07 Luglio 2022 | None

Cia allo study trip in Camargue per il progetto “Riso Europeo”

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Italia, Francia e Portogallo insieme per promuovere e diffondere uso e consumo Japonica

Un “patto” tra Italia, Francia e Portogallo per far crescere il Riso Europeo. Che è “buono per te, prezioso per l’ambiente”, come recita lo slogan del progetto di promozione “Sustainable EU Rice – Don’t Think Twice, che ha messo insieme i tre Paesi e ora è stato al centro del primo study trip dedicato, a cui ha partecipato anche Cia-Agricoltori Italiani.

Una tre giorni in Camargue, nel sud della Francia, dal 4 al 6 luglio, con giornalisti, food-blogger, tecnici e operatori del settore, tra visite guidate in azienda agricola, incontri al Centro di ricerca varietale, lezioni su metodi e pratiche di produzione, degustazioni di piatti locali e ricette tipiche a base di riso. Tutto per un unico obiettivo: valorizzare, diffondere e accrescere la conoscenza della risicoltura Made in Europe, in consumatori e stakeholder, sia rispetto agli elevati standard qualitativi di salubrità, tracciabilità, etichettatura e autenticità del prodotto, sia in termini di sostenibilità e tutela delle risorse naturali.

“Coltivare e consumare riso europeo significa avere un impatto positivo tanto sulla propria salute, quanto su quella del Pianeta”, hanno spiegato i tre partner del progetto, finanziato con il supporto dell’Ue, vale a dire Ente Nazionale Risi (Italia), Casa do Arroz – Associação Interprofissional do Arroz (Portogallo), Sindacato dei Risicoltori di Francia e Filiera (Francia).

In particolare, il riso europeo si identifica sostanzialmente con la tipologia Japonica, che oggi rappresenta il 77% della produzione comunitaria e lo 0,4% di quella mondiale. Proprio Italia, Francia e Portogallo, insieme alla Spagna, sono i maggiori coltivatori, lavorando ogni giorno per produrre un tipo di riso che, se confrontato con le varietà provenienti dal Sud-Est asiatico, presenta una qualità superiore sia a livello organolettico che dal punto di vista della sicurezza alimentare e ambientale.

La loro produzione, infatti, è tracciata dal momento della semina fino alla commercializzazione e si effettuano analisi e controlli di vario tipo, dalla valutazione delle caratteristiche qualitative dei singoli granelli alla salubrità, preservata grazie al rispetto dei limiti di legge in relazione ai seguenti parametri: difetti, metalli pesanti e fitofarmaci. Le verifiche di tipo nutrizionale, poi, vengono riportate in etichetta informando su carboidrati, lipidi, proteine e fibre.

Il tutto sotto il segno di una sola parola d’ordine: sostenibilità. I paesaggi del riso, infatti, rispettano la natura e sono conformi alla severa regolamentazione europea in materia di salvaguardia dell’ambiente. La risaia contribuisce a salvaguardare gli ecosistemi, a sostenere le aree rurali, a favorire la biodiversità e a contrastare i cambiamenti climatici. Più in dettaglio, l’uso di tecniche agricole sostenibili protegge gli habitat di numerose specie animali e vegetali e preserva l’equilibrio ecologico delle zone umide, da sempre un fattore chiave nella lotta al climate change. Inoltre, le colture intercalari e il sovescio, la sommersione invernale dei terreni fanno parte di un’agricoltura conservativa che favorisce la fertilità dei terreni e aumenta la sostanza organica. Anche le risorse idriche sono utilizzate con molta cura: una volta che l’acqua impiegata per sommergere le colture ha svolto il suo compito essenziale, ritorna nel sistema organizzato di fiumi e canali senza residui tossici per l’ambiente.

“Anche se gli impegni istituzionali ci hanno tenuto in Italia, per l’Ente Nazionale Risi è stato un piacere seguire da remoto il primo viaggio-studio in Camargue del programma ‘Sustainable EU Rice’ -ha detto il direttore generale Roberto Magnaghi-. La divulgazione dell’aspetto sostenibile del riso Ue è un impegno che per noi nasce da lontano, quando abbiamo combattuto per ottenere la clausola di salvaguardia e poi siamo riusciti a convincere la Commissione che l’eccellenza del nostro riso andava tutelata anche in maniera proattiva, mettendo sul piatto fondi per farla conoscere ai cittadini dell’Unione, i quali troppo spesso non sanno cosa veramente differenzia i nostri chicchi da quelli del Sud-Est asiatico. Questo study trip è la realizzazione della nostra ambizione più forte: aprire le porte dei nostri territori e far toccare con mano le ragioni dell’unicità del nostro prodotto. Italia, Francia, Portogallo sono portatori di pratiche agricole e tradizioni culinarie proprie -ha continuato Magnaghi- ma in risicoltura li accomuna la capacità di creare valore e fare economia in assoluta armonia con l’ambiente che ospita le coltivazioni. Come l’Ente e i suoi partner dicono a ragione, noi siamo sostenibili da sempre ed è con orgoglio che l’abbiamo mostrato in Camargue ai partecipanti intervenuti”.

Sulla stessa linea Cia-Agricoltori Italiani, coinvolta direttamente nello study trip: “Siamo lieti di aver partecipato, con il nostro ufficio stampa, a questo viaggio in Camargue, sostenendo fortemente il progetto di promozione ‘Sustainable EU Rice’. Bisogna investire e valorizzare sempre di più il riso Made in Europe, anche dal punto di vista della comunicazione, partendo dalle caratteristiche peculiari delle molteplici varietà di riso che abbiamo in Italia, Francia e Portogallo, unite però dalla qualità, dall’uso razionale delle risorse ambientali e dal rispetto degli equilibri naturali”. D’altra parte, “far conoscere sempre di più e meglio il valore della risicoltura europea -ha aggiunto Fini- potrà contribuire anche ad ampliare il mercato del riso, portando a un incremento delle produzioni e a un miglioramento delle condizioni economiche degli agricoltori impegnati nel comparto”.

A questo primo study trip, che fa parte delle attività divulgative e informative messe in campo dal progetto insieme a campagne advertising, siti dedicati, produzioni di materiali multimediali, forum e fiere internazionali in tutti i Paesi target, ne seguiranno altri due: in Italia, in zona Lomellina, fulcro della produzione risicola nazionale, e un altro in Portogallo nel 2023.