Cia Asti: futuro agricoltura giovane in primo piano al Festicamp 2018
Tanti ostacoli all’accesso, ma anche grande passione e volontà di innovazione
Può sembrare ovvio, ma non è così inutile come sembra, ribadire che “non c’è futuro in agricoltura se non ci sono i giovani agricoltori” e che, se le cose non cambiano in fretta, c’è il concreto rischio che “l’agricoltura del futuro resti senza agricoltori”. Due sintetiche citazioni, la prima del presidente regionale della Cia-Agricoltori Italiani, Gabriele Carenini, la seconda del presidente nazionale Dino Scanavino, di quanto è stato detto durante la Tavola Rotonda “La giovane agricoltura: quale futuro?” che ha aperto, a Castelnuovo Calcea, la trentatreesima edizione della Festicamp, annuale appuntamento degli agricoltori soci della Cia di Asti.
L’incontro, a cui erano presenti anche il direttore regionale della Cia, Giovanni Cardone e numerosi presidenti provinciali piemontesi, è stato aperto da un breve ma vibrante e non privo di polemica saluto sull’assetto del sistema Unesco, del presidente del Consorzio Barbera d’Asti, Filippo Mobrici, e dall’appassionata introduzione del presidente provinciale della Confederazione, Alessandro Durando, mentre alla Tavola rotonda hanno preso parte il presidente regionale dei Giovani Imprenditori agricoli, l’astigiano Danilo Amerio, Alessandra De Santis, giovane rappresentante Cia a Bruxelles, il presidente di Sistema Monferrato Andrea Cerrato, il presidente provinciale di Cia di Pavia, Davide Calvi e Massimo Fiorio che, nella veste ormai smessa, di parlamentare, ha, tra le altre cose, curato la redazione del Testo Unico della Vite e del Vino.
“Rinnovarsi senza snaturare il nostro compito”, è stata la sintesi del Durando pensiero che ha sottolineato l’importanza di una presenza giovane alla guida delle aziende agricole, mentre Amerio ha ricordato, non senza qualche amarezza, quali siano i tanti limiti che ostacolano l’insediamento dei giovani in agricoltura (difficile accesso al credito, eccesso di burocrazia, difficile reperimento di terreni coltivabili, ecc.), ma anche i lati positivi di un “mestiere” che richiede passione nonché voglia di innovare e sperimentare. Particolarmente interessante l’intervento di Alessandra De Santis che ha illustrato i contenuti di primo piano della nuova PAC, attiva dal 2021 al 2027. “Nel progetto presentato nei mesi scorsi -ha detto- si prospettano tagli alle disponibilità finanziarie del 4% in totale e del 15% per il particolare settore dello Sviluppo Rurale. Riduzioni inaccettabili cui la Cia è nettamente contraria con il conseguente impegno a far sì che restino inalterate le attuali disponibilità economiche. Ci sono, peraltro, anche molte novità -tra cui la probabile scomparsa dei PSR, sostituiti da un Piano nazionale- per rendere la PAC meno rigida, più incline all’innovazione e all’aiuto ai giovani, per cui sono previste specifiche misure di sostegno nell’accesso al comparto”.
Del Sistema Monferrato, consorzio che opera per favorire la vocazione turistica dell’intero territorio monferrino, ha parlato Andrea Cerrato chiedendo ai giovani agricoltori di mettere in campo fantasia e capacità di promozione.
L’interessante confronto tra due grandi “terre da vino e da vite” come l’Astigiano e l’Oltrepò pavese è stato il tema di intervento di Davide Calvi che ha illustrato le iniziative, dopo lunghi anni di scarsa capacità promozionale, avviate dai giovani viticoltori in Oltrepò, storico “serbatoio” di uve per gli spumanti piemontesi.
Massimo Fiorio ha, infine, puntato l’attenzione sulla necessità, se si vuole svecchiare il comparto agricolo, di affrontare una volta per tutte il problema dello snellimento del sistema burocratico che oggi frena quasi sempre il cambio generazionale, aggravato da una sorta di italiana vocazione a complicare anche le cose semplici, come nel caso, tornato di grande attualità, dei voucher.
Chiusura con il Presidente nazionale Scanavino che, criticando vivacemente le proposte di riduzione finanziaria della nuova PAC, ha sostenuto l’esigenza di mantenere ben vivo il comparto agricolo non solo per il suo ruolo “alimentare” ma anche per quello sociale. “Se è vero -ha affermato- che l’Italia ha il più basso tasso di giovani in agricoltura d’Europa (solo il 6%), è altrettanto vero che il fatturato delle loro aziende è il doppio di quelle del resto della Ue. Ciò vuol dire che i giovani italiani sono magari pochi, ma molto bravi, con potenzialità che devono essere assolutamente sviluppate piuttosto che fagocitate”.
A conclusione della Festicamp la consegna dell’Agrestino, riconoscimento che la Cia di Asti assegna ogni anno ad un personaggio che si sia segnalato per l’opera di valorizzazione della cultura contadina, a Massimo Fiorio. Ad un giovanissimo agricoltore astigiano, il poco più che ventenne Enrico Barbero di Portacomaro Stazione è stata invece consegnata, presente la vedova Stella Caviglia, la Targa “Oddino Bo” che ricorda un grande dirigente della Confederazione e la sua instancabile opera a favore dei diritti degli agricoltori.