Cambiamenti climatici: COP24, il mondo ancora "fuori rotta"
A Katowice, in Polonia, la Conferenza per definire direttive di attuazione Accordi di Parigi. Presente delegazione Cia
Ultima chiamata per la terra. Questo è COP24, la Conferenza delle Parti promossa dalle Nazioni Unite sul cambiamento climantico che vede riuniti, fino al 14 dicembre a Katowice, in Polonia, i rappresentanti di circa 200 Paesi. E tra le associazioni ospiti, anche Cia-Agricoltori Italiani.
Ultima chiamata perché monta non solo l'allarme, ma anche la pressione da parte degli scienziati che attendono una quadra per ridare nuova linfa all'accordo di Parigi. Del resto anche il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, all'apertura ufficiale del vertice, non ci è andato giù leggero. "Il mondo è totalmente fuori rotta. Anche se assistiamo a devastanti impatti climatici che causano il caos in tutto il pianeta -ha precisato-, non stiamo ancora facendo abbastanza, né ci muoviamo abbastanza velocemente, per prevenire un'interruzione climatica irreversibile e catastrofica".
COP24 arriva a metà strada tra la firma degli Accordi di Parigi (COP21 del 2015: Primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale, sottoscritto da 195 paesi. Piano d’azione per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC) e il 2020, quando è previsto che gli effetti degli Accordi, stessi, si traducano in azioni dei governi. A tre anni dal 2015, quindi, con risultati insignificanti, stringono tempi e emergenza di azioni concrete per contenere l'aumento della temperatura media globale. Assunto condiviso, la necessità di liberarsi dei combustibili fossili, di limitare le emissioni di carbonio e combattere i gas serra, puntando su rinnovabili anche in agricoltura. Quale la strategia per farlo in fretta, rispettando l'Accordo di Parigi, resta il principale argomento di dibattito da sciogliere in una settimana, attraverso COP24. La filiera agroalimentare, in particolare, guarda ad un approccio più sostenibile, alla scelta di aree più idonee e di cultivar più resistenti, all'ottimizzazione dei pascoli, a modelli di coltivazioni maggiormente rispettosi dell'ambiente e all'agricoltura di precisione.
Stando alle analisi degli scienziati, oggi la temperatura globale ha già toccato quota +1° rispetto all'era pre industriale. Se continuiamo con questo ritmo ad emettere gas serra, nel 2040 arriveremo a quota +1,5°, +2° oltre il 2050, +3° nel 2100. Solo mezzo grado può stravolgere il Pianeta: le estati senza ghiaccio nell'artico saranno 10 volte più probabili; il 37% della popolazione globale correrà il rischio di forti ondate di calore ogni cinque anni; 411 milioni di persone in più saranno esposte a gravi siccità, molte specie animali scompariranno; il livello del mare, con conseguenti catastrofi per gli abitanti delle coste, salirà di 56 cm.
A coinvolgere i Paesi rappresentanti però, non solo l'impegno a concretizzare, ma anche a lavorare sui finanziamenti (obiettivo annuale di 100 miliardi di dollari dei paesi donatori per i paesi a basso reddito), a sviluppare piani climatici nazionali entro il 2020 e proteggere gli ecosistemi che assorbono i gas serra, in primis le foreste.
Tra perplessità e paure, ci si attende comunque molto dalla Conferenza di Katowice, in quella terra polacca che tra l'altro occupa un posto non irrilevante nella top ten mondiale delle riserve di carbone, generando l'80% dell'energia che consuma e non avviando mai un piano di uscita.