Aviaria: Cia Padova, istituire subito un tavolo regionale
L'appello dell'organizzazione al presidente Zaia affinché si attivino gli indennizzi a favore di chi ha subìto danni
“Abbiamo chiesto al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, insieme alle altre organizzazioni agricole, l’istituzione urgente di un tavolo finalizzato ad un costante scambio di informazioni sul tema dell’emergenza aviaria, per essere di supporto ai competenti uffici regionali. Oltre che per attivare a breve termine quegli indispensabili indennizzi diretti e indiretti, e le procedure per ottenerli, a beneficio dei soggetti interessati”. Così Cia-Agricoltori Italiani Padova sullo stato di crisi sanitario riconducibile alla diffusione del virus di influenza aviaria “ad alta patogenicità”, i cui focolai sono partiti alcune settimane fa dal Basso Veronese e che da qualche giorno si sono diffusi pure nella zona della Bassa Padovana (complessivamente, oltre cinquanta i siti “infetti”): con la particolarità che i contagi sono imputabili ad animali selvatici, il cui monitoraggio è particolarmente complicato.
Già ora la stima dei danni, in tutto il Veneto, è di milioni di euro; l’ordine di grandezza potrebbe aumentare nelle prossime settimane qualora non si riuscisse a contenere i casi. A tal riguardo la norma prevede l’attivazione di una “zona di protezione” nel raggio di 3 chilometri dal sito coinvolto e una “zona di sorveglianza” nel raggio di 10 chilometri. Nello specifico, nella zona di protezione è previsto che pollame e volatili siano tenuti all’interno o, in alternativa, in un luogo in cui non possono venire a contatto con volatili di altre aziende. Le carcasse degli animali morti vanno distrutte immediatamente e i veicoli che le hanno trasportate sottoposti a disinfezione. Non sono ammessi l’ingresso e l’uscita di volatili in cattività e mammiferi domestici, tranne quelli che hanno accesso esclusivamente agli spazi riservati all’abitazione umana.
“Le autorità sanitarie -precisa il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini- stanno monitorando attentamente gli allevamenti, soprattutto nell’area della Bassa. Tuttavia, il virus ha la caratteristica di diffondersi molto velocemente, col conseguente rischio di un incremento esponenziale del numero di capi da abbattere e da smaltire, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, da qui a poco”. Motivo per cui, puntualizza, “è forte la preoccupazione negli allevatori. Quelli già colpiti dall’infezione sentono ancor di più il senso di frustrazione nel momento in cui, per ragioni legate alla capacità di smaltimento degli impianti di rendering, le carcasse rimangono per giorni dentro ai loro impianti”. In ogni caso, “per ora la situazione, seppure grave, viene gestita in maniera ottimale dalla Regione stessa. Serve comunque la collaborazione di tutti gli enti preposti affinché l’emergenza rientri nel minor tempo possibile, grazie anche ad un piano operativo condiviso, appunto in un tavolo regionale ad hoc”. La sicurezza alimentare, infine, “è in cima alla nostra agenda, così come la biosicurezza, ovvero quell'insieme di processi il cui scopo è mantenere, o migliorare, la situazione igienico-sanitaria di ogni allevamento. Le parole chiave, ancora una volta, sono prevenzione e controllo”.