25 Luglio 2005

Cia Cosenza: Assemblea provinciale sul nuovo Patto con la società e distretti rurali

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Si è svolta in due parti l'Assemblea provinciale della Cia di Cosenza. La prima, nella mattinata, pubblica; la seconda, pomeridiana, riservata ai soli componenti dell'Assemblea. Tema in discussione: "Agricoltura tra recessione e un nuovo patto con la Società. Nuove politiche e nuovi strumenti per lo sviluppo in Calabria e in Italia".
Ha aperto i lavori il vice presidente vicario Francesco Barbarossa e ha svolto la relazione introduttiva il presidente provinciale della Cia, Italo Garrafa. Quindi, sono seguiti gli interventi dell'assessore regionale all'Agricoltura, Mario Pirillo, di Anna Aurora Colosimo, presidente della Comunità montana del Savuto, di Giovanbattista Genova, sindaco di Corigliano Calabro, di Pietro Lecce, sindaco di Spezzano della Sila, di Pio Paternostro, sindaco di Morano Calabro, di Luciano Manfrinato, assessore provinciale all'Agricoltura, di Giuseppe Mangone, presidente regionale della Cia, che ha concluso la sessione pubblica dei lavori.
Da tutti è venuto un plauso all'iniziativa e alla relazione del presidente Garrafa. E tutti hanno concordato sulla necessità di unire le forze per rivendicare il giusto ruolo dell'agricoltura, in Calabria. Un impegno prioritario anche per il nuovo governo regionale, come confermato dall'assessore Pirillo.
Nella relazione introduttiva di Garrafa inevitabile è stato il riferimento alla parola d'ordine dell'iniziativa politica avviata dallo scorso autunno: "Così non va", con la quale evidenziare ulteriormente "la grave condizione di precarietà del settore agricolo" determinata dalla crisi dei consumi, dagli elevati costi di produzione e dall'aumento dei costi al consumatore.
Garrafa ha spaziato a 360 gradi sui problemi dell'agricoltura europea, italiana e regionale. Ha parlato di "propaganda ingannevole sul Por" e di "agricoltura sparita dal bilancio regionale" della precedente legislatura. Precisa l'accusa all'Arssa, che "ha assorbito risorse" senza, tuttavia, ha criticato Garrafa, divenire uno "strumento al servizio dell'agricoltura, bensì un'arena per la conduzione di una mini politica fine a sé stessa e a qualche elezione".
I problemi nazionali. "Crolla la competitività - ha affermato Garrafa- e i nostri mercati diventano sempre più terra di conquista. Il divario della Calabria con il Mezzogiorno si è accentuato. Mentre il rischio di revoca dei finanziamenti del Por si fa sempre più incalzante".
"Ciò che è mancato alla Calabria -ha poi analizzato il presidente provinciale della Cia- è la volontà politica di cambiare le cose. E' un indirizzo nuovo, che dobbiamo conquistare".
Numerosi gli appelli pronunciati all'indirizzo degli eletti alla Regione. "Ogni giorno che passa -ha tuonato Garrafa- diventerà sempre più pressante la domanda di speranza degli agricoltori e della società calabrese verso il nuovo Governo regionale che deve mandare subito forti ed inequivocabili segnali di cambiamento. Bisogna resistere alle tentazioni del "gattopardismo", ha poi aggiunto Garrafa. Bisogna far avanzare un nuovo indirizzo economico e sociale. L'agricoltura -ha proseguito- deve ritornare protagonista attiva per fornire il suo insostituibile contributo allo sviluppo. Sta qui -ha spiegato il rappresentante della Cia- il senso vero del nuovo Patto tra agricoltura e società che dopo essere stato lanciato a livello nazionale oggi viene proposto a livello provinciale".
Garrafa ha sintetizzato i motivi della stipula di un nuovo Patto con la necessità di chiedere, da parte di un'economia che soffre la recessione, "un'assunzione di responsabilità su obiettivi condivisi per accrescere la competitività delle imprese e per il rilancio del settore". Un nuovo Patto anche perché "sono mutati gli scenari e le condizioni di competitività. Un Patto con la società perché ci si rivolge all'insieme delle Istituzioni di governo, della rappresentanza sociale e della rappresentanza d'interessi".
