01 Ottobre 2025

Cia alla 41° edizione della Conferenza agricola Nordamerica - Unione europea (NA-EU)

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Partecipano 250 rappresentanti provenienti dagli Stati membri dell'Ue, nonché da Canada, Messico e Usa

Si è aperta a Como la 41esima edizione della Conferenza sull’agricoltura di Nord America e Unione europea, evento biennale organizzato dal Copa-Cogeca al quale partecipano oltre 250 rappresentanti provenienti dagli Stati membri dell’Ue, nonché da Canada, Messico e Stati Uniti, alla presenza del ministro Lollobrigida e del commissario Hansen. A rappresentare l’Italia anche il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ha ricordato come il nostro sia un Paese profondamente radicato nell’agricoltura e sia uno dei principali leader nel commercio internazionale agroalimentare, ricco di produzioni agricole, fortemente legato ad una produzione che guarda alla tradizione ma anche all’innovazione. Fini ha ricordato come in questo momento storico il mondo agricolo sia sottoposto a pressioni senza precedenti. L’accelerazione del cambiamento climatico, l'impennata dei costi energetici, la volatilità degli input agricoli e la sfida della carenza di manodopera in un contesto geopolitico totalmente imprevedibile. La redditività e la competitività delle aziende agricole non sono mai state così a rischio.

Questa conferenza deve contribuire, secondo Fini, a creare quelle opportunità che possano trasformare i problemi in progetti di sviluppo, la vulnerabilità in resilienza e la distanza tra le diverse realtà produttive in collaborazione. In primis, c’è la sfida digitale e della sostenibilità, con strumenti nuovi, innovativi e capaci di vincere l’avanzare delle conseguenze del cambiamento climatico. Bisogna, infatti, creare ecosistemi digitali che siano a misura di agricoltore, interoperabili a livello europeo e poi globale. In questo contesto è necessario garantire a tutti un accesso equo a questa rivoluzione digitale.  La parola "sostenibilità" non può e non deve essere legata unicamente all'ambiente, ma va ridefinita in maniera più olistica e deve includere la redditività economica delle imprese e tutti gli aspetti sociali. “Se l’impresa non genera ricavi chiude”, ricorda Fini. E senza agricoltura non solo è a rischio la sicurezza economica ma anche la tenuta dei territori, con conseguenze ambientali e sociali. Per questo, a livello europeo, si deve continuare la battaglia per far tornare al centro delle politiche l’agricoltura. Una politica agricola comune forte, resiliente e con risorse finanziarie adeguate alle sfide è imprescindibile.

Rispetto al tema del lavoro, Fini ha dichiarato come l’avanzamento delle innovazioni e della digitalizzazione comporti la necessità di affrontare il tema dell'aggiornamento delle competenze della manodopera rurale e dunque: salari equi, protezione sociale e diritti per i lavoratori migranti e stagionali. In merito al commercio internazionale, Fini ricorda come i mercati siano sempre più complessi, influenzati da tensioni geopolitiche, inflazione e dinamiche commerciali regionali. Non è un mistero l’impatto dei dazi dell’amministrazione statunitense sui prodotti agroalimentari italiani. Per garantire scambi agroalimentari più sicuri e fluidi per tutti è necessario, dunque, chiedere ai decisori politici negoziazioni eque e competitive per tutti ed esigere strumenti che possano agire per mitigare i rischi commerciali. Bisogna, inoltre, produrre in ogni regione del mondo con maggiore equità nelle regole, guardando alle esigenze e alle mutevoli preferenze del consumatore, allineando le aspettative del consumatore con la realtà produttiva delle aziende agricole. Questo richiede sforzi, compromessi e patti solidi tra i diversi operatori delle filiere. Per Fini, questa conferenza è, dunque, l’occasione per trovare insieme soluzioni concrete e per costruire ponti transatlantici più solidi. L'agricoltura di tutto il mondo affronta esigenze simili e deve essere in grado di resistere a qualsiasi crisi: che sia geopolitica, climatica o di mercato.


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