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Documento della Confederazione Italiana Agricoltori sulla Legge Finanziaria 2004
09 Ottobre 2003

La Confederazione italiana agricoltori ha partecipato oggi all'audizione delle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato sulla legge Finanziaria per il 2004.Di seguito pubblichiamo il documento consegnato e che contiene le osservazioni della Cia sulla manovra economica.Considerazioni di carattere generale.Per dare un giudizio compiuto e per obbligo di continuità analisi, nell'affrontare il disegno di legge, predisposto dal Governo, in materia di bilancio annuale e pluriennale dello Stato, La Confederazione Italiana Agricoltori, non può non ripartire dalle considerazioni svolte in occasione della discussione sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2004/2007.Da quella data le condizioni economiche generali dell'economia del Paese, nel più vasto scenario europeo, non sono mutate, anzi, per alcuni versi ( occupazione, crescita, inflazione) appaiono se non peggiorate, certamente non migliorate.Da ciò ne è derivata una proposta del Governo, per la manovra di bilancio per l'anno 2004, centrata ancora su azioni "una tantum" di puro contenimento. Tale approccio non consente, alla CIA, di dare un giudizio soddisfacente delle azioni e intenzioni del Governo nel ridare slancio e spinta auto propulsiva all'economia nazionale. Pur comprendendo le difficoltà generali, la manovra appare scarsamente concentrata allo sviluppo endogeno dei settori economici del sistema produttivo nazionale. Le note di variazione approvate recentemente confermano lo stato di rallentamento, ulteriore rispetto alle previsioni, dell'economia nazionale, sono chiaramente espresse nei numeri fondamentali della manovra in termini di crescita e di rispetto dei parametri di Maastricht. Tuttavia, va rilevato come situazione si rifletta negativamente nella capacità di azione del sistema delle autonomie locali, in particolare nella parte che riguarda l'erogazione di servizi pubblici ad esse delegate, avuto riguardo ai servizi sociali ed assistenziali in termini di minori trasferimenti dallo Stato. Tale situazione appare ancor più penalizzante laddove si deve constatare un ritardo nell'attuazione piena del cosiddetto "federalismo di natura fiscale".E' in particolare, invece, nel settore delle opere pubbliche, peraltro già indicate come "strategiche" che la manovra per l'anno 2004, non appare incisiva. Ulteriori ritardi, nella fase di adeguamento alle esigenze del sistema produttivo nazionale, della rete logistica, di distribuzione dell'energia, di trasporto e mobilità e, per quanto riguarda il settore agricolo, di reti irrigue e idriche appaiono inopportune per due ordini di motivi. Da un lato si ritarda un necessario adeguamento sempre più evidente, dall'altro si impedisce una politica di investimenti che avrà ricadute positive sull'economia nazionale tanto nel breve che nel medio periodo.Sulle reti irrigue, in particolare la CIA ritiene necessario aumentare le dotazioni finanziarie anticipandole all'anno 2004, di cui all'articolo 24 del disegno di legge, ( valutando positivamente la prevista priorità del Programma nazionale nell'ambito delle infrastrutture strategiche) soprattutto in direzione di una manutenzione straordinaria dei sistemi di adduzione e distribuzione della risorsa acqua. La dispersione di quasi la metà dell'acqua, unitamente ad un scarso controllo sugli allacci clandestini, ripropone drammaticamente il problema in vaste aree del Paese, con evidenza lampante nel corso di quest'anno.I nodi strutturali della ripresa debbono trovare logico completamento nella riduzione della spesa di parte corrente. In tal senso la CIA si è espressa nei Tavoli specifici in materia di sanità e pensioni.La ripresa, tuttavia, è difficile da concepire in presenza di un'inflazione alta, superiore a quella media europea, e che incide fortemente sulla capacità di spesa delle famiglie, in particolare nell'acquisto di beni primari, quali quelli alimentari. Una