11 Settembre 2006

A Padova protocollo d'intesa tra agricoltori lucani e veneti della Cia

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Un protocollo di intesa tra agricoltori lucani e veneti per attuare forme inedite di cooperazione imprenditoriale; grande successo per i prodotti tipici alimentari nello stand lucano di degustazione e di vendita; un cesto delle produzioni Doc, Igp, Igt del Potentino e del Materano sull'altare centrale della Basilicata S.Antonio da Padova: sono gli elementi caratterizzanti la partecipazione a Padova della folta delegazione della Cia della Basilicata alla Terza Festa nazionale dell'agricoltura
"Anche per affrontare con nuovi strumenti di cooperazione i problemi dell'agricoltura -spiega il presidente della Cia regionale lucana Donato Distefano- è nata l'idea di definire con i presidenti della Cia del Veneto Alessandro Ghiro e con quello provinciale della Cia di Padova Daniele Tonioli, un protocollo di intesa che parte da alcune esperienze che ci hanno visti collaborare insieme, in particolare nel settore dei servizi informatici e tecnici delle nostre sedi e dei nostri uffici".
"Interessante in proposito -aggiunge Distefano- è il confronto tra il Piano di sviluppo rurale del Veneto che è già in fase di attuazione avanzata in realtà provinciali e territoriali molto simili alle nostre per dimensione aziendale (di famiglia) e aree collinari e montane e il Psr della Basilicata che, invece, è in fase di definizione".
Il "dono" del cesto dei prodotti tipici lucani a S.Antonio oltre a rinnovare l'antica tradizione contadina del "ringraziamento", per i dirigenti della Cia segna l'avvio di un progetto denominato "Custodi dei Sapori e dei Saperi" che punta alla tutela e salvaguardia delle produzioni alimentari e della loro lavorazione.
Una delegazione di agricoltori pensionati lucani, inoltre, ha seguito i lavori dell'Assemblea nazionale dell'Associazione pensionati-Cia nella quale sono stati affrontati i problemi relativi alle iniziative da intraprendere per tutelare la famiglia e gli anziani non autosufficienti, soprattutto quelli che vivono nelle zone rurali dove i servizi lasciano molto a desiderare.