10 Dicembre 2003

Il lavoro in bosco ha tutti i requisiti per essere considerato attività usurante

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A cura di:
Giovanni MAIANDI, Dottore Forestale – consulente dell'Associazione Forestale Valli del Rosa (VC) 011 2257524 – 348 9202530
Sandro PAOLI, Dottore Forestale – consulente dell A.Re.B. (Associazione Regionale dei Boscaioli Piemontesi)
0322 589293

Con il presente documento si intendono mettere in evidenza le principali ragioni per le quali l'attività professionale dei boscaioli e degli operai forestali deve essere considerata attività usurante.

Lavoro in condizioni critiche
Il lavoro si svolge sempre su terreno accidentato e per la maggior parte in aree disagiate (zone montane e collinari), dove si aggravano tutti i fattori che determinano logoramento fisico e rischio di incidenti: in montagna si riduce il livello di meccanizzazione del lavoro ed aumentano le operazioni svolte direttamente dal lavoratore (allestimento, movimentazione e concentramento dei tronchi dal letto di caduta alla linea di esbosco). L'uso delle macchine, in particolare dei trattori, si svolge inoltre in condizioni di maggior rischio e di maggiore sollecitazione per l'operatore (pendenze elevate, spazi ristretti, terreno fortemente accidentato).
Si utilizzano frequentemente macchine specializzate quali teleferiche e gru a cavo, che comportano particolari attività fisiche e rischi di incidente, soprattutto nella fase di attrezzaggio e disattrezzaggio del cantiere.

Aumento del rischio di incidenti oltre i 50-55 anni
Il lavoro in bosco comporta costantemente situazioni impreviste di pericolo improvviso. Per far fronte a tali situazioni sono necessari prontezza di riflessi e forza fisica. Dopo i 50-55 anni si assiste di conseguenza ad un aumento degli incidenti sul lavoro.

Impossibilità del lavoro in età avanzata
L'attività del boscaiolo, per essere redditizia, risulta intensa e fisicamente impegnativa. Oltre i 50-55 anni l'organismo del lavoratore forestale è ormai debilitato o menomato e difficilmente gli consente di mantenere l'attività su livelli economicamente remunerativi, inducendolo a correre rischi tanto maggiori quanto più l'età è avanzata.

La normativa di sicurezza aumenta la pressione fisica
L'applicazione della normativa di sicurezza prevede l'uso obbligatorio di caschi, imbottiture, cuffie antirumore, ecc.. Questi accorgimenti, indispensabili sotto il profilo della sicurezza, in condizioni di sforzo e nel periodo estivo costituiscono un fattore aggravante per quanto concerne la perdita di liquidi, l'apparato respiratorio (dispnea) e l'apparato cardio-vascolare.

Prospetto schematico
Si riporta schematicamente un elenco (non esaustivo) dei principali fattori di logoramento fisico e di patologie connessi con i lavori forestali.




attività

parti interessate

patologie più frequenti


Lavoro su terreno accidentato, in zone di montagna, su pendenze elevate.

apparato muscolo scheletrico: articolazioni, ossa, legamenti tendini, muscoli (caviglie, ginocchia, anca, colonna vertebrale in toto)

tendiniti, stiramenti, strappi muscolari, artriti, artrosi, lombosciatalgie, ernie discali, riduzione dello spazio midollare da compressione, paralisi, ecc.


Sforzi continui e ripetuti, sollevamento pesi fino a 200kg

apparato cardio-vascolare
apparato muscolo scheletrico articolazioni, ossa, legamenti tendini, muscoli (polso, gomiti, spalle, colonna vertebrale in toto, ginocchia, anca, ecc.)

tendiniti, stiramenti, strappi muscolari, artriti, periartriti, artrosi, lombosciatalgie, ernie discali, riduzione dello spazio midollare da compressione, paralisi, tunnel carpale, cervicalgie, brachialgie, ernie da sforzo, ecc.


Lavoro in condizioni atmosferiche sfavorevoli: freddo fino a –15°C, pioggia, umidità

apparato muscolo-scheletrico
sistema immunitario
apparato respiratorio
naso, faringe, laringe, trachea, bronchi, orecchie

reumatismi, artriti, artrosi, patologie dell'apparato respiratorio, indebolimento del sistema immunitario


Uso della motosega e delle macchine: vibrazioni

orecchie
apparato circolatorio
sistema nervoso
apparato muscolo-scheletrico


labirintiti, riduzione dell'udito, problemi circolatori (trombosi, embolie), ipo- e iperestesie cutanee, tendiniti, lombosciatalgie, ernie discali, riduzione dello spazio midollare da compressione, paralisi, tunnel carpale, cervicalgie, brachialgie, ecc.



Uso della motosega e delle macchine: fumi e polveri

apparato respiratorio
sistema nervoso
apparato urinario

BPCO (bronco-pneumopatie cronico-ostruttive), tumori, intossicazioni


Uso della motosega e delle macchina: rumore

orecchie

labirintiti, riduzione dell'udito

Considerazioni generali
Il lavoro degli operatori forestali, soprattutto in montagna, richiede un elevato livello di professionalità e di specializzazione. È un'attività indispensabile per la manutenzione del territorio, per la prevenzione del rischio idrogeologico, per la prevenzione del rischio di incendi, in quanto boschi coltivati risultano migliori e più efficienti sotto tali profili. Si tratta quindi di una professione strettamente collegata con la salvaguardia ambientale.
Con tutto ciò questa attività sta scomparendo per mancanza di adeguato riconoscimento normativo e sociale. Manca per questo settore una normativa specifica dal punto di vista previdenziale, amministrativo, fiscale. Il boscaiolo, che lavora in condizioni difficili, non vede riconosciuta la propria dignità professionale. Il lavoro nero, clandestino, in condizioni di sicurezza nulle è estremamente diffuso e soffoca le ditte che operano nel rispetto delle normative. Il lavoratore non è incoraggiato a mettersi in regola. Pertanto le figure del boscaiolo e dell'operaio forestale vengono a poco a poco sostituite da lavoratori occasionali, privi di professionalità, non in regola dal punto di vista fiscale, previdenziale e della sicurezza. I risvolti negativi di questa situazione si ripercuotono pesantemente a livello sociale e ambientale.
Il riconoscimento del lavoro forestale come attività usurante, oltre a essere un atto dovuto, costituisce un primo importante passo per il riconoscimento di questa realtà professionale che sta cercando di uscire dalla marginalità e dalla clandestinità, e di riconquistarsi il ruolo sociale che le compete.
Le associazioni forestali del Piemonte sono disponibili ad attivare uno studio specifico per documentare statisticamente e scientificamente quanto sopra illustrato.

Torino, 15 novembre 2003