In diretta - Le mobilitazioni Cia sul territorio
Manifestazioni, assemblee e incontri con agricoltori e istituzioni regionali e provinciali
In occasione della presentazione, a Camera e Senato, del documento contenente le proposte di Cia-Agricoltori Italiani per la modifica della legge 157/92 sulla fauna selvatica, tante le iniziative in tutta Italia promosse dalle sedi regionali Cia con mobilitazione univoca indetta per venerdì 17 maggio.
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In Friuli Venezia Giulia - Nella mattinata incontro, a porte chiuse, della Giunta regionale di Cia-Agricoltori Italiani con assessori e governatore friulano. Alle 15.30, ssemblea con gli agricoltori alla presenza dell’Assessore regionale Stefano Zannier.
In Veneto - Alle ore 10:30 incontro a Palazzo Balbi, sede a Venezia della Regione Veneto e consegna della proposta di legge nell'appuntamento con l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan. Sit-in degli agricoltori. Anche Cia Padova aderisce all'iniziativa.
In Lombardia - Chiesto incontro all’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Fabio Rolfi e al presidente della Commissione regionale agricoltura, Ruggero Invernizzi. Ciò anche alla luce dei precedenti ducumenti presentate su criticità fauna selvatica per agricoltura del territorio.
In Piemonte - A Torino, alle ore 11:00, incontro con il prefetto Claudio Palomba, mentre si attende conferma dell'appuntamento con il sindaco Chiara Appendino. Iiniziative istituzionali anche a Novara e Alessandria. In quest'ultima, i delegati provinciali incontrano il prefetto Antonio Apruzzese, portando alla sua attenzione il documento Cia, così come già avvenuto la scorsa settimana alla visita del ministro Gian Marco Centinaio.
Nell’incontro con il Prefetto di Torino, è intervenuto Claudio Palomba, presidente regionale Cia Gabriele Carenini, il dairettore regionale Giovanni Cardone direttore regionale e Ezio Sussetto, responsabile di settore Cia Torino. “La 157/92 è ormai inadeguata -ha detto Carenini-. Fu infatti approvata quando sembrava che molte specie rischiassero l’estinzione. Oggi la situazione è completamente diversa. Il rischio non è più l’estinzione, ma la crescita senza controlli della fauna selvatica. In pianura e in collina la dimensione dei danni causati delle specie selvatiche all’agricoltura ha ormai raggiunto punte da vera emergenza economica. La proliferazione incontrollata della specie selvatiche è anche un pericolo per la sicurezza dei cittadini. I cinghiali ed i caprioli, in particolare, sono tanti, troppi ed in deciso soprannumero rispetto ad una quantità tollerabile. Anche i lupi -ha continuato Carenini- sono in crescita esponenziale. La pastorizia e l’allevamento in montagna, a causa dei lupi, che ormai sono arrivati a formare dei pericolosi branchi territoriali, stanno diventando un’attività snervante, quasi impossibile. Oggi a rischio di estinzione non è il lupo, ma sono piuttosto gli allevatori, i pastori e i contadini di montagna che svolgono un ruolo fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi complessi delle montagne.
“Nessuno vuole l’estinzione di alcuna specie di fauna selvatica -ha aggiunto Giovanni Cardone- ma, quando una di queste diventa pericolosa ed in palese soprannumero, è essenziale porvi rimedio. Se la legge del 1992 si focalizzava sulla conservazione della fauna, in quegli anni a rischio di estinzione per molte specie caratteristiche dei nostri territori, oggi la situazione si è ribaltata, con alcune specie in soprannumero o addirittura infestanti. L’esempio più lampante è costituito dai cinghiali, responsabili dell’80% dei danni all’agricoltura: si è passati da una popolazione di 50 mila capi in Italia nel 1980, ai 900 mila nel 2010 fino ad arrivare a quasi 2 milioni nel 2019. E’ del tutto evidente, quindi, che bisogna tornare a carichi sostenibili delle specie animali, in equilibrio tra loro e compatibili con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche, dei diversi territori. Noi agricoltori -ha concluso Ezio Sussetto- seminiamo per raccogliere e non per ottenere i risarcimenti dei danni causati dalla fauna selvatica, che per altro arrivano sempre in ritardo e con il contagocce”.
