22 Marzo 2006
Politi lancia un forte appello all'unità del mondo agricolo. Monito alla nuova maggioranza: occorre un vero progetto di sviluppo
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Il presidente della Confederazione propone un organismo permanente di coordinamento tre la maggiori organizzazioni agricole e le centrali cooperative. Serve una concertazione più incisiva. Controllo e sorveglianza dei prezzi. Lo svolgimento della Conferenza nazionale sull'agricoltura uno degli obiettivi prioritari. Campagna elettorale troppo rissosa. Scontro con la Confindustria: il governo ha sbagliato.
Un Organismo permanente di coordinamento tra le maggiori organizzazioni professionali agricole e le centrali delle imprese cooperative; appello alla maggioranza che uscirà dalle elezioni del 9 e 10 aprile prossimi per una nuova politica di sviluppo dell'agricoltura e di rilancio della sua competitività; una concertazione più incisiva tra governo e forze sociali; controllo e sorveglianza dei prezzi dei prodotti agroalimentari per evitare rincari ingiustificati e manovre speculative come è accaduto negli ultimi anni. Sono queste alcune delle proposte lanciate oggi dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi all'apertura della IV Assemblea elettiva dell'organizzazione in programma a Roma, presso l'Auditorium della Tecnica, sino a venerdì prossimo 24 marzo.
Unità del mondo agricolo. "Non vogliamo -ha detto Politi- accontentarci di avanzare un generico appello all'unità d'azione, proponiamo la costituzione di un Organismo permanente di coordinamento tra le maggiori organizzazioni professionali agricole e le centrali delle imprese cooperative agricole. Una proposta che siamo pronti a confrontarci anche con altre, finalizzate, però, al raggiungimento degli stessi obiettivi definendo da subito un'agenda e gli argomenti da affrontare".
"Insomma, intendiamo rilanciare -ha aggiunto il presidente della Cia- una Costituente dell'agricoltura, che non nasce da una costrizione, ma è una scelta libera ed autonoma, capace di rappresentare meglio gli interessi generali dell'agricoltura, esaltare i valori dell'agricoltura nella società, in rapporto alla politica e nell'economia".
Una nuova politica per l'agricoltura. "Più volte abbiamo ripetuto -ha evidenziato Politi- che siamo stanchi di un'agricoltura continuamente snobbata e ghettizzata da parte delle istituzioni, del governo; che siamo stanchi di vivere in uno stato di profonda incertezza; che siamo stanchi di vedere i nostri redditi diminuire giorno dopo giorno e perdere sempre più competitività sui mercati; che siamo stanchi di vendere i nostri prodotti, frutto di un duro e faticoso lavoro, a prezzi 'stracciati'; che siamo stanchi delle promesse mai mantenute, degli impegni presi, soprattutto in periodi elettorali, che poi non si sono mai concretizzati".
"Ora -ha rimarcato il presidente della Cia- lo diciamo veramente in termini ultimativi. Nella grande manifestazione dell'8 novembre 2005 a Bologna lo abbiamo affermato a chiare note. Diciamo basta alla logica del declino, della mortificazione, della marginalizzazione. Diciamo basta a chi non a cuore i problemi della nostra viva e vitale agricoltura. Vogliamo una vera svolta che sia finalmente positiva. Vogliamo una politica nuova che esalti le grandi risorse e potenzialità che racchiudono gli imprenditori agricoli, che sempre hanno dimostrato di avere la forza e le capacità per costruire uno sviluppo sano e duraturo, una crescita equilibrata in grado di aprire nuove e più interessanti prospettive al Paese".
"E' grave il fatto che in questi anni -ha detto ancora Politi- sia mancata una vera politica per l'agricoltura. Non c'è stata una strategia mirata. E' venuto meno un disegno organico che coinvolgesse tutto il sistema agricolo-alimentare. Si è pensato unicamente al contingente, a superare quella o quell'altra emergenza. Mai si è pensato che era tempo di ridisegnare uno scenario nuovo per il settore. Mai si è pensato che era diventata indispensabile una pausa di riflessione, che doveva esserci un momento di confronto serio e concreto per capire i cambiamenti e trovare i giusti rimedi al fine di consentire agli imprenditori agricoli di operare con efficacia e non sotto l'assillo dei problemi incombenti".
