26 Luglio 2021 | None

Acqua: Cia, tutelare gli ecosistemi idrici che dipendono dalle sorgenti

#infrastrutture #acqua #dissestoidrogeologico #terremoto
Condividi

Presentato uno studio sull’impatto del terremoto e dei cambiamenti climatici sul regime idrogeologico

Tenere alta l’attenzione sulla riduzione della portata idrica delle sorgenti del territorio, alla luce dei cambiamenti climatici e delle conseguenze del sisma. Questo il tema dell’iniziativa “Acqua una risorsa preziosa da tutelare” organizzato dalla Cia-Agricoltori Italiani a Castelsantangelo sul Nera, nei pressi della sorgente del Nera all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nella sua introduzione, la presidente di Cia Marche, Mirella Gattari, ha evidenziato la sofferenza degli allevatori nell’Appennino centrale colpito dal sisma, costretti a trasportare l’acqua in alta quota, con costi non più sostenibili. “È necessaria la costruzione di bacini in altura, ma i fondi disponibili non riescono a coprire le esigenze del territorio -ha dichiarato la Gattari-. Occorre costruire vasche di contenimento per gli agricoltori e creare nuove captazioni contestualmente a una campagna di formazione e informazione per gestire al meglio la risorsa acqua”.

Andrea Spaterna presidente dell’Ente Parco dei Monti Sibillini ha evidenziato come “l’acqua sia un bene prezioso, ma non inestinguibile. La riduzione della portata delle sorgenti di questo territorio impone di mantenere alta l'attenzione e richiede una migliore gestione di questa risorsa. L'acqua è un bene di tutti, ma è doveroso trovare un compromesso tra le necessità di tutela dei sistemi acquatici e le richieste della comunità. Non è più tollerabile che l’acqua di sorgente non venga utilizzata solo e unicamente per usi potabili”.

Marco Materazzi dell’Università di Camerino ha presentato uno studio sull’impatto del terremoto e dei cambiamenti climatici sul regime idrogeologico, relativamente alle sorgenti superficiali e profonde dei Sibillini. “Dopo aver analizzato gli eventi in Irpinia e a L’Aquila, gli studiosi sono ormai concordi sul ruolo dei terremoti che, se all’inizio provocano un aumento della portata delle risorse idriche, nelle settimane successive causano una diminuzione costante fino all’estinzione delle sorgenti superficiali e la diminuzione di quelle profonde. Il nostro ateneo -ha poi aggiunto Materazzi- è ora coinvolto nel progetto per la realizzazione del Grande anello dei Sibillini per ottimizzare la gestione delle risorse idriche, con l’interconnessione fra gli acquedotti esistenti. Si tratta di un’opera importantissima che consentirà di utilizzare l’acqua nelle varie aree del territorio a tutti quanti ne faranno richiesta”.

Giovanni Legnini commissario per la ricostruzione del sisma del 2016 ha aggiunto: “L’acqua è una risorsa di primaria importanza anche nelle azioni di rilancio dei territori e proprio in Valnerina sono stati recentemente stanziati 43 mln di euro contro il dissesto idrogeologico”. E’ intervenuto anche il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, che ha ricordato il ruolo determinante dei consorzi di bonifica per la tutela del suolo, la mitigazione ambientale e il contrasto al dissesto idrogeologico. Attualmente, gli investimenti infrastrutturali delle reti irrigue sono pari a 630 milioni per i prossimi sette anni, ma un forte stimolo verrà dato dal Pnrr, i cui obiettivi sono perfettamente in linea con quelli dei consorzi di bonifica e porteranno a 4,3 miliardi di euro i fondi per il Piano Invasi e la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Nella relazione dell’onorevole Antonella Incerti della ComAgri si è evidenziato che la rete idraulica debba godere della stessa dignità delle infrastrutture strategiche per il Paese, soprattutto nelle aree interne colpite da calamità. “Occorre, dunque, superare la cultura emergenza -ha chiosato la Incerti- per lavorare alla prevenzione del dissesto idrogeologico che provoca frane, smottamenti erosioni. Siamo attualmente impegnati su due filoni, il Fondo nazionale idrico che riguarda gli invasi e gli acquedotti (1,6 mld) e il Pnrr che impegnerà risorse rilevanti nelle infrastrutture idriche primarie”.

Questa iniziativa sulle risorse idriche è nata sulla scia del progetto Cia 'Il Paese che vogliamo' e punta a sostenere e rivitalizzare le aree interne, spina dorsale del Paese -ha detto Dino Scanavino presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani-. La pandemia ha accelerato la necessità di risolvere i problemi strutturali della dorsale appenninica dove l’acqua è elemento strategico, senza il quale non si può fare agricoltura. Il tema dell’approvvigionamento idrico dovrà essere, dunque, al centro della nuova sfida ecologica ed economica del Green Deal europeo e il mondo agricolo non potrà non avere un ruolo guida di questo ambizioso processo di transizione”.