25 Luglio 2006
Caldo: la siccità "taglia" anche la produzione di pesche e nettarine
sottolinea che il calo produttivo è del 25 per cento rispetto allo scorso anno. Prezzi in tensione. A causa delle avversità atmosferiche, si riscontra una crisi produttiva anche in tutta Europa. Per la prima volta in Francia c'è richiesta del nostro prodotto.
La siccità generalizzata ha determinato anche nel comparto delle pesche e nettarine un forte calo della produzione commercializzabile. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale, oltre alla cascola molto accentuata, le varietà precoci sono caratterizzate da difetti che hanno comportato almeno un 10 per cento di scarto sul prodotto che va al mercato del fresco.
Dunque, se i dati previsionali di maggio parlavano già di una diminuzione del potenziale produttivo, in questo comparto, di circa il 13 per cento, equivalente a 1.504.000 tonnellate (fonte Cso-Centro servizi ortofrutticoli) rispetto all'anno scorso, ora -evidenzia la Cia- si è giunti a circa il 25 per cento in meno di prodotto, a causa degli ultimi eventi siccitosi, ma anche di alcune grandinate di giugno nel Centro-Nord.
ricorda che gli ultimi due anni erano stati caratterizzati, invece, da grande abbondanza di prodotto e, quindi, da prezzi al produttore molto bassi (25 cent./chilo). Ora assistiamo al fenomeno inverso: poco prodotto e grande tensione dei prezzi, che sono più che raddoppiati.
E', inoltre, da rilevare -afferma la Cia- come in tutta Europa vi sia stata quest'anno una diminuzione della produzione, sempre per ragioni di ordine climatico. Ciò ha comportato anche un fatto di per sé sbalorditivo, ovvero la recente richiesta (mai avvenuta in passato) da parte della Francia di pesche e nettarine italiane.
sottolinea, inoltre, che gli acquisti al consumo di pesche nettarine (sempre dati Cso) rappresentano mediamente il 7,5 per cento del mercato al dettaglio della frutta in termini quantità e il 9 per cento in termini di valore. In assoluto si tratta di oltre 360 mila tonnellate l'anno, dal 2000 al 2005, per una spesa media annua di poco meno di 530 milioni di euro.
Oltre il 70 per cento del consumo -ribadisce la Cia- riguarda le pesche, anche se negli ultimi anni tende ad aumentare il peso delle nettarine salito dal 24 per cento del 2000 al 30 per cento del 2005.
D'altra parte, proprio le pesche -rimarca la Cia- sono state quelle che maggiormente hanno risentito in questi ultimi anni della crisi dei consumi; mentre per le nettarine la tendenza è stata di progressiva, seppur lieve, crescita. Infatti, gli acquisti di pesche dal 2000 al 2005 sono scesi da 287 mila a 240 mila tonnellate (meno 17 per cento). Quelli di nettarine sono, invece, saliti da 90 mila ad oltre 100 mila tonnellate (più 12 per cento).