"Non abbiamo avuto, da parte delle istituzioni, risposte valide. Anzi, continua a sussistere -ha sottolineato il presidente della Cia- un mortificante, assurdo disinteresse. Manca una politica seria ed adeguata. Mancano interventi mirati e propulsivi. Manca una vera strategia per rilanciare sviluppo e competitività".
"E' una situazione che non possiamo e non dobbiamo più tollerare. Oggi siamo qui per ribadire forte le nostre ragioni. Sollecitiamo una nuova stagione per l'agricoltura italiana. Dovrà essere questo -ha annunciato Politi- uno degli impegni prioritari della maggioranza che scaturirà dalle prossime elezioni politiche del 9 e 10 aprile".
"D'altronde, non si può andare avanti senza un disegno preciso. Non si può assistere -ha sostenuto- al rituale delle finanziarie dove strappare parziali misure per l'agricoltura. Dobbiamo muoverci in un contesto diverso e nell'ambito di una programmazione che permetta alle aziende agricole di sviluppare potenzialità e risorse troppe volte represse dalla mancanza di una valida politica. Da sempre poniamo l'esigenza che il settore agricolo debba essere a pieno titolo considerato quale componente produttiva, economica e sociale in grado di contribuire al rilancio della nostra economia, alla coesione sociale e alla crescita del nostro Paese. Dobbiamo avere obiettivi chiari da conseguire: rinnovare la politica agricola, governare la globalizzazione, tutelare la sicurezza alimentare, valorizzare la qualità, difendere il territorio, fornire agli agricoltori gli strumenti indispensabili per crescere e per affermare le capacità imprenditoriali, ridurre il carico degli oneri burocratici, previdenziali e produttivi".
Nuova concertazione. "Da parte nostra, vogliamo ribadire con forza -ha detto il presidente della Cia- la scelta della concertazione quale strumento idoneo per definire obiettivi condivisi e individuare strumenti e percorsi utili al loro raggiungimento. La concertazione così come si è realizzata in questi anni in molti casi è stata svuotata nei suoi contenuti ed utilizzata per ratificare scelte compiute in altra sede e di parte".
Conferenza sull'agricoltura. "Lo svolgimento della Conferenza, approvata dal ministro Alemanno e successivamente dal Tavolo agroalimentare, doveva svolgersi lo scorso novembre con la partecipazione del Presidente della Repubblica, ma è stata annullata -ha rilevato Politi- a causa di contrasti nella Conferenza Stato-Regioni ed anche perché non ha ricevuto un'adesione convinta da parte delle altre organizzazioni, forse perché da noi proposta".
"Questa rinuncia -ha aggiunto- è stato un errore. Ma la necessità di un confronto alto sull'agricoltura, in uno scenario in cui tutto cambia in fretta, rimane: è un impegno che consegniamo alla nuova maggioranza tra i primi atti di legislatura. La Conferenza dovrà delineare un progetto condiviso nei confronti del quale le istituzioni e le rappresentanze agricole possano assumere le proprie responsabilità, impegnandosi a realizzarlo".
Campagna elettorale rissosa. "Nella nostra Assemblea annuale dello scorso giugno -ha sostenuto il presidente della Cia- avevamo avvertito del pericolo di una lunga campagna elettorale caratterizzata da sterili ed inutili polemiche tra gli schieramenti politici.
Certamente non avevamo immaginato un livello così alto dello scontro, non avevamo immaginato i tentativi di delegittimazione degli avversari e, soprattutto, non ritenevamo possibile il tentativo di incursioni interne alle organizzazioni di rappresentanza con l'obiettivo di delegittimare i gruppi dirigenti".
Scontro Governo-Confindustria. "Certamente questi episodi -ha sottolineato Politi- non possono appartenere ad un Paese civile e democratico. La politica non può pensare di asservire ai suoi desideri ed interessi le rappresentanze e alle critiche ha il diritto-dovere di rispondere con la forza delle idee, dei programmi e dei risultati. Quanto è avvenuto nella recente Assemblea di Confindustria e, soprattutto le dichiarazioni pubbliche rese successivamente dal Presidente del Consiglio e da autorevoli rappresentanti delle forze politiche di governo è negativo e grave e, quindi, da noi giudicato negativamente".
