20 Febbraio 2012

Benzina: i rincari "contagiano" la spesa alimentare delle famiglie e fanno lievitare i costi dell'agricoltura

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La corsa infinita dei prezzi della benzina ha raggiunto oggi livelli insopportabili, superando in molte aree del paese quota 1,9 euro al litro. Si tratta di un rialzo mai visto, che risulta assolutamente insostenibile per le tasche delle famiglie e degli imprenditori agricoli. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Il prezzo del carburante ha ormai scavalcato di netto quello di molti prodotti di prima necessità: un litro di benzina -ricorda la Cia- costa praticamente il doppio di un litro di latte sullo scaffale (1 euro) e addirittura cinque volte di più il prezzo alla stalla pagato agli agricoltori (35 centesimi). Ma ha superato per esempio anche il costo medio di 1 kg di arance (1,76 euro) o di 1 kg di pasta di semola di grano duro (1,70 euro) o anche di una confezione da sei di uova (1,50 euro).
La situazione è molto grave -prosegue la Cia-. La stessa Bce nel suo bollettino ha evidenziato come i prodotti energetici sono i beni che nell'eurozona hanno subito la maggiore impennata dei prezzi e che se l'inflazione tendenziale nell'area è stata in media del 2,1 per cento, il rincaro medio annuo dei prezzi dei prodotti energetici è stato invece del 5,4 per cento: più 9,6 per cento per la sola voce dei carburanti.
Purtroppo i rincari di benzina e gasolio continua a trascinare in alto anche i prezzi alimentari. Non bisogna dimenticare che trasporti e logistica incidono per il 35-40 per cento sui listini finali di frutta e verdura -spiega la Cia- dato che in Italia praticamente 9 prodotti su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola. E' quindi evidente che gli aumenti continui delle quotazioni dei carburanti "contagiano" in negativo la spesa per il carrello alimentare degli italiani.
Resta molto critica anche la condizione degli agricoltori -aggiunge la Cia- che hanno visto schizzare il prezzo del gasolio agricolo su del 130 per cento in meno di due anni (da 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,13 euro al litro), con un onere aggiuntivo di circa 5 mila euro ad azienda visto che è essenziale per il riscaldamento delle stalle, per le macchine agricole, per l'approvvigionamento dell'acqua, per l'irrigazione dei terreni.
Ecco perché ora è sempre più indispensabile un intervento mirato per ridurre il peso dei carburanti sulle famiglie e sul settore primario, tanto più in un momento come questo in cui tutti pagano gli effetti del maltempo sulle campagne. Per l'agricoltura -conclude la Cia- è necessaria la reintroduzione di un "bonus", sul modello dell'accisa zero per le serre in vigore fino a novembre 2009.