L'agricoltura chiede, così, di "ridisegnare la propria identità, fatta principalmente d'insediamenti, ci persone, di luoghi. Propone un nuovo patto, di qualità e di sicurezza alimentare".
Parole di apprezzamento Garrafa le ha rivolte alla decisione di istituire un comparto, nell'ambito dell'assessorato regionale all'Agricoltura, per le Politiche di sviluppo rurale. "Bisogna però -ha avvertito il presidente della Cia- rafforzare questa linea costituendo una vera e propria equipe che s'interfacci, sul territorio, con gli operatori, le organizzazioni professionali, le Istituzioni". Per fare ciò vi sono anche nuovi strumenti, come il distretto agricolo "nel quale si realizzano processi innovativi" (la Cia, con le altre organizzazioni agricole provinciali, ha ispirato la legge istitutiva dei distretti rurali e del distretto agro-alimentare di qualità di Sibari) e gli stessi distretti rurali sono auspicabili, oltre che per il Pollino occidentale calabro, sul quale si sta già lavorando, anche per altre aree come l'Esaro, il Savuto e la Sila). Sul Distretto agro-alimentare di Sibari Garrafa ha ribadito la necessità di attivare un "azionariato diffuso". Infine, il riferimento alla petizione sul doppio prezzo "per assicurare una reale rintracciabilità, per evitare rincari e manovre speculative che hanno destabilizzato il mercato", ma anche la spesa per la formazione -anche quella messa a rischio- l'accesso al credito, l'emergenza acqua, il fabbisogno di energia, la situazione d'inefficienza dei Consorzi di bonifica. Su tutti il problema della competitività.
L'assessore Pirillo ha fatto riferimento alla velocizzazione delle spesa per i Piar (Piani integrati delle aree rurali), alle difficoltà riscontrate in Afor, Arssa e nei Consorzi di Bonifica. Alla necessità di "far decollare, dandosi gli organismi" il Distretto agro-alimentare di Sibari.
Le difficoltà burocratico-amministrative per la mancanza di personale non fermeranno l'assessorato, secondo Pirillo, a raggiungere due obiettivi: la certificazione di qualità dei prodotti agro-alimentari e la commercializzazione degli stessi sui mercati che contano. L'amministratore ha chiesto, tuttavia, ancora tempo per essere giudicati. Sebbene alcuni risultati importanti, ha evidenziato Pirillo, sono stati raggiunti con l'elaborazione di comparti capaci di utilizzare i lavoratori idraulico-forestali per la creazione di filiere del bosco e per contrastare il dissesto idro-geologico.
Un appello alla sinergia, l'adesione al nuovo Patto della Cia, la condivisione dell'idea di lavorare sulla costituzione dei distretti rurali sono stati tra gli argomenti trattati dagli amministratori locali e dal rappresentante della Provincia di Cosenza. Molti di loro, tra questi anche Manfrinato, hanno riproposto con forza il problema delle infrastrutture. Problema condiviso anche dagli amministratori intervenuti.
Durante le conclusioni del dibattito pubblico, Mangone, presidente regionale della Cia, nel terminare un'analisi a tutto tondo sulla situazione dell'agricoltura in Italia e in Europa dal dopoguerra ad oggi ha chiesto anch'egli che gli Enti locali "ragionino con noi" e che si lavori per garantire alle imprese agricole l'accesso al credito, avendo la possibilità di mettere a disposizione almeno 200 milioni di euro. Ultimo, tra i tanti punti toccati, il funzionamento della pubblica amministrazione, che "va affrontato seriamente".
Nella seduta pomeridiana riservata ai membri dell'Assemblea, si è proceduto, all'unanimità, all'integrazione dell'organismo ai sensi delle norme statutarie, ed è proseguito il dibattito sul tema all' ordine del giorno, in cui sono intervenuti Luigi Filicetti, Franco Mazzei, Giovanni Fazio, Claudio Cerenzia e Luigi Forciniti.
Alle ore 17, come da programma, l'Assemblea si è trasferita nella nuova sede della Cia di Rende, per una allegra cerimonia di inaugurazione.