26 Luglio 2012

Basilicata: Turismo Verde-Cia rilancia "La spesa in campagna"

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"La proposta di legge regionale (primo firmatario Roberto Falotico) per favorire la creazione dei Gasp e dei punti vendita diretta degli agricoltori-produttori e il rinnovato interesse delle associazioni di consumatori sulla spesa alimentare di qualità e di convenienza vanno nella direzione delle iniziative avviate, non da oggi, da Cia e Turismo Verde Basilicata, in particolare con il progetto 'La spesa in campagna' ".E' il commento di Paolo Carbone, responsabile Ufficio economico Cia Basilicata.
"Il progetto più complessivo prevede –aggiunge- una serie di azioni da sviluppare per realizzare un circuito regionale breve di valorizzazione e commercializzazione attraverso l'istituzione di mercati dei produttori, di "spacci locali" (punti vendita diretta gestiti in forma associata da imprenditori agricoli), patti di filiera, un marchio e l'utilizzo del sito web www.laspesaincampagna.net dove poter consultare le varie aziende individuare la mappa e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle".
"Elementi fondamentali del progetto, in collaborazione con gli agriturismi di Turismo Verde -sottolinea Carbone- sono l'etichetta 'prezzo chiaro' obbligatoria per i prodotti venduti attraverso la rete e il logo dei circuiti brevi e l'albo regionale delle aziende agricole della filiera corta al fine di garantire un corretto e trasparente funzionamento di circuiti brevi di commercializzazione o 'filiera corta'. Obiettivo centrale è quello di avvicinare il consumatore in modo consapevole ai prodotti della sua area territoriale e rurale creando un rapporto più stretto dei produttori con i cittadini".
"Oggi andare in campagna a fare acquisti permette, d'altra parte, risparmi significativi per i consumatori. Se, ad esempio, si spendono 100 euro di prodotti alimentari, c'è un taglio netto di 30 euro rispetto alla tradizionale catena distributiva. E se anche si aggiunge il costo della benzina, in media 5 euro, la visita alla fattoria consente, complessivamente, una minore spesa di 25 euro. E di questi tempi -rileva Carbone- non è sicuramente poco.
Dunque per la Cia lucana un tema di grande interesse sul quale costruire un apposito segmento di servizi riguarda i circuiti brevi di commercializzazione".
"In questo quadro, è necessario –rileva ancora Carbone- saper cogliere ed opportunamente regolamentare, oltre che promuovere e sostenere tutte le forme di vendita diretta delle produzioni agricole lucane attraverso la nascita ed il sostegno di: punti vendita, spacci aziendali, Gas., circuiti agrituristici, punti degustazione, circuiti gastronomici, uso di prodotti locali da parte della ristorazione privata e collettiva, mercati degli agricoltori, ambulantato agricolo, vendita on-line, paniere dei prodotti tradizionali e tipici lucani".
Per concretizzare e qualificare tali iniziative, la Cia Basilicata propone di definire di una norma regionale sui circuiti brevi di commercializzazione dei prodotti agricoli,che contempli:
- l'istituzione di un Albo dei produttori e delle aziende agro-alimentari per la vendita diretta, la degustazione, la somministrazione di prodotti agro-alimentari;
- sostegno ai consumi regionali e alle produzioni stagionali;
- incentivazione e sostegno all'uso dei prodotti locali nella ristorazione;
- mercati degli agricoltori in tutti i comuni lucani.
Ripensare il modello agro-alimentare nella regione, significa, per la Cia, anche ripensare ad un nuovo modello di crescita, di sviluppo oltre che di programmazione.
In aggiunta, occorre riordinare la legislazione regionale vigente in materia di incentivi e sostegni al settore, partendo in primo luogo da una più efficace e calzante disciplina in campo associativo e di aggregazione del prodotto, prevedendo sistemi premiali verso chi si aggrega.
Tale normativa quadro deve essere innestata su alcune opzioni e strumenti di analisi che devono essere desunti dai fascicoli dei produttori e tener conto -rimarca la Cia Basilicata- dell'evoluzioni in materia di paini colturali e dei vari comparti e della relativa Plv al fine di dotarsi di:
- piani di settore organici per i comparti strategici nel sistema agricolo lucano: ortofrutta –zootecnico – cerealicolo- vitivinicolo- olivicolo-silvoforestale-floro-vivaistico;
- un piano regionale per le attività agro-alimentari e zootecniche estensive, recuperando in primo luogo il grande patrimonio di aree produttive a fini vegetali e le cotiche erbose, attivando produzioni estensive recuperando razze autoctone, la silvicoltura protettiva, i segmenti cerealicoli di nicchia, oltre a tutto ciò che è produzione in pieno campo;
- un piano per l'agricoltura multifunzionale, delle attività connesse e di servizio. La Cia ritiene che vadano recuperate e classificate tutte le potenziali iniziative imprenditoriali connesse, partendo da quelle più affermate: agriturismo, servizi agro-meccanici, acquacoltura, produzioni agro-energetiche.
Vanno, inoltre, individuati alcuni strumenti operativi:
- un progetto economico e di filiera, definendo un patto tra produttori agricoli, PMI della trasformazione regionale, del commercio e dei servizi, accordi di prodotto, intesa con il sistema delle Pmi della trasformazione;
- intesa economica con il sistema della cooperazione, per aggregare aziende, prodotto e servizi. "Un patto con la cooperazione e l' associazionismo di prodotto";
- aggiornare la normativa regionale in materia di associazionismo e cooperazione in agricoltura;
- sostegni e incentivazioni all'aggregazione del prodotto;
- programma di filiere regionali, sui comparti maturi, da concretizzare coinvolgendo il sistema delle Cciaa e i livelli delle Pmi .
- legislazione in materia di Distretti in agricoltura
Infine, per la Cia Basilicata, è indispensabile sostegno e valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche e tradizionali attraverso "marchi d'area" e relativi "disciplinari di produzione".