Agricoltura sociale, piace ai giovani ma la legge non decolla
Un progetto di Cia, Inac e Ases con il Servizio Civile Nazionale dimostra l’interesse per le attività solidali nel settore
Far crescere nel Paese l’attenzione verso l’agricoltura sociale e migliorare l’efficacia della nuova legge, come strada per un nuovo welfare più inclusivo e generativo. In particolare, con il supporto dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale si è voluto rafforzare l’informazione nei confronti dei soggetti potenzialmente interessati ad attivare sul territorio iniziative di agricoltura sociale e creare così un impatto positivo sulle fasce più deboli della popolazione. Questo, in sintesi, il cuore del progetto che ha visto impegnate Cia-Agricoltori Italiani, il Patronato Inac-Cia, Ases e che ha celebrato oggi la sua giornata conclusiva nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma.
"Il nostro progetto ha impegnato 36 ragazzi in tutte le regioni italiane e ha portato alla luce come l'agricoltura sociale se promossa con vigore può contribuire a un miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale, che nel suo complesso oggi spende 114 miliardi di euro per le ospedalizzazioni e solo 200 milioni nella prevenzione” ha dichiarato Antonio Barile, presidente nazionale del Patronato Inac-Cia.
L’agricoltura sociale vanta nel nostro Paese migliaia di esperienze attive, e ha visto la nascita di una legge specifica, la 141/2015, che sta vivendo un fase di stallo per la mancanza di decreti attuativi che rendano effettive le decisioni del legislatore. L’interesse dimostrato dai giovani per questa modalità di impegno nell’agricoltura a beneficio di persone in difficoltà nella società, si è dimostrato altissimo.
“L’agricoltura per sua stessa indole include -ha dichiarato la presidente di Ases, Cinzia Pagni-. Se la politica e le istituzioni si impegnano insieme a rendere effettiva l’applicazione della legge, potremo dare risposte importanti ai problema della salvaguardia della biodiversità e la valorizzazione delle aree marginali”.
I giovani impegnati nel Servizio Civile Nazionale attraverso Cia, Inac e Ases hanno svolto un percorso entusiasmante, mettendo in risalto, con il loro lavoro di indagine e monitoraggio, le potenzialità di questo modello di agricoltura multifunzionale ma anche le opportunità previste dalla legge. Nel dettaglio, attraverso i questionari redatti dai ragazzi impegnati è emerso che il 70% dei funzionari degli Enti locali ha scarsa conoscenza dell’agricoltura sociale e gli stessi interpellati non conoscono le possibilità della nuova legge. Sorprende anche che Il 37% delle aziende agricole dichiari di non sapere come avviare attività di agricoltura solidale e di avere difficoltà nell’organizzazione delle pratiche necessarie. Il 31% delle realtà interpellate non è inserita in reti sociali che le permettono di attivare progetti e appena il 0,6% di questi riguarda istituti scolastici.
"Coniugare il Servizio Civile Inac-Cia all’agricoltura sociale è stata un’idea vincente -ha concluso il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino- bisogna accrescere la diffusione dell’agricoltura sociale che può rappresentare un’esperienza concreta capace di costruire un’economia sociale, solidale e responsabile e rafforzare il welfare del Paese”
Al termine dell’iniziativa, presieduta dal presidente della Commissione Agricoltura in Senato Gianpaolo Vallardi, sono stati consegnati gli attestati di frequenza ai giovani del Servizio Civile Nazionale. Hanno presenziato all’evento anche il vicesegretario vicario di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino e Giuliano Ciano del Forum Nazionale Agricoltura Sociale.