riduzione dei costi e delle tariffe appare più consona alla ripresa dei consumi, come fattore strutturale, rispetto a paventate azioni sui consumi per effetto di incentivi e agevolazioni a termine, che trovano maggiore giustificazione nel campo degli acquisti di beni durevoli o di adeguamenti di natura infrastrutturale o mobiliare.Fare attività agricola, in ogni caso, non può prescindere da un uso razionale del fattore terra. Pertanto le disposizioni relative al condono edilizio, contenute nel Decreto legge collegato alla manovra di bilancio, unitamente alla necessaria azione di realizzazione delle infrastrutture, necessitano di un'attenzione particolare verso il non depauperamento del territorio agricolo. Così come la norma che concede una diminuzione del 30% dal prezzo di mercato per l'alienazione dei terreni agricoli demaniali, a favore dei conduttori, non appare congrua ed andrebbe centrata alle figure professionali agricole. Per quanto riguarda le Tabelle, infine, si sottolinea come, finalmente, si sia fatta pulizia, delle cosiddette multe per le "quote latte". La CIA, tuttavia, rimarca come vada sostenuta l'innovazione e l'incremento delle professionalità umane, in grado di fornire le basi di una concorrenza competitiva, non più basata esclusivamente sul fattore dei costi, ma tramite azioni di formazione e aggiornamento continuo che, per il settore agricolo, si traducono in innovazioni verso la qualità, l'uso ragionato della risorsa idrica, tecniche compatibili con la conservazione dell'ambiente e delle risorse irriproducibili.La CIA lamenta la scarsa dotazione finanziaria per la parte relativa al Fondo di Solidarietà nazionale, in particolare per quanto riguarda gli interventi tesi a promuovere forme di assicurazione preventiva alle produzioni, sia in termini di quantità che di qualità del prodotto danneggiato. In tal maniera non si incentivano adeguatamente le moderne ed innovative forme di assicurazione. Avuto riguardo, invece, al decreto legge 269/2003 e al relativo disegno di legge di conversione in legge, la CIA esprime contrarietà rispetto alle disposizioni contenute all'articolo 44, comma 7. Pur apprezzando e condividendo le finalità di pervenire ad una piena regolarizzazione dei rapporti di lavoro, la norma difficilmente potrà raggiungere i risultati prefissati. Si tratterebbe di un ennesimo adempimento burocratico a carico delle imprese, le quali già provvedono a trasmettere, in altre occasioni, i dati richiesti per i lavoratori assunti. Le norme di riferimento, inoltre, risalenti al 1968, non colgono appieno le modifiche intervenute nei sistemi di lavoro e di relazioni tra imprese e pubblica amministrazione.

Lo specifico agricolo.Il fiscoLe disposizioni contenute all'articolo 2, rappresentano la naturale e necessaria conclusione del processo di modernizzazione del settore agricolo, avviato con il Decreto legislativo 228/2001, nella parte riservata alla disciplina delle attività connesse svolte dall'imprenditore agricolo.L'individuazione di una disciplina fiscale legata allo svolgimento di dette attività consentirà alle imprese agricole di porsi nelle condizioni di poter esercitare le proprie attività forti di certezze, sin'ora non riconosciute. Inoltre, dette attività, spesso, sono svolte in aree marginali del Paese, dove la valenza dell'impresa, oltre a quella di produzione di beni primari, assume anche la connotazione di presidio sociale, ambientale e di tutela del territorio.La CIA esprime, invece, un giudizio critico circa la mancata messa a sistema del regime speciale IVA per i produttori agricoli e, di pari passo, a proposito dell'IRAP, per la quale invoca il recepimento dello spirito contenuto nella legge delega n. 80/2003, che ne prevede la sua graduale soppressione.La CIA rimarca come sia necessario emendare il testo con la disposizione che consente la regolarizzazione, sia di natura catastale che fiscale, dei fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità, consentendo di sanare, con un ulteriore opportuna proroga, situazioni a vantaggio