Cia al Festival dello Sviluppo Sostenibile. Accelerare su TEA e Agricoltura 4.0
Il presidente Fini all’evento ASviS: più risorse e tempi certi per l’innovazione in campo a sostegno della transizione green
Innovare è il verbo chiave per un futuro sostenibile. L’agricoltura oggi si trova al centro di grandi sfide globali: emergenze climatiche e fitosanitarie, crisi energetiche, aumento della domanda alimentare e scarsità di risorse naturali. Di fronte a tutto questo, per produrre di più con meno, fronteggiando anche clima e malattie, il settore deve poter contare su grossi investimenti in ricerca e innovazione. Serve dunque uno sforzo imponente sulle nuove tecnologie genetiche e digitali, con risorse certe e tempi stretti, per poter garantire sostenibilità ambientale senza compromettere competitività delle imprese agricole e accessibilità e qualità del cibo. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 promosso da ASviS, di cui la Confederazione è partner, durante l’evento “Conciliare cibo, ambiente e benessere: il ruolo dell’innovazione” presso l’Auditorium del Palazzo delle Esposizioni a Roma.
In particolare per l’innovazione genetica, “l’auspicio è che il nuovo Parlamento Ue post elezioni acceleri sul nuovo Regolamento sulle TEA (o NGT), visto che malattie e cambiamenti climatici spiegano già fino al 49% delle fluttuazioni del rendimento agricolo -ha spiegato Fini-. Ora bisogna sostenere i progetti di ricerca nonché accrescere e velocizzare le sperimentazioni in pieno campo, per arrivare a sviluppare il prima possibile piante green, più resistenti ai patogeni e più tolleranti a eventi estremi e siccità”.
Quanto all’innovazione digitale, “per il settore primario, vuol dire applicazioni 4.0, dall’agricoltura di precisione alla robotica fino all’intelligenza artificiale -ha aggiunto il presidente Cia- integrate nel processo produttivo per monitorare e gestire la quantità e la qualità dei raccolti, razionalizzare gli input chimici e idrici, ridurre gli sprechi, sfruttando i dati forniti da sensori e satelliti. Un settore da 2,5 miliardi di euro l’anno ma con tanto potenziale da esplodere, tra incentivi necessariamente più cospicui e una formazione adeguata e capillare tra gli agricoltori”.
“L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile bussa ormai alla porta -ha concluso Fini- e non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Servono scelte più coraggiose rispetto all’apporto della ricerca scientifica e dell’hi-tech, sostenute da istituzioni e stakeholder, ma assolutamente definite insieme agli agricoltori. La transizione green ha bisogno di strategie smart e soluzioni immediate”.