13 Novembre 2006

Cia di Ancona: a Jesi convegno sulla riforma dell'Ocm vino

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Alla presenza di un folto numero di vitivinicoltori anconetani, si è tenuto a Jesi, patria del noto Verdicchio Doc, un convegno sul tema "La riforma dell'Ocm vino. Prospettive per la vitivinicoltura nella provincia di Ancona".
L'iniziativa, organizzata dalla Cia provinciale, si è svolta venerdì 10 novembre scorso presso la sala riunioni della locale sede del Cnb.
A porgere il saluto di benvenuto è stato il responsabile dell'ufficio Cia di Jesi, area in cui la Cia trova sempre maggiori adesioni, Roberto Profili, che ha anche sottolineato che la zona, già penalizzata dalla riforma dell'Ocm zucchero, non può ora permettersi di perdere, con o senza premio all'estirpazione, neppure un ettaro del proprio pregiato vigneto e che, anzi, ci sarebbe il bisogno, soprattutto per le aziende con conduttori giovani, di ampliare le superfici vitate.
I lavori sono stati aperti dal presidente della Cia provinciale, Evasio Sebastianelli, il quale ha illustrato quali sono le aspettative ed i bisogni della vitivinicoltura locale rimarcando che i vitivinicoltori anconetani, pur nelle difficoltà di mercato degli ultimi due anni, hanno saputo investire nel miglioramento qualitativo dei loro prodotti che, a partire dalla Docg "Rosso Conero Riserva" e dalle Doc "Verdicchio dei Castelli di Jesi", "Verdicchio di Matelica", "Esino", tutti e tre con territori ricadenti anche in provincia di Macerata, "Lacrima di Morro D'Alba", "Rosso Conero" e "Rosso Piceno", con la maggior parte di territorio di produzione in provincia di Ascoli, si sono bene integrati nel circuito dei vini di qualità. Sebastianelli ha poi annunciato che la Cia di Ancona, puntando molto su questo importante settore, ha istituito un apposito servizio per i vitivinicoltori, mettendo a disposizione un tecnico specializzato.
Ha quindi preso la parola Pietro Palumbo, responsabile dell'ufficio vitivinicolo e oleolivicolo della Cia nazionale, che ha illustrato le linee che la Commissione europea intende percorrere nella prossima proposta di riforma dell'Ocm vino, nonché le prime riflessioni della Cia in materia che prevedono un forte impegno organizzativo nella difesa di alcune priorità da conseguire, pur considerando le proposte comunitarie condivisibili nella finalità di dare al vino europeo una rinnovata competitività sui mercati mondiali, accettabili alcuni orientamenti emersi, ma non condivisibili altri rimedi proposti. Il primo obbiettivo da conseguire – ha detto Palumbo – è quello almeno del mantenimento all'Italia dei fondi da noi percepiti attraverso la vigente Ocm. E' poi necessaria una profonda semplificazione normativa tale da riflettersi realmente in minori costi burocratico-amministrativi gestionali. La terza priorità è quindi quella di poter contare su importanti finanziamenti per la ricerca, l'innovazione e la promozione del vino.
Sono intervenuti al dibattito i viticoltori Rossano Landi, che ha rimarcato l'importanza del vigneto nell'economia aziendale che non ricava più reddito dalle altre colture tipiche locali come i cereali o la barbabietola; Marco Boris, che ha sottolineato come la vitivinicoltura anconetana può e deve puntare sullo sviluppo armonico sia di vini di territorio che di vitigno e come sia necessario investire collettivamente su servizi innovativi e Marco Finocchi, giovane produttore di Verdicchio e Vicepresidente della Cia provinciale, il quale si è soffermato sulle difficoltà normative e burocratiche che le imprese condotte da giovani trovano sulla via del loro sviluppo.
Lorenzo Santarelli, tecnico vitivinicolo incaricato di fornire servizi specifici alle aziende associate, ha illustrato il campo di azione del suo lavoro e sulla Ocm ha sottolineato la necessità di mantenere il significato della piramide qualitativa dei vini italiani nonché l'importanza della trasparenza dell'etichettatura.
Gianni Scortichini, dell'Ufficio provinciale dell'agricoltura della Regione Marche grazie alla cui efficienza la viticoltura anconetana può contare su uno schedario perfettamente funzionante e quindi in grado di supportare le richieste dei locali imprenditori, si è soffermato sui pericoli della proposta della Commissione in riferimento alla estirpazione sovvenzionata, sulla eccessiva liberalizzazione e sulla questione dello zuccheraggio nei paesi del Nord-Europa.
Le conclusioni sono state affidate a Franco Fiori, presidente della Cia regionale delle Marche, il quale nel riprendere i dubbi e le preoccupazioni dei vitivinicoltori anconetani, ha annunciato l'impegno dell'intera Confederazione sulle riforme delle Ocm del vino e dell'ortofrutta, ancora non riformate, ricordando come la Cia il prossimo 21 novembre con una apposita Direzione nazionale porterà direttamente a Bruxelles le proprie proposte tendenti a salvaguardare, pur non chiudendosi in anacronistici conservatorismi, il valore delle nostre produzioni vitivinicole.
Al termine dei lavori è stato costituito il Gruppo di interesse vitivinicolo della Cia provinciale di Ancona, aperto all'apporto di ulteriori produttori di tutte le aree viticole anconetane, e composto dai vitivinicoltori Marco Finocchi, Bernardo Federici, Floriano Mognon, Fausto Maroni, Nazzareno Vicari, Lucio Canestrari, Rossano Landi, Azienda Agricola Laurentina, Marco Boris e Maurizio Finucci, in rappresentanza dei soci della prestigiosa cantina sociale Moncaro, nonché dal tecnico Lorenzo Santarelli.