sia dei contribuenti, quanto di gettito e di mappatura del patrimonio edilizio del nostro Paese. Con riferimento al Decreto legge 269, la CIA pone l'attenzione sulla disciplina relativa alle attività dei Consorzi di garanzia collettiva dei fidi ( articolo 13) , per rimarcarne l'importanza ed il ruolo che ad essi viene attribuito dal nuovo scenario in particolare relativamente al cosiddetto accordo di Basilea II. La CIA ritiene che in quest'ottica il sistema dei Confidi debbano rappresentare un supporto a garanzia delle imprese agricole e la nostra perplessità deriva non tanto dai requisiti minimi per la loro patrimonializzazione, quanto sulla con testualità rispetto alla loro costituzione e adeguamento alla normativa. Tale contemporaneità, a parer della CIA, risulta ostacolo ad un rafforzamento del sistema Confidi. Pertanto la CIA chiede che la norma sia emendata in maniera tale da prevedere un tempo maggiore, quattro anni, per raggiungere il minimo di patrimonializzazione richiesto. Gli interventi in materia previdenziale e socialeLe politiche a favore della famiglia vedono l'Italia tra gli ultimi posti, in ambito europeo, in termini di incidenza sul PIL. Le attuali misure economiche a sostegno, quali gli assegni familiari e quelli per i tre minori, le detrazioni fiscali, gli assegni alla nascita e le altre forme di reddito garantito appaiono insufficienti e con risorse inadeguate. Si impongono strumenti nuovi e la necessità di migliorare quelli esistenti. L'introduzione del reddito di ultima istanza ( articolo 16 ), che ripropone la logica del cessato reddito minimo di reinserimento, non è accompagnata da una specificazione ne' della sua entità di concorso dello Stato alle regioni, ne' delle modalità di sua attuazione. Forme di sostegno alla famiglia, per il settore agricolo, appaiono vieppiù necessarie per la particolarità dei contesti territoriali e sociali nei quali esse operano e vivono. In tal senso appare incoraggiante l'aumento del Fondo nazionale per le politiche sociali, per 232 milioni di euro, per l'anno 2004, previsto all'articolo 21 del Decreto legge di accompagnamento. Gli interventi a sostegno del settoreLe disposizioni contenute all'articolo 22, pur non prefigurando aumenti di dotazioni finanziaria, gettano le basi per fare all'interno del MIPAF un punto di regia e di unicità di spesa negli interventi di natura finanziaria per il settore, unitamente a quelli previsti dall'articolo 26. Sarà, tuttavia, necessaria una stretta relazione tanto con le regioni per quanto riguarda la programmazione negoziata, quanto con i sistemi economici e organizzati della produzione agricola per quanto attiene al credito d'imposta e ai contratti di filiera. Tali norme assumono, a parere della CIA, in particolare per quanto riguardo il ritorno al MIPAF delle attività ex RIBS dalla Società Sviluppo Italia, rilevanza particolare vista la necessità di orientare al massimo in direzione delle innovazioni di processo e di razionalizzazione delle relazioni di filiera, l'intervento pubblico in materia. Relativamente al tema della cartolarizzazione dei crediti in agricoltura, la CIA non ritiene sufficiente l'azione proposta ai commi 5 e seguenti dell'articolo 22. L'esposizione delle imprese è notevole, i rischi per la tenuta dei sistemi produttivi e imprenditoriali di vaste aree del Paese sono enormi. E' necessario un intervento più risolutivo che prevede l'abbattimento di ogni sanzione e la rateizzazione della parte capitale. Andrebbe meglio specificata la norma contenuta all'articolo 25 sia in termini di modalità che di nomina degli amministratori da parte degli azionisti. Se l'obiettivo è quello di azzerare la partecipazione capitaria del MIPAF in seno alla Società BUONITALIA, questa non può essere fatta con le risorse agricole, così come pare evincersi dal testo. La protezione del Made in ItalyLe azioni appaiono condivisibili anche se vanno maggiormente mirate. Ad esempio, all'articolo 27, va fatto esplicito riferimento all'articolo 517/bis del Codice penale, che è specifico per le