Crisi strutturale del settore e redditi in calo. "Negli ultimi cinque anni, il valore aggiunto, cioè la ricchezza prodotta dall'agricoltura, rimane sostanzialmente stabile, con un incremento di solo il 2,5 per cento. Nello stesso periodo, però, i redditi agricoli -ha rilevato il presidente della Cia- sono calati del 12,6 per cento e, questo, in contrasto con la media dei redditi realizzati nell'Ue, dove si registra un aumento del 6 per cento. Il settore primario mostra evidenti i segni di una persistente crisi strutturale".
Organismo di controllo per i prezzi. "Sempre nell'ultimo quinquennio, nonostante una sostanziale stazionarietà dell'offerta di prodotti agricoli e l'aumento della domanda interna ed estera, i prezzi all'origine hanno mantenuto un andamento decrescente. E' una situazione -ha detto Politi- che evidenzia una scarsa trasparenza dei processi di formazione dei prezzi, con danno agli agricoltori e ai consumatori. Il margine della intermediazione commerciale in Italia è più elevato rispetto agli altri Paesi europei. Solo per citare un prodotto essenziale per l'alimentazione: nel 1976 per ogni litro di latte consumato in Lombardia, il 66 per cento del valore era destinato alla stalla, nel 2005 il valore percepito dall'allevatore è stato pari al 26 per cento. La nostra proposta del doppio prezzo ha provocato la presentazione nel Parlamento di diverse proposte di legge".
"Al Parlamento che uscirà dalle prossime elezioni politiche proponiamo -ha annunciato il presidente della Cia- di legiferare sulla trasparenza dei mercati e sulla formazione dei prezzi e al governo chiediamo la costituzione, presso l'Ismea, di un Organismo indipendente, partecipato dalle organizzazioni di filiera, con il compito di sorveglianza e controllo dei prezzi" .
Il presidente della Confederazione propone un organismo permanente di coordinamento tre la maggiori organizzazioni agricole e le centrali cooperative. Serve una concertazione più incisiva. Controllo e sorveglianza dei prezzi. Lo svolgimento della Conferenza nazionale sull'agricoltura uno degli obiettivi prioritari. Campagna elettorale troppo rissosa. Scontro con la Confindustria: il governo ha sbagliato.
Un Organismo permanente di coordinamento tra le maggiori organizzazioni professionali agricole e le centrali delle imprese cooperative; appello alla maggioranza che uscirà dalle elezioni del 9 e 10 aprile prossimi per una nuova politica di sviluppo dell'agricoltura e di rilancio della sua competitività; una concertazione più incisiva tra governo e forze sociali; controllo e sorveglianza dei prezzi dei prodotti agroalimentari per evitare rincari ingiustificati e manovre speculative come è accaduto negli ultimi anni. Sono queste alcune delle proposte lanciate oggi dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi all'apertura della IV Assemblea elettiva dell'organizzazione in programma a Roma, presso l'Auditorium della Tecnica, sino a venerdì prossimo 24 marzo.
Unità del mondo agricolo. "Non vogliamo -ha detto Politi- accontentarci di avanzare un generico appello all'unità d'azione, proponiamo la costituzione di un Organismo permanente di coordinamento tra le maggiori organizzazioni professionali agricole e le centrali delle imprese cooperative agricole. Una proposta che siamo pronti a confrontarci anche con altre, finalizzate, però, al raggiungimento degli stessi obiettivi definendo da subito un'agenda e gli argomenti da affrontare".
"Insomma, intendiamo rilanciare -ha aggiunto il presidente della Cia- una Costituente dell'agricoltura, che non nasce da una costrizione, ma è una scelta libera ed autonoma, capace di rappresentare meglio gli interessi generali dell'agricoltura, esaltare i valori dell'agricoltura nella società, in rapporto alla politica e nell'economia".
