03 Novembre 2003

Bologna: convegno sulla vendita diretta dei prodotti agricoli

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"Oggi è più facile muovere il consumatore piuttosto che le merci". Questa frase di Giorgio Vitali, presidente della Cia di Bologna, che bene inquadra il contesto e gli scopi del convegno, da lui presieduto, "La vendita diretta dei prodotti agricoli - Una opportunità in un nuovo quadro normativo", organizzato, dall'Agia (l'Associazione dei giovani imprenditori della Cia) e dalla Confederazione bolognesi, il 31 ottobre scorso. Vitali ha anche sottolineato che, in un periodo come questo, in cui forti si mantengono le polemiche sul caro-prezzi, rendono ancor più attuale l'oggetto dell'iniziativa, volta a definire meglio una forma di commercializzazione che crea nuove opportunità commerciali, soprattutto per i giovani agricoltori e nel rapporto tra produttori e consumatori.Temi ampiamente dibattuti nella relazione di Hendrik Hagedoorn, coordinatore Agia di Bologna. E' stato dapprima ricordato che il Decreto legislativo n.228/2001, noto come legge di Orientamento, riconosce ampie possibilità agli imprenditori agricoli singoli o associati e, tra queste, in base all'art.4, quelle di poter vendere direttamente al dettaglio, in tutto il territorio nazionale, i prodotti provenienti dalle proprie aziende, naturalmente configurando varie tipologie di vendita relative a diverse categorie di prodotto. Per effettuare la vendita diretta bisogna essere iscritti alla Camera di commercio ed occorre una semplice comunicazione al Comune dove ha sede l'azienda di produzione. L'Agia, ha ribadito Hagedoorn, giudica positivamente queste possibilità di vendita diretta perché consentono un risparmio delle spese di commercializzazione e di trasporto merci, una valorizzazione ed una salvaguardia del territorio, un incasso immediato ed una instaurazione di rapporti umani con i consumatori, anch'essi fruitori di notevole risparmio. Si punta quindi alla promozione e vendita di prodotti tipici in un contesto naturale accattivante, organizzando la vendita in un ambiente salubre, dove l'agricoltura è in armonia con la natura.Il responsabile provinciale dell'Agia ha avanzato anche alcune proposte operative. In primo luogo informare e sensibilizzare gli agricoltori alla creazione di vere e proprie aree geografiche di vendita, garantendo una gamma completa di prodotti e creando sinergie tra le aziende affinché arrivino a "fare sistema" tra di loro. Si dovrà poi stabilire un collegamento con i percorsi enogastronomici già esistenti sul territorio. Infine, ma non certo meno importante, lavorare per ridurre gli attuali, troppi passaggi della filiera agroalimentare, che sono poi il vero motivo della lievitazione dei prezzi, fornendo al consumatore una valida e competitiva alternativa negli acquisti rispetto ai canali tradizionali della distribuzione.E' stata poi la volta di Massimo Bagnoli, responsabile dell'ufficio fiscale della Cia nazionale che ha minuziosamente introdotto la questione del regime fiscale, producendo tutte le informazioni possibili sugli aspetti amministrativi e di disciplina legislativa, riferendo dettagliatamente sulle modifiche che la Legge di Orientamento ha prodotto nei confronti dell'articolo 2135 del Codice civile riguardante le caratteristiche dell'imprenditore agricolo.Maria Grazia Galli, presidente della Federconsumatori di Bologna, ha sottolineato come la vendita diretta sia importante per il diritto che ha il consumatore di essere informato e di come debba avvenire secondo regole ed obbiettivi ben precisi. Ci vogliono maggiore cooperazione fra tutti i soggetti della catena economica e maggior coraggio nel segnalare limiti, errori, contestando qualsiasi speculazione.Vivace il dibattito, molto "sentiti" gli interventi dei giovani presenti e conclusioni di Gianluca Cristoni, presidente nazionale Agia che ha esaminato le tipologie delle aziende agricole, rese note le novità in materia, soprattutto la possibilità di poter erogare servizi ed i quattro principi da cui non si può derogare: innovazione, formazione, informazione e monitoraggio.