produzioni agricole protette da denominazioni d'origine tutelate. Ancora la prevista Centrale operativa doganale e la conseguente banca dati ( articoli 28, 29 e 30) può andare nella direzione di contrastare i fenomeni fraudolenti anche se, a parere della CIA, si ritiene necessario prevedere l'istituzione di un Comando interforze dei corpi di polizia già impegnati nel comparto agroalimentare. Infine, la definizione di merce che viola un diritto di proprietà intellettuale (articolo 36) deve essere integrata con i riferimenti al Regolamento CE 2082/92 ( STG) e al Regolamento CE 2092/92 ( biologico), così come andrebbe previsto l'istituzione di un marchio per garantire le proprietà intellettuali dei prodotti tradizionali ( articolo 8, decreto legislativo 173/98). Gli investimenti nelle aree sottoutilizzateLa Cia valuta positivamente la disposizione che prevede, all'articolo 47, comma 3, l'inserimento tra i settori prioritari, quelli dell'acqua e dei rischi idrogeologici, nell'ambito delle azioni da realizzare negli Accordi di Programma quadro.In definitiva, sul disegno di legge di bilancio, si può dare un giudizio di moderata soddisfazione, più che altro dovuto alle norme specifiche per il settore agricolo, che differisce tuttavia dalla insoddisfazione per l'impostazione generale della manovra, ivi compreso il decreto-legge collegato e dalla non esaltante dotazione finanziaria a disposizione del settore.


"Mediterraneo, crocevia del mondo": ieri a Roma il convegno Cia
Si è svolta ieri a Roma, a Palazzo San Macuto, la Tavola rotonda della Cia su: "Mediterraneo, crocevia del mondo. Agricoltura, acqua e immigrazione per la pace e lo sviluppo".Nel Comitato d'onore della Tavola rotonda -che si è svolta sotto l'Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e della Fao- Franco Frattini, ministro degli Esteri, Giovanni Alemanno, ministro delle Politiche agricole e forestali, Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche comunitarie, Walter Veltroni, sindaco di Roma, Mahmud Abu Zeid, ministro egiziano delle Risorse idriche e Paolo De Castro, presidente Nomisma. Il Comitato Organizzatore era composto da Massimo Pacetti, presidente nazionale della Cia, da Giuseppe Politi, vicepresidente vicario e da Guglielmo Rizzioli e Francesco Serra Caracciolo vicepresidenti.La Tavola rotonda, è stata presentata da Francesco Serra Caracciolo, Vicepresidente Nazionale Cia, e moderata da Roberto Iotti, giornalista de "Il Sole 24 Ore". Hanno partecipato il Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno; il Presidente della Camera dell'Agricoltura Algerina e del Comitato Mediterraneo della Fipa, Mohamed Bouhadjar, il cui intervento è stato letto dall'addetto commerciale dell'ambasciata algerina a Roma; la Responsabile Welfare Segreteria Ds, Livia Turco; il Direttore generale Cooperazione allo Sviluppo - Ministero degli Esteri, Giuseppe Deodato e Giovanni Munoz, del Servizio Risorse Acqua della Fao; Antonio Massarutto, dell'Università di Udine e Iefe Bocconi; il Prof. Vincenzo Fersino e Massimo Pacetti, presidente nazionale della Cia. "Il 2010 -ha affermato Caracciolo nella sua presentazione- anno in cui dovrà realizzarsi un mercato unico mediterraneo sembra lontano ma, in realtà, è una data dietro l'angolo. La Conferenza su agricoltura e pesca mediterranee che si terrà sotto la Presidenza italiana dell'Ue nel prossimo novembre a Venezia dovrà essere, per la Cia, un'occasione da non perdere per dare nuovo impulso ad una politica che eviti un ulteriore spostamento Nord-Orientale del baricentro dell'Unione Europea, ricercando un nuovo equilibrio mediterraneo. L'agricoltura -ha continuato Caracciolo- deve e può diventare un elemento forte di questo necessario riequilibrio. La diversificazione e la specializzazione produttive, il governo dei contingenti, la disciplina dei calendari sono la base su cui costruire una collaborazione fra Sud e Nord del Bacino eliminando gli elementi ancora persistenti di conflittualità". Il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno riferendosi