Una nuova politica per l'agricoltura. "Più volte abbiamo ripetuto -ha evidenziato Politi- che siamo stanchi di un'agricoltura continuamente snobbata e ghettizzata da parte delle istituzioni, del governo; che siamo stanchi di vivere in uno stato di profonda incertezza; che siamo stanchi di vedere i nostri redditi diminuire giorno dopo giorno e perdere sempre più competitività sui mercati; che siamo stanchi di vendere i nostri prodotti, frutto di un duro e faticoso lavoro, a prezzi 'stracciati'; che siamo stanchi delle promesse mai mantenute, degli impegni presi, soprattutto in periodi elettorali, che poi non si sono mai concretizzati".
"Ora -ha rimarcato il presidente della Cia- lo diciamo veramente in termini ultimativi. Nella grande manifestazione dell'8 novembre 2005 a Bologna lo abbiamo affermato a chiare note. Diciamo basta alla logica del declino, della mortificazione, della marginalizzazione. Diciamo basta a chi non a cuore i problemi della nostra viva e vitale agricoltura. Vogliamo una vera svolta che sia finalmente positiva. Vogliamo una politica nuova che esalti le grandi risorse e potenzialità che racchiudono gli imprenditori agricoli, che sempre hanno dimostrato di avere la forza e le capacità per costruire uno sviluppo sano e duraturo, una crescita equilibrata in grado di aprire nuove e più interessanti prospettive al Paese".
"E' grave il fatto che in questi anni -ha detto ancora Politi- sia mancata una vera politica per l'agricoltura. Non c'è stata una strategia mirata. E' venuto meno un disegno organico che coinvolgesse tutto il sistema agricolo-alimentare. Si è pensato unicamente al contingente, a superare quella o quell'altra emergenza. Mai si è pensato che era tempo di ridisegnare uno scenario nuovo per il settore. Mai si è pensato che era diventata indispensabile una pausa di riflessione, che doveva esserci un momento di confronto serio e concreto per capire i cambiamenti e trovare i giusti rimedi al fine di consentire agli imprenditori agricoli di operare con efficacia e non sotto l'assillo dei problemi incombenti".
"Non abbiamo avuto, da parte delle istituzioni, risposte valide. Anzi, continua a sussistere -ha sottolineato il presidente della Cia- un mortificante, assurdo disinteresse. Manca una politica seria ed adeguata. Mancano interventi mirati e propulsivi. Manca una vera strategia per rilanciare sviluppo e competitività".
"E' una situazione che non possiamo e non dobbiamo più tollerare. Oggi siamo qui per ribadire forte le nostre ragioni. Sollecitiamo una nuova stagione per l'agricoltura italiana. Dovrà essere questo -ha annunciato Politi- uno degli impegni prioritari della maggioranza che scaturirà dalle prossime elezioni politiche del 9 e 10 aprile".
"D'altronde, non si può andare avanti senza un disegno preciso. Non si può assistere -ha sostenuto- al rituale delle finanziarie dove strappare parziali misure per l'agricoltura. Dobbiamo muoverci in un contesto diverso e nell'ambito di una programmazione che permetta alle aziende agricole di sviluppare potenzialità e risorse troppe volte represse dalla mancanza di una valida politica. Da sempre poniamo l'esigenza che il settore agricolo debba essere a pieno titolo considerato quale componente produttiva, economica e sociale in grado di contribuire al rilancio della nostra economia, alla coesione sociale e alla crescita del nostro Paese. Dobbiamo avere obiettivi chiari da conseguire: rinnovare la politica agricola, governare la globalizzazione, tutelare la sicurezza alimentare, valorizzare la qualità, difendere il territorio, fornire agli agricoltori gli strumenti indispensabili per crescere e per affermare le capacità imprenditoriali, ridurre il carico degli oneri burocratici, previdenziali e produttivi".
Nuova concertazione. "Da parte nostra, vogliamo ribadire con forza -ha detto il presidente della Cia- la scelta della concertazione quale strumento idoneo per definire obiettivi condivisi e individuare strumenti e percorsi utili al loro raggiungimento. La concertazione così come si è realizzata in questi anni in molti casi è stata svuotata nei suoi contenuti ed utilizzata per ratificare scelte compiute in altra sede e di parte".
