26 Luglio 2013
Cia Basilicata: dal Progetto "Piano del Conte" un nuovo modello di integrazione e sviluppo
Domani e domenica si svolge a Borgo Piano del Conte la 19esima edizione de "Il Lavoro dei Contadini". Domani si comincia con una conversazione di Anselmo Botte della segreteria confederale Cgil Salerno e autore di testi su storie di migranti a cura di Antonio Sanfrancesco, presidente Filef (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie) della Basilicata. In contemporanea si terrà la dimostrazione di mietitura meccanica anni '50. Domenica fitto calendario de "Il Lavoro dei Contadini" con rievocazione di un matrimonio contadino, dimostrazione di aratura e semina a mano, pranzo tradizionale con la presentazione del piatto tipico "cavatelli con cotica e fagioli", dimostrazione della trasformazione del latte, lavorazione pasta di casa, tosatura pecore, pigiatura dell'uva, preparazione del pane e dolci tradizionali, serata folcloristica e cena contadina.
Il Progetto "Piano del Conte", sostenuto dalla Cia Basilicata, dall'Ases (Associazione Soidarietà e Sviluppo) aderente alla Cia e dal Comune di Avigliano, è risultato aggiudicatario del bando Storico Artistico e Culturale 2011 della Fondazione con il Sud, ispirato dalla seguente finalità: "La tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale come occasione di sviluppo locale e di inclusione sociale".
Ripartendo dalla filosofia che ha ispirato il bando, il progetto è stato concepito per rispondere agli obiettivi individuando nel borgo Piano del Conte, nel territorio di Avigliano, il patrimonio storico artistico e culturale da tutelare; negli immigrati e nel loro inserimento lavorativo nel settore produttivo dell'agricoltura, i soggetti destinatari delle azioni tese ad un nuovo sviluppo locale, sia in termini produttivi che di integrazione sociale.
L'abitato propriamente definito di Piano del Conte prende origine dall'insediamento agricolo zootecnico fatto realizzare negli anni venti dal Principe Filippo Doria Pamphilj, proprietario a quell'epoca del latifondo di Lagopesole, nell'ambito di un vasto piano organico di trasformazione agraria.
Costruito fra il 1920 ed il 1925 rappresenta un villaggio agricolo modello che doveva sviluppare le attività zootecniche e costituire un'unità centrale di servizio e di supporto agli appezzamenti di terreno della piana. Il progetto di modernizzazione dell'area di Piano del Conte si attuò in primo luogo attraverso un'attenta organizzazione agricola e zootecnica dei 125 ettari destinati al podere modello (denominato Podere della Scuola Agraria) ed una Scuola Agraria sita nell'edificio centrale e più rappresentativo del Borgo per permettere ai figli dei contadini di acquisire una conoscenza tecnica che li mettesse in condizione di trasferire ad altri, primi fra tutti i loro stessi genitori, quanto appreso, e diventare validi amministratori di poderi razionali. Ogni podere, inoltre, era dotato di casa colonica, alcune conservano ancora i caratteri distributivi ed architettonici originari. L'azienda, infatti, funzionò fino al 1957 quando, a seguito degli espropri della Riforma Agraria del Mezzogiorno (legge 21.10.1950 n. 841), l'attività aziendale andò man mano a cessare. Si ebbe cioè un inarrestabile declassamento quantitativo e qualitativo di tutte le attività agricole non più indirizzate da un piano aziendale unitario.
Attualmente l'edificio della Scuola Agraria e l'Aia-piazza sono di proprietà comunale. Gli edifici circostanti alla grande Aia quadrangolare, edificata su tre lati, sono di proprietà privata, in parte abitati, in parte da recuperare.
Pertanto, il bene oggetto dell'intervento, per la tipologia di azioni ipotizzate e per il tema prescelto (l'agricoltura), è rappresentato dall'intero borgo rurale di Piano del Conte, luogo a forte valenza storica, culturale, identitaria e simbolica per il ruolo assunto negli anni passati, per aver rappresentato un modello innovativo e sperimentale in campo agricolo e zootecnico. Come dichiarato nella proposta progettuale e nel rispetto dei vincoli del bando, con altri fondi regionali, si provvederà alla ristrutturazione della scuola agraria con la finalità di utilizzare gli spazi per usi civici e per diventare sede direzionale del progetto nella sua continuità.