all'immigrazione, tema rilevante nel Bacino Mediterraneo e di stretta attualità, ha detto un chiaro ''No all'immigrazione clandestina e selvaggia, sì ad una immigrazione regolare che è un fattore di ricchezza per il nostro paese''. "E' necessario -ha continuato Alemanno- lottare contro l'immigrazione clandestina e permettere i flussi di lavoratori immigrati stabili e trasparenti di cui l'economia italiana ha bisogno in tutti i settori''. "La proposta di Fini è interessante e corregge di 360 gradi la sua politica -ha aggiunto intervenendo all'incontro la Responsabile Welfare Segreteria Ds, Livia Turco- ma ora è necessario che il vicepresidente del Consiglio faccia correggere la normativa che prevede un assegno di natalità soltanto alle italiane''. ''Non vedo perchè le cittadine extracomunitarie non debbano avere questo assegno'', ha concluso Livia Turco, invitando Fini a dare ''parere favorevole all' unica proposta sul diritto di voto agli immigrati, che è quella Ds''. La proposta di Fini sugli immigrati è ''interessante'' e rispecchia il pensiero generale del paese. Così il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, Massimo Pacetti, ha affermato concludendo l'incontro. Pacetti ha aggiunto: "sono d'accordo che chi è in regola abbia i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Quella del voto agli immigrati è una proposta che va approfondita e sviluppata. Oltre a dare una risposta ad un problema che nel Paese è stato più volte sollevato, potrebbe costituire un contributo notevole anche per la nostra economia". Soffermandosi sul rapporto agricoltura e immigrati, Pacetti ha sostenuto che "oggi nel settore servono più lavoratori extracomunitari. Attualmente nelle nostre campagne lavorano circa 20 mila immigrati regolari. Per la Cia ne occorrerebbero più di 35 mila"."Nonostante le difficoltà, l'agricoltura -ha continuato- si conferma settore primario anche nell'affrontare il complesso problema dell'integrazione al lavoro perché ha compreso che i lavoratori provenienti dai Paesi terzi rappresentano una risorsa da valorizzare per contribuire allo sviluppo del settore. Questo è vero sia in termini di lavoro dipendente, prevalentemente stagionale ma non solo, sia in termini di lavoro autonomo. La tendenza, fino ad ora marginale ma in ogni caso significativa, di alcuni lavoratori extracomunitari a rilevare aziende in proprio può essere un piccolo spiraglio per la situazione occupazionale del settore"."L'agricoltura mediterranea, e più in generale il modello agricolo mediterraneo -ha detto Pacetti- hanno caratteristiche di qualità e di salubrità che vanno preservate e valorizzate con una politica realmente incisiva. Tra i Paesi del Bacino Mediterraneo c'è l'esigenza di trovare i necessari punti di incontro per costruire un'area integrata che permetterebbe la salvaguardia delle biodiversità e consentirebbe il mantenimento di un'agricoltura sana e con un forte ruolo multifunzionale (tutela dell'ambiente e del territorio, salvaguardia delle culture e delle tradizioni)"."Dunque, niente più "guerre fra poveri", ma una strategia comune che consenta all'area del Mediterraneo di valorizzare un modello agricolo che può giocare un ruolo determinante per lo sviluppo, per la democrazia e per la convivenza pacifica fra i popoli"."Nell'affrontare il tema dell'acqua, Pacetti ha rilevato che bisogna risolvere il problema non solo perché essa è un fattore fondamentale per lo sviluppo e l'ammodernamento dell'agricoltura, ma anche perché è strumento di pace e di progresso. Governare l'acqua, quindi, significa potenziare l'agricoltura e il potenziamento dell'agricoltura è la base fondamentale per cercare di risolvere i problemi di crescita economica e sociale. Senza l'acqua, infatti, non si può programmare uno sviluppo moderno del settore agricolo, fondato sulla diversificazione produttiva e sulla qualità e tipicità dei prodotti. Elementi questi che contribuiscono ad attenuare le concorrenze conflittuali esistenti tra i paesi mediterranei".

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