Arriva a Torino “Rural Social ACT”, il progetto Cia contro il caporalato
Il seminario nella Sala Trasparenza della Regione con istituzioni e associazioni
“Rural Social ACT” fa tappa a Torino. Con la Regione Piemonte che ospita oggi il seminario territoriale sul progetto, di cui Cia-Agricoltori Italiani è capofila, dedicato alla promozione dell’agricoltura sociale per contrastare caporalato e agromafie, favorendo nuovi processi di inclusione e reinserimento socio-lavorativo dei migranti attraverso una rete nazionale di collaborazioni integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settore della formazione e dell’accoglienza.
Tanti gli ospiti all’iniziativa, la decima sul territorio, che si è tenuta nella Sala Trasparenza della Regione, in piazza Castello.
“Rural Social ACT -ha detto in apertura dei lavori Corrado Franci, coordinatore nazionale del progetto- vuole informare, formare e rendere consapevoli i beneficiari potenziali vittime di caporalato, sensibilizzare le aziende a partire da quelle Cia associate, informare i consumatori”.
Il caporalato, ha sottolineato nel suo intervento Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca, “è una tematica complessa che tocca da vicino il mio assessorato, in quanto le aziende agricole senza lavoro non sopravvivono”. Per Protopapa, “è importante che le aziende siano informate e formate, che non si facciano tentare dal risparmio”. In questo senso, le imprese “vanno messe nella condizione ottimale di poter scegliere la soluzione migliore” e quindi “dobbiamo superare le difficoltà burocratiche che, ad esempio, hanno reso complesso accedere al decreto Flussi”. Ora “stiamo attraversando un momento difficile, ma non bisogna sentirsi abbandonati, ha ribadito l’assessore, “bisogna riconoscere il giusto valore ai prodotti che tutelano i diritti dei lavoratori”.
Sulla stessa linea Elena Chiorino, assessora regionale all’Istruzione e Lavoro: “L’agricoltura è un settore primario e strategico per questo Paese -ha dichiarato al seminario-. Serve una seria ed efficace programmazione per la ricerca dei lavoratori, ciclicamente necessari sui campi, come i docenti per le scuole”. Chiorino ha poi proposto la creazione di un decreto Flussi “dedicati al solo comparto agricolo”. Quanto al caporalato e alle agromafie, ha aggiunto, “danneggiano la qualità e la reputazione della nostra agricoltura” ma sono anche “questioni culturali che vanno portate nelle scuole” per sensibilizzare i giovani. Nel frattempo, ha spiegato l’assessora, “è importate coinvolgere le agenzie del lavoro” come Piemonte Lavoro, e “pensare a un protocollo per rilasciare una certificazione etica di impresa, che sia motivo di orgoglio per chi se ne fregia”.
Da parte sua, il presidente di Cia delle Alpi, Stefano Rossotto, ha espresso soddisfazione per come la Confederazione porta avanti il progetto “Rural Social ACT”, sottolineando che la sostenibilità agricola “deve essere sia economica che sociale”.
Si sono susseguiti, quindi, esempi di buone pratiche portati da Emanuela Ceruti, presidente di Donne in Campo Piemonte e Val d’Aosta, mentre Maurizio Bergia del Forum Agricoltura Sociale Piemonte ha ribadito come “l’agricoltura sociale genera inclusione” attraverso il lavoro e “fa comunità”.
intervenuti anche Andrea Allitto, Direzione regionale Inps Piemonte; Tommaso Del Tomba, Agenzia Piemonte Lavoro; Alessandro Durando, presidente Confcooperative Cuneo; Valentina Ambu, coop ALice Onlus; Chiara Murazzano, Regione Piemonte Ufficio Immigrazione, tutti moderati da Ilaria Signoriello, coordinatrice scientifica del progetto Rural Social ACT.