Un nuovo modo di vivere le aree rurali
Il tema dell'agricoltura, strettamente legato alla storia del borgo Piano del Conte, è l'orizzonte del progetto. Un orizzonte di tipo sia economico che sociale e culturale. Si è sempre detto che questo progetto nasce con un'ambizione: diventare pilota e da esempio per altre aree della Basilicata. Lo stesso soggetto finanziatore definisce esemplari i progetti approvati, in quanto potenziali modelli di riferimento per le comunità locali.
Nel nostro caso specifico si è cercato di mettere insieme tre punti cardine: la valenza storica di un luogo, un settore produttivo e una specifica figura sociale. Si è immaginato come il settore dell'agricoltura potesse essere leva efficace sia per creare nuova occupazione che per integrare e favorire l'inserimento di persone e famiglie provenienti da altri paesi, da altre culture integrandole con le popolazioni locali. Nel titolo di questo capoverso si dice "un nuovo modo di vivere le aree rurali", proprio per sottolineare la capacità e potenzialità degli operatori del settore agricolo. Punto fondamentale per la riuscita del progetto, infatti, è il coinvolgimento delle aziende agricole che sposano un cambiamento del fare impresa, inventano nuovi modi per migliorare il proprio mercato e contemporaneamente si fanno portatori di una cultura illuminata dell'equità e dell'integrazione. Da precisare che il progetto non inventa nulla di nuovo e sul territorio, sia nazionale che locale, esistono già imprese virtuose e attente sia a nuovi mercati che a nuovi servizi, al bilancio sociale oltre che a quello economico della propria attività. Piano del Conte, quindi, può diventare occasione per rendere organico e meglio strutturato il volere di tanti produttori singoli o associati. Rendere l'area rurale centrale nella costituzione di nuove comunità economiche e sociali, con funzioni e servizi che rendano protagonisti e autonomi gli attori del territorio e che contemporaneamente aprano la propria esperienza e i propri progetti a nuove figure del lavoro. Per i motivi appena citati il progetto si attua in un momento di grande cambiamento per la funzione che le aree rurali, numerosissime in Basilicata, tante e diffuse nel territorio di Avigliano, possono svolgere in quanto centri di aggregazione territoriali con nuovi servizi e nuove funzioni. Tra le azioni finanziate della fondazione quelle che interessano prioritariamente le aziende agricole sono: Il Contratto di rete tra le aziende agricole, la creazione del Brand Piano del Conte e le sperimentazioni in agricoltura.
Migranti
Terra, lavoro, migrazioni. Parole e contesti, storie e storia, questi gli elementi che hanno portato il progetto a concentrare la propria attenzione e le proprie finalità su uno specifico segmento della società.
L'obiettivo prioritario del progetto è dato dall'integrazione e dall'inserimento degli immigrati nel sistema lavorativo e socio-culturale locale. Lo spopolamento della nostra regione, l'insufficienza di risorse umane da impiegare nel settore agricolo ed agroalimentare, l'alto tasso di invecchiamento degli imprenditori agricoli, a cui non corrisponde un ricambio generazionale, il processo di spopolamento delle aree rurali, rappresentano delle criticità per il nostro territorio, a cui gli immigrati potranno dare un contributo decisivo con la loro presenza ed il loro lavoro. Gli immigrati possono rappresentare una soluzione virtuosa per il territorio solo se saranno pienamente integrati nel sistema in cui vivono e lavorano, se sarà loro offerta una prospettiva che significa una casa, un lavoro, una scuola per i figli. Ambizioso, complesso e delicato l'obiettivo dell'integrazione. Anche su questo il progetto non consegna un disegno esclusivo, originale e inedito ma interpreta un bisogno, legge un momento della storia attuale nel mezzogiorno e cercherà di rendere strutturato e stabile un processo di inserimento lavorativo e di integrazione sociale. Le azioni finanziate rivolte agli immigrati sono: L'inserimento lavorativo, l'orientamento e la formazione, la creazione di una cooperativa. Altre le azioni non finanziate, ma necessarie allo sviluppo e alla realizzazione del progetto, garantite dall'ampia rete partenariale già beneficiaria di appositi finanziamenti legati alla mediazione culturale, alla formazione, all'inserimento lavorativo e all'agevolazione di servizi socio assistenziali e residenziali per fasce deboli.
La rete partenariale, infatti, si è costruita per dare un impulso costante, non solo temporaneo ai motivi progettuali, ispirato al tema della continuità, alla costruzione di nuove politiche, azioni sindacali, incentivi alle aziende, coinvolgimento delle comunità locali. Il tema dell'inclusione e dell'integrazione deve fare i conti con numerosi aspetti e il partenariato può rispondere alle diverse esigenze.<a name=_GoBack></a>