In Liguria - Folta delegazione di agricoltori provenienti da ogni parte della Liguria, radunata sotto il palazzo della Regione, in piazza De Ferrari, accompagnata dai sindaci di una ventina di piccoli e grandi comuni dell’entroterra. Incontrato l'assessore regionale all'Agricoltura, Stefano Mai. Al governatore Giovanni Toti, poi, una delegazione Cia, esporrà il documento con le direttrici di riforma della Legge 157/92.
«L'entità dei danni causati dagli animali selvatici è ormai insostenibile in tutta Italia -spiega Aldo Alberto, presidente regionale Cia e membro della giunta nazionale-, e comporta problemi tanto sul piano economico-produttivo, perché rende impossibile in molte aree l'attività agricola, quanto su quello ecologico-ambientale, a causa dei disequilibri crescenti tra le diverse specie».
«La dimensione del fenomeno nella sola Liguria -prosegue Ivano Moscamora, direttore regionale Cia- è data dal numero delle domande di risarcimento danni pervenute, che sono ben 329 e, probabilmente, nonostante tutto rappresentano solo la punta dell’iceberg. Molti agricoltori, infatti, nemmeno presentano istanza, scoraggiati dai tempi e soprattutto dagli importi dei risarcimenti, spesso ben distanti dal ripagare il danno effettivamente subito».
Una punta dell’iceberg, quella delle domande di risarcimento ufficialmente presentate, che è comunque decisamente salata: solo nel 2018, infatti, gli agricoltori liguri hanno lamentato complessivamente 196mila euro di danni; Savona la provincia più colpita, con un monte di 75mila euro, seguita da Genova con 56mila, La Spezia con 43mila ed Imperia con 21mila euro denunciati. «Dati -puntualizza ancora Moscamora- che si riferiscono solo a quanto attiene direttamente al settore agricolo, e non comprendono i danni a cose e mezzi che, a loro volta, risultano in continua crescita e strettamente correlati». Decisamente insufficienti rispetto alla stima delle presenze, poi, risultano le quote di capi abbattibili decise dalla Regione per il 2018, per non parlare di quelli effettivamente abbattuti. «Desolanti sono, in particolare, i dati riferiti ai cinghiali, con percentuali di cattura che non arrivano al 50% del contingente abbattibile, a sua volta pari solo al 90% dei capi stimati. Pressoché nulla l’efficacia dei piani di controllo che hanno inciso sul contingente per uno scarso 7% – riferisce ancora Moscamora –. Carenti sono anche le azioni di controllo verso altre specie, responsabili di gravi danni all’agricoltura, quali daini e caprioli, e per i quali i piani di controllo finalizzati a riportare la densità delle presenze entro limiti sostenibili non hanno mai raggiunto gli obiettivi prefissati».
«È quindi del tutto evidente -conclude il presidente di Cia Liguria Alberto- che le attuali politiche, concepite in un contesto completamente diverso e orientate alla mera conservazione della fauna, si dimostrano oggi del tutto inadeguate. Al parlamento chiediamo dunque modifiche radicali alla legge in vigore, forti del sostegno ricevuto oggi da decine di amministratori locali e dalla stessa Regione».
A supportare Cia nella mobilitazione odierna, come detto, erano presenti i sindaci di molti comuni dell’entroterra. Nel dettaglio, hanno partecipato rappresentanti delle amministrazioni di Rossiglione e Ne in provincia di Genova; Erli, Vendone, Balestrino e Cisano sul Neva dal savonese; Rocchetta di Vara e Pignone dallo spezzino; Dolceacqua, San Lorenzo al Mare, Pietrabruna, Dolcedo, Pompeiana, Chiusanico, Borgomaro, San Biagio della Cima e Soldano dall’imperiese. A ricevere gli agricoltori chiamati a raccolta da Cia sono stati l'assessore regionale all'agricoltura, Stefano Mai, ed il presidente del consiglio regionale Alessandro Piana, ai quali la delegazione ha chiesto il necessario sostegno in sede istituzionale per ottenere, da parte del governo e del parlamento centrale, una revisione del testo nel senso auspicato dalla categoria. «Quello del proliferare incontrollato della fauna selvatica è un grosso problema da affrontare, anche in considerazione della deriva ultra-ambientalista che sta prendendo campo nel paese che e rende difficile intervenire - è stato il commento dell'assessore Mai -. Abbiamo bisogno di strumenti più efficaci e mentre il ministro dell'agricoltura Centinaio si è già dimostrato disponibile, parlare col ministro dell'ambiente Costa, invece, è sempre piuttosto difficile. Grazie a questa mobilitazione di Cia confidiamo di avere più forza anche a livello nazionale nel difendere le ragioni degli agricoltori, che sono un pilastro della nostra società». Alessandro Piana ha aggiunto che «oggi la giunta, grazie ad una legge regionale che abbiamo votato un paio di anni fa, dispone di strumenti più snelli per intervenire, sentiti i Comuni e le associazioni di categoria, sulle oasi di ripopolamento che erano diventate dei veri e propri vivai per la proliferazione degli animali selvatici». Mai e Piana hanno poi avuto un lungo incontro in Regione con il presidente di Cia Liguria Aldo Alberto e i numerosi sindaci intervenuti, che hanno così avuto la possibilità di presentare, nello specifico, i problemi presenti nei Comuni da loro amministrati.