Conferenza sull'agricoltura. "Lo svolgimento della Conferenza, approvata dal ministro Alemanno e successivamente dal Tavolo agroalimentare, doveva svolgersi lo scorso novembre con la partecipazione del Presidente della Repubblica, ma è stata annullata -ha rilevato Politi- a causa di contrasti nella Conferenza Stato-Regioni ed anche perché non ha ricevuto un'adesione convinta da parte delle altre organizzazioni, forse perché da noi proposta".
"Questa rinuncia -ha aggiunto- è stato un errore. Ma la necessità di un confronto alto sull'agricoltura, in uno scenario in cui tutto cambia in fretta, rimane: è un impegno che consegniamo alla nuova maggioranza tra i primi atti di legislatura. La Conferenza dovrà delineare un progetto condiviso nei confronti del quale le istituzioni e le rappresentanze agricole possano assumere le proprie responsabilità, impegnandosi a realizzarlo".
Campagna elettorale rissosa. "Nella nostra Assemblea annuale dello scorso giugno -ha sostenuto il presidente della Cia- avevamo avvertito del pericolo di una lunga campagna elettorale caratterizzata da sterili ed inutili polemiche tra gli schieramenti politici.
Certamente non avevamo immaginato un livello così alto dello scontro, non avevamo immaginato i tentativi di delegittimazione degli avversari e, soprattutto, non ritenevamo possibile il tentativo di incursioni interne alle organizzazioni di rappresentanza con l'obiettivo di delegittimare i gruppi dirigenti".
Scontro Governo-Confindustria. "Certamente questi episodi -ha sottolineato Politi- non possono appartenere ad un Paese civile e democratico. La politica non può pensare di asservire ai suoi desideri ed interessi le rappresentanze e alle critiche ha il diritto-dovere di rispondere con la forza delle idee, dei programmi e dei risultati. Quanto è avvenuto nella recente Assemblea di Confindustria e, soprattutto le dichiarazioni pubbliche rese successivamente dal Presidente del Consiglio e da autorevoli rappresentanti delle forze politiche di governo è negativo e grave e, quindi, da noi giudicato negativamente".
Crisi strutturale del settore e redditi in calo. "Negli ultimi cinque anni, il valore aggiunto, cioè la ricchezza prodotta dall'agricoltura, rimane sostanzialmente stabile, con un incremento di solo il 2,5 per cento. Nello stesso periodo, però, i redditi agricoli -ha rilevato il presidente della Cia- sono calati del 12,6 per cento e, questo, in contrasto con la media dei redditi realizzati nell'Ue, dove si registra un aumento del 6 per cento. Il settore primario mostra evidenti i segni di una persistente crisi strutturale".
Organismo di controllo per i prezzi. "Sempre nell'ultimo quinquennio, nonostante una sostanziale stazionarietà dell'offerta di prodotti agricoli e l'aumento della domanda interna ed estera, i prezzi all'origine hanno mantenuto un andamento decrescente. E' una situazione -ha detto Politi- che evidenzia una scarsa trasparenza dei processi di formazione dei prezzi, con danno agli agricoltori e ai consumatori. Il margine della intermediazione commerciale in Italia è più elevato rispetto agli altri Paesi europei. Solo per citare un prodotto essenziale per l'alimentazione: nel 1976 per ogni litro di latte consumato in Lombardia, il 66 per cento del valore era destinato alla stalla, nel 2005 il valore percepito dall'allevatore è stato pari al 26 per cento. La nostra proposta del doppio prezzo ha provocato la presentazione nel Parlamento di diverse proposte di legge".
"Al Parlamento che uscirà dalle prossime elezioni politiche proponiamo -ha annunciato il presidente della Cia- di legiferare sulla trasparenza dei mercati e sulla formazione dei prezzi e al governo chiediamo la costituzione, presso l'Ismea, di un Organismo indipendente, partecipato dalle organizzazioni di filiera, con il compito di sorveglianza e controllo dei prezzi" .