20 Febbraio 2023 | None

Cia Ferrara: misure fiscali penalizzano pensionati minimi e aziende agricole

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La preoccupazione dell'organizzazione per lo stop del Governo alla cessione del credito e allo sconto in fattura

Cia-Agricoltori Italiani Ferrara contesta in maniera decisa le scelte del Governo in materiale fiscale. L’aver tolto la possibilità di usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito è una doccia fredda per chi aveva programmato interventi di efficientamento energetico delle abitazioni rurali o ristrutturazioni edilizie in genere e si tratta di una decisione che va a discapito dei redditi medio-bassi e favorisce, in sostanza, i più ricchi o “capienti”.

“Con il D.L. n. 11/2023 approvato dal Consiglio dei ministri del 16 febbraio 2023 e valido per tutte le opzioni a partire dal 17 febbraio 2023 -spiega Marzia Morsiani, responsabile del Caf di Cia Ferrara- viene tolta la possibilità ai contribuenti di ottenere lo sconto in fattura o di cedere i crediti. Resta solo la detrazione nella dichiarazione dei redditi, ma per usufruire del vantaggio fiscale occorre avere la cosiddetta “capienza”. Peccato che molti pensionati agricoli che percepiscono un assegno minimo non pagano l’Irpef, l’imposta progressiva che non è dovuta se la pensione non supera i 7.500 euro annui, oppure 8.000 se il pensionato ha più di 75 anni e non percepisce altri redditi. Ci sono poi agricoltori attivi che non ne pagano abbastanza per detrarre e usufruire dello sconto fiscale. Questo naturalmente riguarda anche i privati e aziende di altri settori produttivi ma nel settore agricolo, dove la redditualità negli ultimi anni è davvero al minimo storico, il provvedimento avrà effetti significativi”.

L’associazione chiede di rivedere il provvedimento o di renderlo meno iniquo per le fasce di popolazione più “deboli” dal punto di vista economico.

"L’obiettivo delle agevolazioni fiscali derivate dai vari bonus, dal 110% a quello per la sostituzione della caldaia -commenta il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni- sarebbe quello di sostenere l’efficientamento energetico e la rivalutazione degli immobili, soprattutto per le fasce di persone e aziende che hanno redditi medio-bassi. Adesso non sarà più così e da misura fiscale 'popolare' le agevolazioni saranno solo per i più abbienti. Peraltro, sconto in fattura e cessione del credito hanno consentito a una platea ampia di risparmiare sui consumi e non essere completamente schiacciati dai prezzi energetici alle stelle, grazie a sistemi di riscaldamento più efficienti, con un miglioramento anche della qualità di vita".

Paradossale poi che il provvedimento arrivi negli stessi giorni in cui l’Ue ha varato la revisione della direttiva sulle “case green” per migliorare le performance energetiche degli immobili, che dovrebbero passare dalla classe energetica «E» entro il 2030 e quella «D» entro il 2033, con l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni del settore edilizio entro e non oltre il 2050. "Mi piacerebbe sapere -conclude Calderoni- come farà un pensionato agricolo che percepisce 500 euro di pensione a rendere efficiente la sua abitazione senza poter più ottenere agevolazioni fiscale consistenti. Poi, certo, la gestione dei bonus non è stata completamente trasparente e ci siano state varie problematiche ma togliere, di punto in bianco, questo tipo di agevolazione è una scelta scellerata che chiederemo, anche con l’ausilio della nostra associazione nazionale, di rivedere".