Cia Savona aderirà all'iniziativa. In provincia da novembre 2017 al 31 ottobre 2018 ci sono state 128 denunce, danni pari al 39% di tutte le domande della Regione Liguria, mentre quelli che erano avvistamenti occasionali nei centri abitati, oggi è diventata una consuetudine. “La sensazione -dichiara il presidente di Cia Savona Mirco Mastroianni- è che il problema dei cinghiali e caprioli sia aumentata ovunque e la frustrazione del mondo agricolo è palpabile in ogni borgo dell'entroterra. Restano le clamorose incursioni dei selvatici sulle passeggiate dei lungomare della costa o nei centri delle città".
In Emilia-Romagna - Alle 9:00, audizione con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini e l'assessore all'Agricoltura, Simona Caselli, alla presenza di una delegazione di agricoltori. Sedi provinciali a lavoro per dialogare con i Prefetti.
In Toscana - Alle 12:00 conferenza stampa al Grand Hotel Baglioni di Firenze con intervento di Luca Brunelli, presidente Cia Toscana alla presenza della Giunta Cia regionale. Alle 13.30 assemblea regionale Cia dal titolo "Il Paese che vogliamo" allargata e con partecipazione del governatore toscano Enrico Rossi, l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, i capigruppo e diversi consiglieri. In cantiere iniziative interprovinciali. Già in programma per il 24 maggio sit-in a Bettolle nel senese.
"Non è più rinviabile la modifica della legge 157/92 -dichiara Luca Brunelli, presidente Cia Toscana- e con essa l'ottenimento di una presenza equilibrata e gestita di ungulati e selvatici sui territori italiani e toscani. Inoltre, bisogna capire quali siano i risultati della legge regionale obiettivo. Servono strumenti efficaci -conclude Cia-Agricoltori Italiani Toscana- per prevenire i danni all’agricoltura e garantire pagamenti in tempi rapidi tutti i danneggiamenti già subiti dalle aziende agricole; con l’obiettivo che il numero degli ungulati torni in una misura accettabile per l’ambiente e per l’economia agricola della Toscana".
In Umbria - Il 24 maggio sit-in interregionale Umbria-Toscana, a Bettolle (SI). Consegna del documento a tutti i parlamentare umbri eletti.
Il Presidente di Cia Umbria, Matteo Bartolini, ha consegnato nella mattinata di giovedì 16 maggio la Proposta di modifica alla Legge sulla caccia 157/92 all’Assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini. Bartolini ha esposto all’Assessore la necessità urgente di un passaggio giuridico dal concetto di ‘tutela’ a quello di ‘gestione’ per salvaguardare l’economia e la stessa sostenibilità ambientale di quei territori dell’Umbria ormai tartassati dai continui danni da fauna selvatica. “Esprimiamo soddisfazione per l’accoglimento dell’Assessore Cecchini alle nostre istanze su un cambio di rotta della vecchia normativa, -ha dichiarato Bartolini- in particolare circa la piena apertura sulla questione che riguarda le aree protette dell’Umbria, da portare all’attenzione del Governo: il Parco del Monte Cucco, del Monte Subasio, del Lago Trasimeno, di Colfiorito, così come i parchi fluviali del Tevere e del Nera e il Sistema territoriale del Monte Peglia e della Selva di Meana. Luoghi vivi, in cui operano le nostre imprese agricole, ma anche abitate da cittadini sempre più esposti al rischio di attacchi della fauna selvatica ormai fuori controllo. Una situazione frutto di una tutela eccessiva -ha commentato Bartolini- che dura ormai da 27 anni (la legge è del 1992) e ad oggi completamente ingiustificata, considerando il fatto che nessuna delle specie che popolano i nostri parchi è attualmente a rischio estinzione. Cinghiali in primis, che causano la maggior parte dei danni alle coltivazioni, e che si traducono in richieste di risarcimento in continuo aumento con importi liquidati che sfiorano il ridicolo”.
