Cia Basilicata: serve un nuovo Patto su lavoro e qualità occupazionale
La proposta dell'organizzazione in occasione dell'incontro sul tema, con la partecipazione del presidente nazionale Fini
Un Patto per il lavoro e la qualità occupazionale in agricoltura è la proposta che Cia-Agricoltori Italiani Basilicata ha presentato nell’incontro sul tema "La rete del lavoro di qualità in agricoltura. Salute, sicurezza e legalità del lavoro agricolo". Presenti i titolari di una cinquantina di aziende in rappresentanza di tutti i principali comparti produttivi, sono stati forniti i dati aggiornati: in Basilicata circa 50mila persone lavorano in agricoltura a cui aggiungere almeno 10mila unità nell’indotto; nel 2022 sono state raggiunte 5 milioni di giornate lavorative, di cui 2,2 milioni di lavoro autonomo e 2,8 milioni di lavoro dipendente; 9 mila le posizioni assicurative-previdenziali Inps.
"Questi dati -sottolinea il direttore di Cia Basilicata Donato Distefano- ci caricano di responsabilità per accrescere l’impegno teso ad offrire un grande progetto per realizzare un modello occupazionale che in promo luogo renda sicuro il lavoro nei campi. Per la Cia la rete del lavoro di qualità e la sottoscrizione del protocollo sono solo in primo passo per dare dignità e qualità alle prestazioni professionali agricole, ma è necessario procedere al censimento dei fabbisogni di manodopera in agricoltura in ragione dei piani culturali, specie in occasione delle grandi campagne di raccolta. Tra le proposte operative presentate: la definizione di liste di prenotazione della manodopera; un’efficiente rete di trasporto; un piano di formazione e aggiornamento dei lavoratori; un programma di sostegno all’occupazione in agricoltura. Un ruolo centrale possono svolgere gli Enti Bilaterali Agricoli provinciali specie in tema di tutela della salute e sicurezza e della formazione della manodopera necessaria. Inoltre, progetti come Rural Social Act sono fondamentali per accendere un faro su problematiche del genere e creare percorsi e soluzioni condivise per imprenditori e lavoratori agricoli
Nell’incontro sono intervenuti il prefetto della Provincia di Potenza, Michele Campanaro e il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini. Con loro, ad aprire i lavori, presidente e direttore provinciale di Cia Potenza, rispettivamente Giambattista Lorusso e Giovanna Perruolo.
A seguire, l'approfondimento, introdotto da Donato Distefano, coordinatore Cia Basilicata e con la partecipazione di Lucia Carmen Angiolillo, direttore Inail Basilicata; Teresa Mastromartino, coord. Consulenza Tecnica Salute e Sicurezza Inail Basilicata; Benedetta Dito, direttore Inps Basilicata; Geraldina Mazzeo, dirigente entrate contributive e vigilanza ispettiva Inps Basilicata; Michele Lorusso, direttore I.T.L. Basilicata; Angelo Romaniello, responsabile processo vigilanza I.T.L. Potenza; Giovanni Casaletto, Consorzio Nova; Antonio Lapadula, presidente E.B.A.T. Potenza; Danilo De Lellis, responsabile Ufficio relazioni sindacali e lavoro di Cia nazionale.
“La nostra -sottolinea il presidente Cia- è l’unica Confederazione agricola che si è fatta capofila di un progetto contro il caporalato -ha ricordato-. Questo perché Cia ha nel suo Dna il valore della legalità e difende gli imprenditori che rispettano le regole, fronteggiando tutti quei fenomeni, come il caporalato, che mortificano la dignità e i diritti dei lavoratori e creano distorsioni nel mercato facendo concorrenza sleale”. Fini ribadisce l’esigenza, non soddisfatta, di più manodopera da parte delle imprese agricole: “Abbiamo lavorato con il governo per anticipare il Decreto flussi, ma non basta -ha sottolineato-. Abbiamo bisogno di altri strumenti, semplificati e sburocratizzati, anche per togliere terreno al caporalato” e una possibile risposta può essere “costruire un impianto legislativo sui contratti di appalto con le cooperative”.