16 Settembre 2022 | None

AEPI 2022: Fini, agricoltura chiede taglio costo lavoro e semplificazione

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Il presidente nazionale di Cia, su fiscalità e Pa, alla 3° Festa della Confederazione - Associazioni Ue professionisti e imprese

"Il taglio del costo del lavoro e uno snellimento vero delle pratiche burocratiche. È anche di questo che ha sempre più bisogno l'agricoltura, per superare l'attuale crisi economica, continuando a tutelare sicurezza alimentare e Made in Italy". A dirlo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini nel suo intervento, oggi a Labro in provincia di Rieti, alla 3° Festa Nazionale della Confederazione Aepi - Associazioni Europee di Professionisti e Imprese, nella Tavola Rotonda con, tra gli altri, il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Fratin Pichetto; il presidente Ice-Ita, Carlo Maria Ferro e il leader di Azione, Carlo Calenda. 

"L'aumento insostenibile dei costi di produzione e dei prezzi, insieme all'emergenza energetica e a quella climatica -ha sottolineato Fini- rendono evidente che va ridotta la tassazione per chi produce cibo, il bene più importante alla base della sussistenza globale. Stesso discorso, ovviamente, va fatto per i lavoratori e le famiglie, altrimenti l'erosione del potere d'acquisto farà danni enormi al tessuto sociale e alla competitività del Paese". 

Inevitabilmente, allora, il passaggio sui prezzi allo scaffale che per il presidente nazionale di Cia vuol dire ricordare una battaglia già avviata dall'organizzazione, e ora anche oggetto del documento di proposte per il prossimo Governo. "Dobbiamo pretendere che si lavori per un'equa redistribuzione del valore lungo tutta la filiera agroalimentare -ha ricordato- perché i produttori non possono continuare a pagare il prezzo più alto. E se crolla il primo anello della filiera, attenzione -chiosa Fini- crolla tutto il Made in Italy". 

Poi, restando nel focus del dibattito su fiscalità, pubblica amministrazione e riforme, il presidente nazionale di Cia ha aggiunto: "La semplificazione che chiedono le imprese del settore agricolo ha a che fare con lo snellimento dei processi, dei controlli per esempio, e delle pratiche, del Psr come del Pnrr, affinché gli interventi siano davvero a supporto del settore e, quindi, rapidi ed efficaci". 

Infine, "ricordiamoci che è nelle micro e piccole imprese il tratto distintivo del settore primario. Le stesse che ne valorizzano la presenza capillare nelle aree rurali, dove il presidio agricolo è pressoché vitale. Ne va tutelata la redditività, tenendo ora sempre più a mente le ripercussioni dei cambiamenti climatici che vedono l'agricoltura, quale settore più esposto". 

Dunque -precisa Fini- non è proponibile l’adozione obbligatoria di sistemi di determinazione del reddito analoghi a quelli di altri settori. L'attuale sistema fiscale per il comparto, incentrato sulle rendite catastali, continua a essere adeguato, in particolare per ragioni di semplificazione e di certezza, ma bisogna lavorare anche per soluzioni alternative, di tassazione premiale, che favoriscano l'accesso a misure incentivanti per la crescita e lo sviluppo sui mercati interni e esteri".