Nelle Marche - Alle ore 9:00 alle Moie di Maiolati Spontini, sede CIS, appuntamento istituzionale con il presidente della Regione, Luca Ceriscioli e l'assessore alle Attività produttive Manuela Bora, mentre alle 11:30, nella sala Europa della Regione Marche, confronto con delegati Caccia e pesca sportiva, a nome dell'assessore Moreno Pieroni. Confronto anche con parlamentari eletti e i candidati marchigiani alle europee.
In Puglia - Delegati regionali e provinciali Cia in sit-in a Bari sotto il palazzo della Regione. La proposta di modifica all'art.19 della Legge 157/92 sulla fauna selvatica formulata da Cia sarà portata sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni dalla Regione Puglia che coordina la Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni. È uno dei principali impegni assunti dal Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia Gianluca Nardone che, su delega del Presidente Michele Emiliano, ha incontrato una nutrita rappresentanza Cia Puglia nella giornata di mobilitazione generale promossa da Cia a livello nazionale. La delegazione composta dal vicepresidente di Cia Puglia Giannicola D'Amico, dal direttore regionale Danilo Lolatte, dal direttore provinciale Cia Levante Giuseppe Creanza, dal presidente provinciale Cia Foggia Michele Ferrandino e da altri dirigenti delle diverse sedi espressione di tutte le province pugliesi, oltre a consegnare e illustrare il documento contenente le proposte di emendamento elaborate a livello nazionale dall'organizzazione agricola, ha delineato la portata del fenomeno in Puglia e dei problemi conseguenti alla presenza incontrollata di lupi e cinghiali, ma ha rappresentato anche il problema degli storni, che arrecano danni all'agricoltura per milioni di euro. La Regione Puglia si è impegnata, nei limiti delle sue competenze, a intercedere con il Governo e ad approfondire i temi sviscerati dalla delegazione Cia Puglia, già da anni impegnata nell'interlocuzione con i livelli regionali e nazionali. In considerazione del ruolo di coordinamento della CPA della Conferenza delle Regioni esercitato dall'assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, si riattiverà l'iter bloccato nel 2017 avviato proprio dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per la modifica dell'articolo concernente il controllo della fauna selvatica.
"Ringraziamo la Regione Puglia per la disponibilità e per gli impegni assunti che hanno riempito di ulteriore significato questa giornata di mobilitazione -afferma il presidente Cia Puglia, Raffaele Carrabba.- Da anni abbiamo denunciato i danni e le conseguenze del fenomeno che ha assunto poi i contorni di un'emergenza nazionale. Il mondo agricolo e zootecnico, già in sofferenza, devono patire anche le ingenti perdite causate dalla proliferazione incontrollata della fauna selvatica. Campi distrutti dai cinghiali, capi di bestiame sbranati dai lupi non possono essere ristorati da ridicoli indennizzi, peraltro seguendo una trafila burocratica che scoraggia agricoltori e allevatori già esasperati. Suoniamo la sveglia in tutta Italia: è arrivato il momento di superare una legge anacronistica".
In Basilica - Chiesto incontro con il presidente della Regione, Vito Bardi
In Molise - Appello alla Regione con manifestazione degli agricoltori a Campobasso. Alle ore 10:00 appuntamento davanti la sede dell'Assessorato all'Agricoltura di Via Gianbattista Vico, mentre alle 11:00 è prevista la conferenza stampa, durante la quale verrà consegnato il documento Cia con le proposte di modifica della Legge 157/92, all'assessore all'Agricoltura Nicola Cavaliere. “La presenza massiccia di ungulati su tutto il territorio regionale -dichiara il direttore regionale di Cia Molise, Donato Campolieti- non è più procrastinabile. E' prioritario affrontare il problema dei danni, ma anche la gestione della fauna selvatica per via dell’esubero degli ungulati. Chiediamo attenzione ai governi regionali, in particolare del Mezzogiorno, sfiancato anche dalla crisi economica”.
