05 Ottobre 2011

Alimentare: "no" allo yogurt con latte concentrato. Penalizza i produttori "made in Italy" e inganna i consumatori

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La Cia dice "no" alla modifica della legge 138 che consente di produrre yogurt con latte concentrato. Anche se è stato bandito l'utilizzo del latte in polvere, restano le nostre perplessità nei confronti di una "correzione" normativa che, oltre a disorientare gli acquisti delle famiglie, può avere conseguenze gravi per gli allevatori italiani. Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori, commentando il parere favorevole espresso dalla Commissione Agricoltura della Camera sulla proposta di modifica della legge 11 aprile 1974, numero 138.
La stragrande maggioranza del latte concentrato, infatti, è d'importazione straniera -spiega la Cia-. Di conseguenza si rischia di dare un duro colpo al settore lattiero-caseario nazionale e alle sue produzioni di alta qualità. In un momento, tra l'altro, in cui il comparto vive una fase molto difficile, con costi in crescita, prezzi non remunerativi e redditi in calo.
Senza contare il danno enorme per i consumatori -aggiunge la Cia- che vedono compromessa la garanzia di salubrità e qualità del prodotto finito, visto che la mancanza dell'etichetta d'origine sui prodotti trasformati, e quindi anche sullo yogurt, oggi non consente a chi compra di avere la piena tracciabilità della materia prima e dunque la sicurezza di un prodotto sottoposto ai rigidi controlli nazionali.
In questo modo -conclude la Cia- si possono mettere in pericolo i consumi di un prodotto che da tempo sta registrando uno straordinario successo. Solo nel 2010 gli acquisti domestici di yogurt hanno superato le 450 mila tonnellate, con un giro d'affari di oltre 1,7 miliardi di euro. Vendite che hanno avuto una crescita di circa il 2 per cento rispetto all'anno precedente. Un trend che è proseguito anche nel primo semestre del 2011, con un incremento dell'1,1 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2010.