'amministrazione comunale di Sarzana, rappresentata dagli assessori Daniele Castagna e Beatrice Casini.



La villa, una struttura tra le più antiche del territorio, è imponente e lussuosa, e circondata da circa 22 mila metri di terreno: cucina moderna, ampio salone, camere da letto, palestra, bagni, mansarda, piscina, box auto e ricovero attrezzi, per un valore stimato di circa un milione e mezzo di euro. Tutto questo diventerà una casa famiglia per minori gestita dall'associazione Papa Giovanni XXIII, che da anni porta avanti questa attività in tutto il mondo, mentre i terreni verranno lavorati dal consorzio Cometa, con il fine di avviare percorsi di recupero per persone in stato di disagio.



"Un progetto che non può essere però abbandonato a sé stesso" afferma Marco Antonelli, referente di Libera La Spezia, "non basta che ciascuno abbia fatto il proprio dovere fino ad oggi, c'è bisogno dell'impegno di tutti. Se questo progetto di recupero fallirà, sarà colpa di tutti coloro che si sono tirati indietro: non è l'affare di pochi, ma è una scommessa per tutta la comunità sarzanese e spezzina".