In Campania - Attesi incontri in Regione e sul territorio con i deputati dei collegi e i consiglieri regionali.
"È urgente -ha dichiarato Alessandro Mastrocinque, presidente Cia Campania- riconoscere alle aziende agricole colpite, un ristoro dei danni in maniera veloce e senza tagli, ne va della sopravvivenza del sistema economico agricolo. Politicamente -conclude Mastrocinque- riteniamo fondamentale modificare la legge per una corretta gestione della fauna selvatica, e contestualmente evitare ingenti danni alla produttività agricola sempre più soggette ai danni da fauna selvatica. Da non sottovalutare -conclude Mastrocinque- l'aspetto della sicurezza dei cittadini visto che invadono le strade, i paesi e le cittadine. Non c'è da scherzare, si rischia in termini di vite umane".
In Calabria - Previsto incontro dei delegati Cia con il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, alcuni deputati e candidati alle elezioni europee.
In Sicilia - Delegazione regionale Cia presenta documento all'assessore all'Agricoltura Edy Bandiera. All’incontro, nella sede dell’Ispettorato all’Agricoltura di Siracusa, presenti: Giuseppe Di Silvestro e Graziano Scardino, rispettivamente presidente e direttore della Cia Sicilia Orientale, Salvino Nasello, vice presidente Cia Sicilia Occidentale, Enzo Aglieco, direttore Cia Sicilia Sud-Est, Antonio e Giovanni Vena, Cia Alte Madonie, oltre a sindaco e assessore del comune di Nicosia, Luigi Bonelli e Gianfranco Castrogiovanni, in rappresentanza delle tante comunità, cittadini, produttori e allevatori, alle prese ogni giorno con un fenomeno diventato un’emergenza.
“L’iniziativa che oggi la Cia mette in campo parte un dato nazionale -commenta il presidente Di Silvestro- negli ultimi dieci anni la crescita degli ungulati, cinghiali fra tutti e ibridi, si è passati da 900 mila ad oltre 1 milione 900 mila con un incremento del +111%”. “Il numero degli animali selvatici è triplicato negli ultimi anni -aggiunge il vice presidente Sicilia Occidentale Salvino Nasello- il fattore sanitario non è da sottovalutare: noi allevatori abbiamo aderito ai piani di risanamento imposti dalla legge e i nostri animali sono tutti indenni da malattie, ma il rischio di trasmissione di patologie c’è. Noi come Cia lanciamo il nostro allarme”. “Abbiamo sentito il dovere oggi di dare forza al disegno di legge con la nostra presenza qui -ha sottolineato Giovanni Vena, Cia Alte Madonie- nel nostro territorio i danni sono spaventosi, non abbiamo più diritto alle nostre proprietà, abbiamo bisogno di un intervento serio da parte delle Istituzioni”. “Un problema drammatico -ha esordito il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli- è necessario e urgente che il legislatore intervenga tempestivamente. Stiamo fronteggiando l’emergenza con delle ordinanze ad hoc, ma serve una legge organica”.
“Il Parlamento regionale ha già mostrato attenzione e tempestività anche nell’ultima norma finanziaria -ha spiegato l’assessore Edy Bandiera- che recepisce la norma nazionale e si spinge oltre facendo sì che all’interno delle aree protette si possa procedere a quegli abbattimenti selettivi fondamentali per consentire il giusto riequilibrio del sistema biologico saltato. E soprattutto ci preme il tema della salute dei cittadini. Grazie alla CIA, che è passata dalle parole ai fatti, abbiamo in mano una proposta di legge che supera le lacune e le arretratezze dell’attuale norma”. “Davvero interessante l’impostazione data al profilo dell’urgenza/emergenza – ha commentato l’avvocato Gianfranco Castrogiovanni –con una norma di carattere generale che previa autorizzazione, prevede l’intervento a tutela della proprietà, adottando anche misure cautelari immediate che valgono a garantire l’integrità dell’azienda. Nel frattempo sarebbe auspicabile una decretazione d’urgenza da parte fella Regione”.
In Sardegna - Conferenza stampa